Rory Cappelli per “la Repubblica”
COCAINA NASCOSTA IN UN LOCULO NEL CIMITERO DEL VERANO A ROMA
In quella zona del Verano, a ridosso delle mura della Basilica di San Lorenzo, dove si trovano lunghi corridoi puntellati di loculi risalenti all' Ottocento e al Novecento, non ci va quasi più nessuno. Sono pieni di erbacce, i marmi sono divelti, sacchetti di plastica fluttuano nell' aria, quando piove una melma si attacca alle scarpe, i lumini votivi sono in pezzi quando non del tutto scomparsi, gli allacci dell' Acea veri e propri pezzi di antiquariato arrugginito, tanto che qui la luce proprio non funziona.
E non a caso in questa terra di nessuno un marmista con negozio in via Tiburtina che si occupa di "lapidi, tombe, cappelle", Daniele G., 42 anni, un precedente di polizia risalenti a 20 anni fa, profondo conoscitore di ogni metro di questo immenso e bellissimo cimitero, l'aveva scelta come base per nascondere il materiale per la sua seconda attività: quella di pusher.
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E lo aveva fatto occultando all' interno di un loculo oltre un chilo di cocaina purissima, insieme a un bilancino di precisione e ad altri attrezzi per tagliare, smistare e impacchettare la droga. In un altro loculo che poi - al pari del primo - ogni sera sigillava con una lastra di marmo, cui apponeva di lato un pezzo di legno che gli permetteva non solo di rimuovere la lastra stessa con facilità ma anche di riconoscere al volo quale fosse il "suo" loculo, aveva imboscato una pistola con matricola cancellata e relative munizioni.
Mercoledì pomeriggio uomini dei Falchi della sesta sezione Crimine diffuso della squadra mobile, forse allertati da qualcuno, forse insospettiti dai movimenti guardinghi dell' uomo che entrava e usciva di continuo dal cimitero, con l' auto sparata a grande velocità, lo avevano seguito, scoprendo così il nascondiglio mimetizzato in quel luogo appartato e poco frequentato pieno di droga che avrebbe fruttato, una volta immessa sul mercato, centinaia di migliaia di euro.
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Lo hanno seguito, cosa non proprio facilissima in un luogo come il cimitero monumentale, vero dedalo di tombe, marmi, aiuole e alberi, sentieri di dolore e silenzio quasi inestricabili per chi non li conosce e dove è facilissimo non solo perdersi per chi segue, ma anche accorgersi per chi è seguito se c' è qualcuno che ha preso lo stesso sentiero che stai percorrendo tu.
Lo hanno sorpreso, una volta arrivati sul Colle del Pincetto ed entrati nei lunghi corridoi dei loculi antichi, in cima a una scala che gli permetteva di affacciarsi su quello in cui aveva nascosto la droga. Hanno poi setacciato tutti i corridoi alla ricerca di un' altra lastra richiusa con la stessa metodologia, con il pezzo di legno incastrato tra il marmo e i mattoni, trovando infine dopo decine di tombe, tappeti di foglie marce, una curva e poi un'altra, quella giusta.
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Daniele G. è stato arrestato e adesso si trova ai domiciliari. I Falchi sono convinti che non avvenga molto altro qui, all' interno del cimitero più amato della città, dove oggi c' è anche una ragazza che fa jogging e dove non lontano dal nascondiglio del pusher si trova la tomba di Raimondo Vianello: di certo questa zona è sporca, abbandonata, degradata. E non si capisce perché non venga rimessa a posto, perché tutte queste tombe, la maggior parte senza neanche la lastra di marmo a indicare chi sia seppellito lì dentro, non vengano restaurate, ripulite e magari occupate da qualcun altro, invece che da chili di droga e da armi con la matricola scomparsa.