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    BRANDING E PORTA A CASA - IL MARCHIO ALITALIA È STATO MESSO IN VENDITA ALL’ASTA PER 290 MILIONI DI EURO - IN CASO DI ASSENZA DI OFFERTE, IL PREZZO POTREBBE SCENDERE, APRENDO LA POSSIBILITÀ A "ITA" A RICOMPRARSI IL MARCHIO E IN CASO DI UN SECONDO “NULLA DI FATTO”, I COMMISSARI POTRANNO AFFIDARE DIRETTAMENTE IL BRAND ALL'OPERATORE DA ESSI INDIVIDUATO…


     
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    Sofia Fraschini per “il Giornale”

     

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    Si apre oggi la gara per il marchio Alitalia, in vendita nel passaggio dalla vecchia alla nuova compagnia (per ora Ita). Le offerte potranno essere presentate fino al 4 ottobre. Saranno accettate solo proposte vincolanti che partano da 290 milioni e vincerà il miglior offerente. Esiste di fatto la possibilità di effettuare rilancio-lampo (entro 2 giorni e di almeno 10 milioni) per coloro che hanno depositato offerte valide. 

     

    In assenza di candidati si passerà a una seconda fase, che prevede la possibilità di scendere sotto i 290 milioni. Quello che si sa con certezza è che Ita, presieduta da Alfredo Altavilla, punterà a ricomprarsi il marchio. Un brand che secondo i commissari di Alitalia «rappresenta un patrimonio valoriale e culturale storico, radicato nell'immaginario condiviso italiano». Ma sul quale difficilmente ci sarà una corsa al rialzo. 

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    Forse anche «per questo il prezzo di partenza fissato a base d'asta dai commissari è più alto del previsto, 290 milioni rispetto ai 150 milioni di cui avevano parlato i commissari nei mesi scorsi», commenta l'esperto di Trasporti Andrea Giuricin. In caso di un secondo «nulla di fatto», i commissari potranno affidare direttamente il brand all'operatore economico da essi individuato. Il marchio sarà a disposizione del compratore entro il 31 dicembre, ma la società delle MilleMiglia potrà usare «Alitalia» fino a fine giugno. 

     

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    Se al momento nessuno sembra farsi avanti, con Ryanair tra i primi a sfilarsi, è stato ben definito l'identikit del potenziale acquirente: il legislatore ha previsto che sia una compagnia aerea ad aggiudicarsi il bando così da garantire la presenza del nome «Alitalia» nel panorama del trasporto aereo e mantenere saldo un punto di riferimento nevralgico per i passeggeri. 

     

    Potranno presentare richiesta di ammissione alla data room per il brand Alitalia «imprese individuali o in forma societaria (ritenute tali in base alla legge dello Stato di appartenenza) di qualsiasi nazionalità, in possesso di un patrimonio netto alla data di presentazione della richiesta di ammissione non inferiore a 200 milioni di euro e titolari di licenze di esercizio di trasporto aereo o di certificazioni di operatore aereo», si spiega nell'invito. 

     

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    Intanto, per quanto riguarda la vecchia Alitalia, il ministero del Lavoro ha convocato Alitalia e i sindacati lunedì 20 settembre per proseguire l'esame congiunto della nuova procedura di Cigs chiesta dall'azienda. L'attuale Cigs scade il 23 settembre e i commissari straordinari hanno aperto la procedura per prorogarla di un altro anno (fino al 23 settembre 2022) per complessivamente 7.086 dipendenti, di cui 6.877 di Alitalia e 209 di Cityliner. 

    PROTESTE DEI LAVORATORI DI ALITALIA PROTESTE DEI LAVORATORI DI ALITALIA

     

    Sullo sfondo, ma altrettanto urgente, c'è poi il tema del contratto proposto ai lavoratori che partiranno con Ita: la nuova società vuole un taglio delle remunerazioni ma i sindacati non accettano di uscire dal Ccnl.

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