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    “IL MANAGER VENETO È STATO SEGNALATO ALLA PROCURA” – ZAIA SUL PIEDE DI GUERRA PER I NUOVI CASI DI CORONAVIRUS NEL VENETO, GENERATI DALL’IMPRENDITORE VICENTINO CHE, DOPO ESSERE ANDATO IN SERBIA, È ANDATO A UNA FESTA E UN FUNERALE PUR AVENDO 38 DI FEBBRE: “IL PAZIENTE SERBO CHE LO HA CONTAGIATO È MORTO. CI PORTIAMO IL VIRUS DA FUORI, MA IL VENETO NON E' IL VIETNAM…”


     
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    Da "www.corriere.it"

     

    luca zaia luca zaia

    «Il paziente serbo che ha contagiato l’imprenditore vicentino sembra sia deceduto mercoledì». Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia sui nuovi casi in Veneto, generati da un imprenditore vicentino che si era recato in Serbia, e che ora è in terapia intensiva. Zaia ha annunciato che una segnalazione sarà presentata alla Procura di Vicenza per valutare eventuali profili di colpevolezza da parte dell’imprenditore, che pur sapendo di essere positivo ha diffuso il contagio in Veneto.

     

    quarantena e posti di blocco a vo' euganeo 2 quarantena e posti di blocco a vo' euganeo 2

    Dalle testimonianze si evidenzia tra l’altro che i quattro veneti che hanno viaggiato nella stessa auto al rientro dalla Serbia «non avevano addosso la mascherina», ha spiegato Zaia, sottolineando che «oggi la Serbia, Belgrado, - ha aggiunto - è entrata in lockdown». Inoltre, come rivela il direttore generale dell’Usl Berica, Giovanni Pavesi, l’imprenditore vicentino, che si era recato in Serbia per lavoro assieme a tre collaboratori (tutti positivi), è rientrato in Italia per un giorno ed è poi ripartito per la Bosnia già ammalato.

     

    Fino ad ora sono stati sottoposte a tamponi 52 persone nel vicentino, 37 nel veronese e 28 nel padovano. La maggior parte di queste, al momento, risultate negative ai test.

     

    LUCA ZAIA LUCA ZAIA

    Tso? «Solo in casi estremi»

    Il governatore è infuriato, al punto di ipotizzare il Trattamento sanitario obbligatorio per chi trasgredisce: un tema delicato, su cui già stamattina si è confrontato con il ministro della Salute Roberto Speranza, specificando che potrà essere usato solo in «casi estremi». «Ieri forse non ho avuto il dono della chiarezza, ho detto che farò un’ordinanza per un controllo ancora più efficace dell’isolamento dei positivi e dei loro contatti stretti, ma non ho parlato di restrizioni rispetto alla libertà dei cittadini», chiarisce il governatore.

     

    «Il Veneto non è il Vietnam»

    Anche perché la situazione non è così drammatica: «Abbiamo parlato di un focolaio con 5 positivi, oggi i positivi sono 4 in più rispetto a ieri», dice Zaia, ricordando però che, «nonostante qualcuno abbia buttato benzina sul fuoco, si tratta di un focolaio importato dalla Serbia e portato in auto.

     

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    Il piano di sanità pubblica stabilisce che i familiari e le persone che hanno avuto contatti stretti devono essere in isolamento domiciliare. Il Veneto non ha ripreso l’onda di contagi, non stiamo parlando di un’ecatombe. Anche i dati di oggi parlano di una situazione `Covid-free´ per il Veneto». Il governatore ci tiene a precisare che il «Veneto non è il Vietnam»: «Tutti noi qui in Veneto viviamo `della pagnotta´, non possiamo permetterci e non possiamo mettere a ferro e fuoco i nostri operatori, le nostre aziende, facendo passare l’idea, a livello nazionale, che qui è tornato il Vietnam dal punto vista sanitario. Assolutamente no.

    LUCA ZAIA LUCA ZAIA

     

    Siamo a contagio praticamente zero secondo i dati». L’ultimo report parla di due nuovi contagi ma nessuna vittima: complessivamente sono 19.318 i casi di positività totali, 2.023 i decessi, oltre un milione i tamponi effettuati.

     

    I contagi arrivati dall’esterno

    Quello vicentino «è un contagio non nato in Veneto», ha aggiunto. «La novità, non irrilevante, è che abbiamo 118 stranieri coinvolti in focolai in Veneto. Ci portiamo quindi il virus da fuori. Ed è quindi fondamentale, senza creare allarmismi, stabilire regole di reciprocità con gli altri paesi, questo per tutelare la salute dei cittadini italiani e stranieri».

     

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    Ma, ricorda Zaia, «non siamo noi a gestire le frontiere, non siamo noi a stabilire la quarantena per chi viene da alcuni stati. Questo spetta all’Oms, in basse ai dati sui contagi». La Regione agisce però su altri fronti: «A metà luglio presenteremo il Piano di Sanità Pubblica che dice con chiarezza che cosa faremo in futuro- dice Zaia- poi sarà oggetto di valutazione e consigli, con un cronoprogramma per tutte le attività da farsi, ma non sarà uno spreco perché preferiamo avere gli ospedali vuoti e ma l’artiglieria schierata».

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