Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI
Abbassare i toni, far scendere il livello di tensione e conflittualità, nella politica e soprattutto nella società. È anche questo il senso del silenzio con cui, in una «fase delicatissima» per il Paese, Mario Draghi ha evitato negli ultimi giorni qualsiasi intervento o commento che potesse suscitare reazioni, interpretazioni o strumentalizzazioni. Non ha enfatizzato il debutto senza incidenti del green pass obbligatorio per i lavoratori e tantomeno ha voluto far sentire la sua voce prima, durante o dopo la manifestazione di solidarietà alla Cgil.
MARIO DRAGHI E MAURIZIO LANDINI
D'altronde, anche a distanza di giorni, a parlare è l'abbraccio fortemente simbolico che il presidente del Consiglio aveva portato al segretario Maurizio Landini lunedì scorso, dopo l'assalto squadrista alla sede nazionale del primo sindacato italiano. La manifestazione di San Giovanni è filata via liscia ma i tafferugli e le cariche di polizia a Milano costringono Palazzo Chigi a tenere alta l'attenzione, sul piano sociale e su quello politico.
In piazza a Roma c'erano ministri ed esponenti del Pd, di Leu, di Italia Viva e del M5S e non c'era nessun ministro di centrodestra: la rappresentazione plastica di quanto sia lacerata la maggioranza e di quanto paziente dovrà essere il quotidiano lavoro di ricucitura che attende il premier sui dossier più divisivi. Il destino di Forza Nuova è uno di questi. Landini dal palco ha chiesto al governo di passare «dalla solidarietà all'azione concreta» nel rispetto della Costituzione e Luigi Sbarra, leader della Cisl, è andato in pressing sul governo perché «proceda subito allo scioglimento dei movimenti neofascisti».
DRAGHI SALVINI
A Palazzo Chigi prevale la cautela. In linea con i timori del Quirinale, la strategia di Draghi sullo scioglimento di Forza Nuova è aspettare che si pronunci la magistratura, evitando un decreto legge del governo che a destra sarebbe letto come una forzatura. Sarebbe la prima volta e il premier non vuole offrire il fianco a strumentalizzazioni.
mario draghi giuseppe conte
Anche sul green pass per i lavoratori la ricetta di Draghi è improntata alla prudenza e alla gradualità, senza trionfalismi e senza tracciare bilanci prima del tempo. Proteste e tensioni ci sono state e ci saranno ancora, ma l'importante, per Palazzo Chigi e per il ministero della Salute, è che le prime dosi di vaccino contininuo a crescere e che, nonostante i tamponi abbiano toccato quota 500 mila al giorno, il numero di casi di Covid resta stabile. Il green pass quindi funziona e non è affatto escluso che più avanti il governo decida di allentare la morsa dell'obbligo, come chiedono Salvini e Conte.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
Le prossime tre o quattro settimane saranno ad alto tasso di conflittualità per la maggioranza. Domani si aprono le urne dei ballottaggi e il risultato rischia di aumentare la fibrillazione. Anche così si spiega la cautela di Palazzo Chigi, che però, nelle intenzioni del premier, non deve allentare la determinazione ad andare avanti spediti. C'è la legge di bilancio da inviare a Bruxelles, ci sono le riforme collegate al Pnrr e bisogna sminare il campo dai temi che spaccano la maggioranza. Lo scontro sul reddito di cittadinanza preannuncia la reazione della Lega, quando Draghi taglierà Quota 100 e dirà agli italiani che non si andrà più in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi.