• Dagospia

    MENTRE I MEGASTORE CHIUDONO, IL MONDO DELL’E-COMMERCE CRESCE ED È SEMPRE PIÙ IN FERMENTO - LA SATOR DI MATTEO ARPE ENTRA A FAR PARTE DI BANZAI DI PAOLO ANIO - QUEST’ULTIMA HA BEN 60 SOCI, FRA CUI MARCO E ROBERTO DRAGO DEL GRUPPO DE AGOSTINI E GAD LERNER - FRA I PROGETTI DEGLI IMPRENDITORI C’È QUELLO DI FAR DIVENTARE BANZAI LA PRIMA PIATTAFORMA ITALIANA A CONIUGARE L’E-COMMERCE CON L’INFORMAZIONE ONLINE...


     
    Guarda la fotogallery

    Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

    MATTEO ARPEMATTEO ARPE

    La Internet company Banzai, attiva dall'e-commerce alla produzione di contenuti online, trova il partner finanziario che cercava per continuare a crescere. Si tratta della Sator Capital Limited di Matteo Arpe che nei giorni scorsi ha firmato un memorandum of understanding vincolante per entrare nella società con un aumento di capitale riservato. Arpe e il fondatore di Banzai, Paolo Ainio, si conoscono in realtà da anni. Non di meno quella che si verrà a formare è, di fatto, una coppia inedita.

    Paolo AinioPaolo Ainio

    «Edoardo Giorgetti (responsabile dell'e-commerce per Banzai, ndr) era il general manager di Fineco quando io ero amministratore delegato di Capitalia - ricostruisce Arpe - e, comunque, conoscevo Ainio dai tempi di Mediobanca». Con l'aumento di capitale gli azionisti del gruppo subiranno una diluizione e il risultato sarà un controllo paritetico congiunto con oltre il 50% da parte di Sator e Ainio (che a dicembre risultava avere il 37%).

    «Dal mio punto di vista ciò che è interessante nell'operazione è la semplificazione del panorama dei soci», racconta Arpe. Per capire cosa intenda è necessario dare un'occhiata all'attuale torta degli azionisti di Banzai: la lista è lunga, circa 60 soci, e i nomi noti non mancano.

    Si va da Marco e Roberto Drago (gruppo De Agostini) a Lorenzo Pellicioli, dalla Vis Value Partecipazioni di Pietro Boroli (altro azionista di De Agostini) a Gad Lerner (appena lo 0,15%, evidentemente una fiche simbolica nella società che gestisce il suo blog). Dalla Micheli Associati della famiglia Micheli (fondatori di Fastweb) al fondo di venture capital Principia.

    «Gli altri azionisti resteranno nella società» garantisce Ainio. Anche perché «siamo a cavallo sui primi importanti frutti: il 2012 si è chiuso con 4 milioni di euro di Ebitda e 130 milioni di fatturato. Il 2011 era stato l'anno del primo Ebitda positivo».

    Paolo AinioPaolo Ainio

    Sembra un po' di vedere la strategia che Ainio aveva usato, con successo, in Virgilio di cui era stato uno dei fondatori (ingresso di soci importanti come il gruppo De Agostini e, poi, vendita a un grande gruppo come Telecom Italia). Ed è probabilmente questa la migliore garanzia del sostegno degli azionisti storici.

    L'operazione su Banzai, peraltro, segue di pochi mesi quella con cui Sawiris ha unito i due principali portali italiani: Libero e, appunto, Virgilio. Due indizi che il settore è in fermento. Sarà interessante capire quale potrebbe essere, ora, l'evoluzione del modello di business. È noto che Arpe nutra un interesse per il mondo dell'informazione (è socio di «Lettera43» e in passato si era parlato di un possibile interesse per l'agenzia di stampa «Radiocor»).

    FRANCESCO MICHELI LAURA TESO MURINO eFRANCESCO MICHELI LAURA TESO MURINO e

    Da parte sua Ainio non disdegna, come invece fanno altri gruppi web, la produzione di contenuti anche se ha il proprio core business nell'e-commerce. Lo sbarco del colosso Amazon in Italia non sembra avergli procurato danni. Forse è stato anche positivo. E ora Banzai potrebbe diventare il naturale laboratorio per misurare il possibile connubio tra e-commerce è informazione online.

    Gad LernerGad Lerner

    «Secondo il mio punto di vista - dice Ainio - è uno sbocco interessante. In Germania ci sono già esempi come quello di Burda e Axel Springer. In Italia siamo gli unici che possono lavorare in questa direzione». Ora arriveranno le iniezioni di capitale fresco di Sator a finanziare questa crescita. «Fino a un certo punto ci siamo sostenuti con i soci privati ma eravamo alla ricerca di un contributo più istituzionale» conclude Ainio. L'unica incognita rimane il "quanto": sul numero la coppia mantiene il riserbo. Anche se il consensus del settore prima della notizia è che Banzai potesse essere valorizzata tra i 70 e gli 80 milioni.

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport