Danilo Ceccarelli per “la Stampa”
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Ormai tra il colosso energetico Edf e Parigi è guerra aperta. L'azienda ha chiesto allo Stato francese, suo principale azionista, un risarcimento da 8,3 miliardi di euro dopo che il governo gli ha imposto un aumento dell'elettricità venduta ai concorrenti per calmierare i rincari in bolletta ad un massimo del 4% nel 2022.
Una stangata giudicata però insostenibile dalla dirigenza della società che, dopo aver accumulato un debito di 43 miliardi di euro nel 2021, rischia di allargare il buco a 96 miliardi per il prossimo anno, secondo S&P.
Solo nel primo semestre del 2022 Edf ha registrato una perdita netta record di 5,3 miliardi di euro causata dal calo della produzione di nucleare e dai costi dei lavori di manutenzione del parco reattori. Così, dopo aver aver presentato un ricorso amministrativo preliminare, il presidente di Edf, Jean-Bernard Levy, è passato alle maniere forti rivolgendosi direttamente al Consiglio di Stato per colmare le perdite previste.
Jean-Bernard Levy EDF
Nessuna «sorpresa», fa sapere il ministero dell'Economia, deciso ad andare avanti ricordando che senza questa misura «le bollette delle famiglie sarebbero aumentate del 35%». Tutto pur di difendere i francesi dal carovita, quindi.
Ma i rapporti tra la Francia e quello che rappresenta uno dei suoi principali asset industriali sono ormai tesi. Parigi ha recentemente annunciato un'Opa da 9,7 miliardi di euro per rinazionalizzare completamente il gruppo. Un'operazione che dovrebbe essere finalizzata entro il prossimo autunno.
Il progetto prevede anche l'uscita di scena anticipata del presidente Levy, che dovrebbe arrivare prima del termine ufficiale del suo mandato previsto per il prossimo marzo. Il governo vuole sostituirlo il prima possibile, anche se secondo Les Echos molti dirigenti si sarebbero rifiutati di accettare il posto. Intanto, il cda di Edf ha creato un comitato ad hoc che emetterà una raccomandazione sul progetto.
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