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    MAROCCO E I SUOI FRATELLI – LA NAZIONALE SORPRESA DEL MONDIALE, DOPO AVER ELIMINATO LA SPAGNA, SI SENTE IN MISSIONE PER CONTO DELL’INTERO MONDO ARABO: GIOCA PRATICAMENTE IN CASA, HA LA DIFESA MENO BATTUTA E HA FATTO FUORI DUE TESTE DI SERIE. CE LA FARÀ ANCHE CON IL PORTOGALLO, ALLE PRESE CON LE BIZZE DI CRISTIANO RONALDO? – BRASILE E FRANCIA RESTANO LE FAVORITE PER LA VITTORIA FINALE (CON LA VARIABILE ARGENTINA)


     
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    Emanuele Gamba per www.repubblica.it

     

    MAROCCO MAROCCO

    Cinque europee, due sudamericane e l'Africa maghrebina del Marocco: i quarti di finale di Qatar 2022 sono un poco più aperti al mondo rispetto a quattro anni fa, quando soltanto Brasile e Uruguay si misero di traverso all'Europa ma vennero spazzate via. Adesso il resto del pianeta ha una possibilità in più.

     

    Nei quarti che cominceranno domani, quando Doha avrà preso un poco di respiro dopo l'orgia di quattro partite al giorno nel raggio di cinquanta chilometri, l'élite planetaria è rappresentata abbastanza fedelmente: delle prime otto del ranking Fifa ne mancano tre (Belgio, Italia e Spagna), due delle quali fatte fuori dal Marocco, che è 22°.

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    Gli altri intrusi sono il Portogallo, nono, e i vicecampioni del mondo della Croazia, dodicesimi. Piuttosto, ogni Coppa insegna che il mondo gira in fretta: rispetto a quattro anni fa si sono confermate soltanto Francia, Brasile, Inghilterra e Croazia, mentre dall'Europeo giocato meno di un anno e mezzo fa hanno resistito gli inglesi e basta.

     

    Eppure Southgate è il ct più criticato degli otto assieme a Van Gaal, che non mai ha perso una partita ai Mondiali (ne ha fatte 11) se non ai rigori. I fuoriclasse attesi ci sono tutti e anche Ronaldo sta lasciando il segno con il clamore per il suo nuovo status: a orientare il Mondiale potrebbe essere lui, con i capricci o la disponibilità.

     

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    Croazia-Brasile

    Si comincia con la partita tecnicamente più raffinata, perché la qualità di palleggio del centrocampo croato potrebbe tranquillamente sostenere anche quello brasiliano. Tite però ha gli attaccanti che Dalic non ha: il povero ct croato si deve arrangiare con tre centravanti che in Italia conosciamo e non rimpiangiamo (Budimir, Livaja e Petkovic), perché l'unico talento nuovo sta in difesa: Gvardiol è il migliore del torneo nel ruolo, nessuno abbina forza, tecnica e velocità come lui.

     

    argentina messico argentina messico

    E ha appena vent'anni. Dalic dice che "non bisogna mai sottovalutare un croato", ma al tempo stesso non c'è il pericolo di sopravvalutare un brasiliano: la nazionale di Tite è esattamente quella che è, una squadra fortissima, completa, equilibrata e spensierata, senza un punto debole apparente ma con un dettaglio fuori posto, perché l'infortunio di Gabriel Jesus toglie al ct un'alternativa d'attacco fondamentale, specie visto che Richarlison non è mai stato un mostro di continuità. Altri veri uomini d'area non ce sono, anche se finora non sono serviti.

     

    Olanda-Argentina

    MEME SUL MAROCCO AI QUARTI DI FINALE DEI MONDIALI IN QATAR MEME SUL MAROCCO AI QUARTI DI FINALE DEI MONDIALI IN QATAR

    L'eterna rivincita della finale del 1978, ma anche della semifinale del 2014 (l'Olanda le ha perdute entrambe senza meritarlo), è una partita senza padroni che si sa già come andrà: Van Gaal se ne frega del possesso palla e al tempo stesso non fa catenaccio, quindi l'Olanda è difficilissima da prendere.

