DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
Uno non vale uno, a questo giro. Sfogo di un dipendente M5S lasciato a casa di fresco: «Ci hanno detto che stavolta non potevano rinnovarci il contratto, perché non c'erano abbastanza fondi. E invece...». Invece il Movimento ha deciso di assumere due ex senatori, Paola Taverna e Vito Crimi, 140mila euro l'anno in due, per collaborare con i gruppi grillini di Camera e Senato. Venti dipendenti, alcuni storici, che hanno lavorato per i 5 Stelle dalla prima legislatura del 2013, sono stati lasciati a spasso.
Niente contratto, gli è stato detto: ci dispiace, gli eletti sono calati, il budget è ridotto e non c'è più posto per tutti. La protesta naturalmente monta nelle vecchie chat dei collaboratori grillini. Soprattutto adesso che Repubblica ha rivelato come per i due ex parlamentari, non ricandidati per il tetto del doppio mandato, sono pronti contratti a 5 stelle, da 70mila euro l'anno ciascuno.
Proprio per un incarico di diretta collaborazione con i gruppi parlamentari, soldi dei contribuenti dunque. Un importo, quello che intascheranno Taverna e Crimi, con cui si sarebbero potuti rinnovare i contratti di almeno 3-4 collaboratori. Ma ai piani alti del M5S hanno deciso di premiare gli ex senatori, a danno dei dipendenti semplici.
È vero che il Movimento nella passata legislatura, dopo la sbornia elettorale del 2018, annoverava oltre 300 parlamentari - dimezzati anche a causa della scissione di Luigi Di Maio - mentre oggi sono solo 80 e quindi la riduzione dello staff era nell'aria. Ma il fatto che i tagli siano stati più sanguinosi per dare un salvagente, molto ben remunerato, a due ex parlamentari crea malumori e frustrazioni.
«Non mi hanno confermato, nonostante io abbia sempre raggiunto tutti gli obbiettivi, dopo aver partecipato a tutte le campagne elettorali degli ultimi anni», racconta uno degli esclusi, chiedendo l'anonimato. Il motivo? «Ci hanno detto che non c'erano abbastanza fondi».
Tra i sacrificati, spuntano nomi noti nel sottobosco degli addetti ai lavori 5S. Per esempio lo storico fotografo e videomaker del Movimento, assunto dai tempi di Gianroberto Casaleggio, Nicola Virzì: «In questi ultimi 9 anni e mezzo - ha scritto su Facebook nel post d'addio - ho avuto l'onore di lavorare nella comunicazione del Movimento, prima al Senato poi alla Camera dei deputati, ho fatto un milione di foto e centinaia di video, ho percorso non so quanti km in giro per il Paese». Ma «dopo 15 anni la mia avventura finisce qui».
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