Annalisa Cuzzocrea per "la Repubblica"
mario giarrusso
Le campane di Santa Maria in Aquiro hanno appena finito di scandire dodici rintocchi, quando la sottosegretaria agli Affari Europei Laura Agea varca il portone di Montecitorio indossando un paio di Timberland. Si ferma davanti ai carabinieri in alta uniforme, si fa aiutare dall' assistente per mantenere l'equilibrio, toglie gli scarponcini e indossa un paio di décolleté nere tirate fuori dalla borsa. Poi, cammina veloce verso l'aula dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è ancora arrivato.
LELLO CIAMPOLILLO
Sa già che sarà una giornata lunga, quasi quanto quella che aspetta tutti, anche oggi, a Palazzo Madama. Il premier arriva con dieci minuti di ritardo. Ha fatto le quattro di notte a scrivere e correggere il discorso, racconta chi è con lui. Mentre parla, fuori dall' aula, nei corridoi semi inaccessibili per via delle misure anti-Covid, nel Transatlantico sequestrato dai deputati per ottenere l' adeguato distanziamento, nel cortile freddo, ma rischiarato da un cielo terso, si consuma la trattativa. Si stringono patti, si siglano intese, si lavora fino all' ultimo per allargare il consenso della maggioranza al di là dei 321 della sera a Montecitorio e di quei 153 su cui si contava ieri mattina per il Senato.
«Per ora non votiamo la fiducia, ma siamo pronti ad aprire un dialogo con il governo», assicura in una via laterale il senatore Udc Antonio Saccone. Mentre Paola Binetti corre davanti alle telecamere del Tg1 per dire la stessa cosa, ma senza scoprire troppo le carte.
È la Camera oggi il centro di tutto e alla Camera arriva, dentro un cappotto scuro col bavero alzato, quasi a coprirne il volto, il leader di Idea Gaetano Quagliariello, uno dei senatori del gruppo Misto che non hanno finora ceduto alle sirene dei giallo- rossi. È lì a fiutare l' aria però, come Andrea Cangini, considerato uno dei forzisti più in linea con la maggioranza di governo. Alle sette di sera, arriva anche Antonio Tajani.
MARIO MICHELE GIARRUSSO
Chiama qualcuno al cellulare mentre scruta il chiostro ormai buio. Si informa: «Lo ha fatto? Ha votato la fiducia?». Parla di Renata Polverini, nel suo giorno da protagonista: abito nero, fare risoluto, in aula va di continuo a parlare con Renato Brunetta, si affaccia ai capannelli dem, dà numeri sul Senato, lancia rassicurazioni. Poco più in là, in un angolo dell'ex Transatlantico, chiacchierano quasi sottovoce il ministro del Sud Peppe Provenzano e il deputato di Italia viva Luigi Marattin.
Davide Zanichelli, deputato M5S proveniente dall' emiliana Guastalla, dice che tutto sommato: «Forza Italia, perché no? Con loro lavoriamo bene, sono molto preparati». Si preoccupano di ben altro i peones a 5 stelle. Alle cinque del pomeriggio, subito dopo la sanificazione che ha spinto tutti fuori dall' aula, si sparge la voce di una trattativa in corso al Senato per far tornare a casa gli ex grillini Tiziana Drago, Lello Ciampolillo, Mario Giarrusso.
LELLO CIAMPOLILLO
Gli ultimi due, espulsi dopo decine di provocazioni - e per via delle mancate restituzioni - starebbero ora trattando il rientro in maggioranza, insieme a Drago che aveva lasciato spontaneamente, chiedendo garanzie sulla nascita del partito di Conte e su una ricandidatura quando si finirà al voto. «Ma come? - è il commento di un esponente M5S di primo piano - noi ci comportiamo responsabilmente e non possiamo neanche chiedere un altro mandato e questi si fanno assicurare la candidatura? Ma che schifo è?».
Non a tutti piacciono i compromessi indicati da quel Bruno Tabacci che ieri usciva dalla Camera assediato dalle lunghe aste coi microfoni delle tv. Dietro di lui, tre dei suoi adepti in Centro democratico, ex M5S fulminati sulla via della Prima Repubblica, si offrono alle telecamere per spiegare: «Ci interessa costruire qualcosa di lungo periodo».
Marco Rizzone, cacciato per aver chiesto il bonus partite Iva in piena pandemia, chiede di guardare «all' abbinamento tra noi che siamo alla prima legislatura e persone con più esperienza, capaci di farci crescere politicamente». Tutti, anche i ministri che fanno un rapido Consiglio nella sala del governo, in piedi e con la finestra aperta, danno però l' impressione di stare assistendo alle prove generali. Il vero spettacolo è previsto per oggi, 9:30, Palazzo Madama.
MARIO MICHELE GIARRUSSO
TIZIANA DRAGO la senatrice m5s tiziana drago 3