     

     Tiene la difesa alta perché ha tre difensori fortissimi (De Ligt è tranquillamente riserva), attacca senza sbilanciarsi ma ha tra giocatori non prevedibili, il fantasista spurio Klaessen (poca tecnica, ma dinamismo e intelligenza) e le due punte anomale Gakpo e Depay, che sanno realizzare un colpo con l'immediatezza dell'istinto. Messi faticherà a trovare spazi e potrebbe occuparsene in prima battuta De Roon, ma uno come Di Maria può risultare determinante, perché l'Olanda patisce le giocate laterali come quelle che sa fare lui. Se però Van Gaal continua a considerasi favorito (non per questa partita, per il titolo), delle ragioni ne avrà.

     

    Marocco-Portogallo

    tifosi marocco in festa a milano tifosi marocco in festa a milano

    È la sfida tra il morale più alto e quello più a rischio. Il Marocco si sente in missione per conto dell'intero mondo arabo, gioca praticamente in casa, ha già fatto fuori due teste di serie, ha la difesa meno battuta e il giocatore rivelazione, Amrabat: è una squadra-fortezza, di solidità e compattezza inaudite, in cui anche il talento (non ne manca: Ziyech, Hakimi, Boufal, Mazraoui, En-Nesyri, l'interessantissima mezzala Ounahi) è al servizio del collettivo. Né latitano esperienza è malizia: Saiss e Aguerd sono due difensoroni.

     

    Tuttavia non esiste nessuno che abbia la fluidità e la precisione di gioco del Portogallo, specie se Ronaldo, che ha uno stile totalmente diverso dai compagni, sta fuori. L'atteggiamento di Cristiano sarà dirimente: farà l'offeso o capirà il momento e si renderà conto di poter essere più utile con 20' ben fatti che rincorrendo ansiosamente un passato che non tornerà? Santos sta lavorando di diplomazia sfruttando l'ascendente che ha sempre avuto su di lui e fondamentale è il ruolo di Pepe, il miglior amico di Ronaldo: l'infortunio di Danilo Pereira gli ha ridato centralità nella squadra e da quella posizione può fare da raccordo tra le paturnie del divo e il carisma dei nuovi comandanti, Bruno Fernandes e Bernardo Silva, quelli che hanno sfilato le redini al vecchio padrone.

     

    cristiano ronaldo in panchina cristiano ronaldo in panchina

     Ieri Ronaldo non ha voluto allenarsi in campo assieme alla riserve ma lavorare in palestra con i titolari (per dimostrare di esserlo ancora?): è un capriccio che le vittorie aiutano a tollerare, ma che resta una minaccia agli equilibrii. All'interno della squadra c'è patto per il comune che Cristiano stesso ha sottoscritto: niente polemiche, niente ripicche e, come dice Pepe, "si fa quello che dice Santos". CR7 dovrà destreggiarsi tra l'ego e l'ambizione di vincere il titolo: come sempre, molto dipende da lui.

     

    Inghilterra-Francia

    Sulla carta è il quarto di finale più equilibrato. L'Inghilterra è la squadra con le statistiche migliori (12 gol con otto marcatori diversi), che ha fatto il percorso più lineare e ha il difensore forse più adatto per fermare Mbappé, Walker. Il quale la pensa così: "Lui è il più forte del mondo ma sono abituato a giocatori così.

     

    Il segreto sarà non rispettarlo troppo". Mbappé è l'incubo di chiunque, ha di

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    mostrato di non essere marcabile ma un Walker sulla sua strada qui non l'ha ancora trovato. Bisogna vedere se Southgate si cautelerà passando alla difesa a tre, aggiungendo Trippier sulla fascia per avere una doppia marcatura sulla destra rischiando però di sguarnire il centrocampo, dove Griezmann si smazza una mole incredibile di gioco.

     

    La forza delle due squadre sono le varianti: Dembélé è molto più di un Mbappé minore, così come l'Inghilterra può alternare talmente tanti creatori di occasioni (Bellingham, Mount, Foden, Saka, Rashford, Kane, Grealish e forse Sterling, se tornerà da Londra) che almeno un paio in serata li si trova senz'altro. La Francia ha qualche difettuccio in difesa e gli inglesi lo sanno.

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