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    IL MONDO STA CUOCENDO A FUOCO LENTO E LA DISCUSSIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE FINISCE IN GAZZARRA POLITICA - CRUCIANI: "È NORMALE CHE CI SIANO GIORNATE CON 40 GRADI, PERCHÉ CI DOVETE ROMPERE I COGLIONI?" MA PER GLI SCIENZIATI LE TEMPERATURE RECORD SONO FRUTTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO - L’AFA STA ATTANAGLIANDO EUROPA, ASIA E AMERICA. L’ARIA CALDISSIMA DEI DESERTI DEL SAHARA, GOBI E MESSICO SALE VERSO NORD - ABITUATEVI, LE ESTATI SARANNO TUTTE COSÌ


     
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    1. AFA, ALLARME GLOBALE “NEL SUD EUROPA IL CLIMA DEL SAHARA”

    Estratto dell’articolo di Elena Dusi per "la Repubblica"

     

    riscaldamento globale 1 riscaldamento globale 1

    In Europa abbiamo Caronte, il traghettatore delle anime. L’ondata di caldo che già ieri ci sembrava insopportabile, con picchi di 43° al Sud, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) si intensificherà ulteriormente. Raggiungerà il culmine domani, ma si tratterrà con noi fino ad agosto, seminando record di temperatura lungo la strada.

     

    «Nuovi massimi previsti» avverte la Wmo, trasportandoci col pensiero al picco europeo registrato l’11 agosto 2021: 48,8° vicino Siracusa. Per oggi in 20 città italiane su 27 è previsto il bollino rosso. Ieri erano 17 e domani saranno 23. Altro che traghettatore, insomma. La macchia rossa di Caronte che nelle mappe meteorologiche ricopre l’Europa tra Spagna e Turchia ha un che di obeso e ristagnante.

     

    riscaldamento globale riscaldamento globale

    È una bolla di caldo che risale dal Sahara, si piazza sul Mediterraneo e tratta l’Europa come fosse una provincia dell’Africa, con temperature fino a 10° oltre la media. Provoca caldo, ma anche incendi. […]

     

    Può sembrare paradossale, visto che domenica la Cina ha registrato il suo record di caldo per questo periodo dell’anno: 52,2°. Ma l’afa (accompagnata dagli incendi) e le tempeste (accompagnate dalle alluvioni) sono le due facce della stessa medaglia, che in sincronia stanno martellando Asia, America ed Europa. […]

     

    L’aria del deserto, che sia il Sahara, quello del Messico, del Gobi o della penisola arabica, col riscaldamento globale si espande verso nord. Probabilmente le nostri estati d’ora in poi saranno così, al netto di qualche variazione annuale».

    riscaldamento globale riscaldamento globale

     

    Oggi nelle mappe Caronte ha la forma di una lingua rossa che dall’Africa si protende verso il Sud Europa, ingoiandolo. «Dipende dal monsone africano» spiega Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma di Firenze (il Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale gestito da Regione Toscana e Cnr). «Da vari anni la cella climatica tropicale, che comprende il Sahara, tende ad espandersi verso nord, inglobando l’Europa meridionale.

     

    Porta con sé anticicloni statici, che perdurano a lungo e non sono accompagnati da venti rinfrescanti. Le temperature si mantengono sopra ai 20 gradi anche di notte, rendendo l’afa ancora più fastidiosa e impedendoci di dormire». Uno studio pubblicato sulla rivista Plos nel 2019, d’altra parte, prevedeva che il clima di Marrakesh si sarebbe presto trasferito a Madrid.

     

    Ecco, ora l’Africa è arrivata. «Adesso ci lamentiamo» commenta amareggiato Gozzini. […]

     

    2. “FA CALDO? SIAMO IN ESTATE” LA DESTRA ALLA CROCIATA NEGAZIONISTA

    Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per "la Repubblica"

     

    CLAUDIO BORGHI 3 CLAUDIO BORGHI 3

    Negare il problema, come primissima opzione, deresponsabilizzando singoli e collettività. Isolare un dato parziale e circostanziato e costruirci sopra una narrazione che smonti l’urgente necessità di un cambiamento. Infine evocare presunti burattinai dietro alla “minaccia” del riscaldamento globale, pazienza se molto spesso è proprio la bolla negazionista quella ad essere finanziata dal mondo dei combustibili fossili.

    riscaldamento globale riscaldamento globale

     

    Il discorso pubblico della destra — italiana, europea, americana — segue da anni lo stesso identico filone e anche in questi giorni di temperature fuori controllo lo schema non cambia. «D’estate fa caldo, non c’è nessun motivo di creare allarmismo — dice Claudio Borghi, parlamentare della Lega — alcuni ghiacciai si sciolgono, ma questo rientra nella storia del mondo».

     

    Ecco, se il consenso scientifico attorno all’emergenza climatica e alle sue cause (cioè le emissioni sempre crescenti di gas serra e ad altri fattori riconducibili alle attività umane) si attesta attorno al 98% delle pubblicazioni, quel restante 2% trova nel mondo conservatore mondiale un fedele e anche astuto megafono.

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    Perché non ci sono solo personaggi come ad esempio Lucio Malan, capogruppo al Senato di FdI e in passato promotore di convegni dal titolo tipo “Non c’è un’emergenza climatica”, che sembrano voler negare l’evidenza e quindi vengono presi poco sul serio. Ce ne sono tanti altri che invece utilizzano il fortunatissimo oppositivo: non nego che ci sia un problema ma, sulla falsariga del “non sono razzista ma”. […]

     

    Così non a caso Francesco Giubilei, campioncino nostrano del pensiero conservatore, twitta picchi di calore degli anni passati aggiungendo «basta toni apocalittici sul cambiamento climatico», quest’ultima un’espressione coniata oltre 20 anni fa da Frank Luntz, stratega comunicativo dei repubblicani Usa, molto più morbida e rassicurante di “riscaldamento globale”.

     

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    Sempre non a caso Carlo Fidanza, big meloniano a Bruxelles, dice che «i cambiamenti climatici ci sono sempre stati nel corso dei millenni e vanno affrontati senza toni apocalittici. La transizione ecologica è un obiettivo condiviso, che noi mettiamo in pratica a tutti i livelli di governo nei quali siamo impegnati.

     

    Sono le modalità dettate da Bruxelles che non ci convincono: target irrealistici da raggiungere in tempi troppo ravvicinati; nessun rispetto del principio di neutralità tecnologica: l’elettrico tutto e subito e l’ostilità al biocarburante condannano intere filiere industriali; mancanza di reciprocità e nuova dipendenza dalla Cina. A queste condizioni la transizione green diventa insostenibile». […]

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    No, è una manovra delle élite contro il popolo. I nomi tirati in ballo sono sempre gli stessi, buoni anche per le teorie complottiste su pandemia, sostituzione etnica, euro: da Bill Gates a George Soros (il banchiere ebreo, anzi mondialista…). […]

    carlo fidanza carlo fidanza

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