Estratto dell’articolo di Gianni Rosini per “il Fatto quotidiano”
ROBERTA E UKKO METSOLA
Da europarlamentare ha fatto parte di una commissione d’inchiesta ad hoc sulla corruzione dei politici, da presidente della Plenaria di Bruxelles ha cercato di lavare l’onta dello scandalo Qatargate utilizzando il suo incarico per far approvare, nel settembre 2023, un nuovo codice di condotta e trasparenza per gli europarlamentari.
Ma oggi è proprio lei, Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, destinataria di critiche e malumori, seppur sottovoce, nei corridoi dei palazzi bruxellesi. Pochi giorni dopo la nomina del cognato come capo di gabinetto, considerata una forzatura dagli addetti ai lavori, un’inchiesta di Politico rivela che il marito, Ukko Metsola, è uno dei più importanti lobbisti di Bruxelles per il Royal Caribbean Group, la seconda compagnia di crociere al mondo e una delle maggiori aziende inquinatrici.
ROBERTA E UKKO METSOLA
[…] “Il Parlamento non è in vendita”, dichiarò Metsola annunciando una stretta sui rapporti tra membri del Parlamento europeo e portatori d’interesse di vario genere. Regole più severe, dichiarazioni di conflitti d’interessi e sui doni ricevuti. Adesso, però, emerge che lei il lobbista ce lo aveva in casa.
L’attività del marito, è bene chiarirlo, è presente nel registro dei lobbisti che operano a Bruxelles pubblicato sul sito delle istituzioni. Tutto in regola, se non fosse che nel nuovo codice di condotta 2023 si parla di conflitto d’interessi quando “l’esercizio del mandato di un membro del Parlamento europeo (anche la presidente è una europarlamentare eletta, ndr) può essere indebitamente influenzato per ragioni che coinvolgono la propria famiglia, la propria vita emotiva, i propri interessi economici o qualsiasi altro interesse privato diretto o indiretto”.
ROBERTA METSOLA
Una formula chiara ma che, secondo quanto dice al Fatto la vice-portavoce Delphine Collard, non comporta la presentazione di alcuna autodichiarazione per Metsola. Il Fatto ha analizzato tutta la documentazione relativa al codice di condotta 2023, ma non ha individuato alcuna esplicita eccezione relativa alla presidente.
UKKO METSOLA
Collard risponde citando l’articolo relativo ai conflitti d’interessi: “Prima di assumere l’incarico di vicepresidente, questore, presidente o vicepresidente di una commissione o delegazione, il deputato presenta una dichiarazione in cui indica se è consapevole o meno di avere un conflitto di interessi”. Tra gli incarichi specificati, quindi, non c’è quello di presidente del Parlamento Ue.
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Il punto, però, non può essere ridotto solamente a una questione puramente tecnica. È invece legato più all’opportunità politica, proprio come il caso che ha coinvolto suo cognato, Matthew Tabone, da lei nominato capo di gabinetto. Nessun illecito, ma gli addetti ai lavori hanno giudicato questa decisione una forzatura, dato che l’incarico è stato affidato a un suo collaboratore di fiducia, e parente, con un inquadramento altissimo, ben oltre quelli che aveva ricoperto fino a oggi, facendogli così bruciare le tappe rispetto alle consuetudini del Parlamento Ue.
MATTHEW TABONE - ROBERTA METSOLA
Politico, nella vicenda che coinvolge Ukko Metsola, usa un episodio per far comprendere l’influenza indiretta della carica della presidente: il marito ha scritto all’ufficio del commissario europeo Margaritis Schinas il 22 gennaio 2020 chiedendo un incontro per il Ceo di Royal Caribbean Group. La risposta è arrivata in soli 44 minuti proponendo un incontro per la settimana successiva. Tempistiche che altri interlocutori, per loro stessa ammissione, possono solo sognarsi.
Metsola ha inoltre parlato in almeno due eventi di settore esponendosi in favore di posizioni sostenute anche dai trasportatori marittimi. Senza dimenticare i numerosi incontri con capi di Stato e di governo ai quali il signor Metsola ha potuto partecipare solo in quanto suo marito.
ROBERTA E UKKO METSOLA
Che non sia una pura questione di codici di condotta e norme lo pensa anche il Mediatore europeo, Emily O’Reilly, che indaga sulle cattive pratiche nelle istituzioni europee. Rispondendo alle domande di Politico, ha affermato che “le istituzioni dell’Ue non devono solo valutare se hanno affrontato i conflitti di interessi effettivi, ma anche quelli percepiti che possono essere ugualmente dannosi per la fiducia del pubblico”.
Chissà se gli europarlamentari che hanno confermato Metsola con quasi l’80% dei voti decideranno di chiedere ufficialmente spiegazioni alla presidente della Plenaria sulle vicende che riguardano il marito e il cognato. [...]
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