Marco Giusti per Dagospia
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Ha diretto grandi successi internazionali, grazie ai suoi due Batman supergay definiti “spudoratamente camp e insolitamente queer”, “Batman Forever”, “Batman & Robin”, all’operistico “Il fantasma del palcoscenico”, ai grandi thriller anche complessi, “Un giorno di ordinaria follia”, “8 mm”, “In linea con l’assassino”, “Il cliente”, ai film generazionali, “St. Elmo’s Fire”, “Ragazzi perduti”, “Linea di confine”, che raccontarono i ragazzi cresciuti malamente negli anni ’80 tra i video e Ronald Reagan e le voglie di liberazione gay. Ha scoperto o valorizzato attori come Julia Roberts, Kiefer Sutherland, Colin Farrell, Jim Carrey, Matthew McConaughey.
JOEL SCHUMACHER
Joel Schumacher, che se ne è andato nella sua New York dove era nato 80 anni fa, può vantare di aver fatto un cinema spesso commerciale, anche molto commerciale per colpa delle majors, ma sempre anche molto autoriale proprio come messa in scena, costruzione delle scene, dei costumi, uso dello schermo panoramico, direzione degli attori. Sforando spesso nel camp proprio con i personaggi di Batman, se si pensa all’Enigmista di Jim Carrey e alla Poison Ivy di Uma Thurman, disegnata in una prima versione come dominatrice bisessuale dalla pelle di spinosa di cactus. Non banale, insomma.
joel schumacher
Come dimostrano appunto sia i suoi due clamorosi Batman, con i quali subentrò a un maestro del fantasy come Tim Burton, sia i suoi tanti thriller sempre un po’ fuori dagli schemi classici, sempre originali. Per non parlare dei suoi video per gli Smashing Pumpkins, per gli Innx, per Lenny Kravitz. Newyorkese, figlio di genitori di origini tedesche, da parte di padre, e russo-ebree, da parte di madre, si interessa da subito di moda e design. Studia alla Parson’s School of Manhattan e lavora nella moda, allestendo anche vetrine dei negozi newyorkesi.
Entra nel cinema nei primi anni ’70, diventando presto costumista per registi come Frank Perry (“Play It As It Lays”), Paul Mazursky (“Blume in Love”), Herbert Ross (il fondamentale “The Last of Sheila”), Woody Allen (“Il dormiglione”), scenografo per Curtis Harrington (“Killer Bees”) e sceneggiatore per film anche importanti come “Car Wash” e “The Wiz” di Sidney Lumet , ad esempio, versione musicale nera de “Il mondo di Oz” con Michael Jackson protagonista.
joel schumacher
Passa alla regia molto presto, nel 1974 con “Virginia Hall”, con Harvey Keitel come il gangster Bugsy Siegel e Dyan Cannon come la sua amante Virginia Hall, seguito da “Amateur Night at the Dixie Bar” con Don Johnson. E’ già un film importante “The Incredible Shrinking Woman” con Lily Tomlin nel 1981, versione femminile di un celebre film di fantascienza anni ’50 tratto da un racconto di Richard Matheson con un uomo che ogni giorno diventa più piccolo di cinquanta centimetri, poi “D.C.Cabb” con Max Gail e Mister T.
joel schumacher michael douglas
Il primo vero successo è “St. Elmo’s Fire” con Demi Moore, Rob Lowe, Andie MacDowell, Andrew McCarthy, ritratto della generazione americana degli anni ’80. “Loro si aspettavano di realizzarsi e di avere enormi carriere davanti. Erano gli anni della Reaganomics”. Ma non andò così. Anche se parla di vampiri, per Schumacher “gli unici mostri hot del cinema”, grazie al cast giovanile, Jason Patric e Kiefer Sutherlannd, è un film generazionale anche il successivo “Ragazzi perduti”, per non parlare di “Linea mortale”, con Kiefer Sutherland e Kevin Bacon che civettano con la morte.
JOEL SCHUMACHER JULIA ROBERTS
E’ lì che scopre e lancia Julia Roberts. “Quando Julia entrò in casa mia con questi jeans tagliati, senza trucco, a piedi nudi, i capelli raccolti in testa, sapevo una cosa: sapevo di non aver mai incontrato nessuno come lei. Ho pensato: "Come ho vissuto senza conoscere questa ragazza". La ritroveremo nel mélo “Scelta d’amore” l’anno dopo. “La domanda che mi fanno sempre”, diceva Schumacher, “è: Come fai a sapere che questi giovani diventeranno delle stelle? Non lo sai. Sai solo che non c'è nessuno come loro. Se Julia Roberts entra nel tuo ufficio a 20 anni e tu non la assumi, non devi far parte del mondo del cinema”.
E’ un remake un po’ piatto di un film francese “Cugini” con Ted Danson, Isabella Rossellini, Sean Young, ma è un gran film dedicato al cittadino medio che esce fuori di capoccia “Un giorno di ordinaria follia” con Michael Douglas nel ruolo della sua vita. Lo seguirà “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, bella trasposizione cinematografica di un giallo di John Grisham.
JOEL SCHUMACHER JULIA ROBERTS
Con “Batman Forever” e “Batman & Robin” si trova a prendere il posto di Tim Burton, che aveva diretto due capolavori. Non era un compito facile. La sua idea, dice, è già quella di un Batman più dark alla Frank Miller, e, da gay dichiarato, puntare esplicitamente a una componente omo nel rapporto con Robin, e a fare di certi personaggi delle regine del queer, ma la produzione glielo permette fino a un certo punto, spingendo invece nella linea di un supereroe per tutta la famiglia. Nei due Batman, però, Schumacher realizza una piena fusione tra la sua idea di cinema e quella di scenografo-costumista, sviluppando una grande visione ultracamp e ultragay come dimostrano gli apprezzamenti dei suoi fan sui social.
“Le immagini surreali in alcuni dei miei film”, dirà “sono state spesso attribuite alle mie esperienze di droga, l'ho sentito dire da varie parti. Non so... quel mondo è abbastanza lontano rispetto a me adesso. Quello era il mio percorso e quando fai i conti con l'essere un tossicodipendente e un alcolizzato, ti rendi conto che tutto quello che fai dipende solo da te”. La componente gay e quella del film sui diritti civili torna in un bel thriller sudista tratto dal primo romanzo di John Grisham, “Il momento di uccidere”, girato tra i due Batman, dove Matthew McConaughey, avvocato gay con assistente nero, torna a casa nel profondo sud, a Canton nel Mississipi, e difende un nero accusato di aver ucciso due bianchi che gli avevano stuprato la figlia.
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Con lui troviamo anche Sandra Bullock, Samuel L. Jackson, Kevin Spacey, Donald e Kiefer Sutherland. Un film sicuramente maggiore è il thriller dedicato al mondo degli snuff movie, quelli dove si film un vero omicidio, “8mm – Delitto a luci rosse” con Nicholas Cage, Joaquin Phoenix e James Gandolfini. Un film, dirà più tardi Scumacher che “non verrebbe mai realizzato oggi. Penso che sia un film davvero audace, molto controverso, come molti dei miei film”.
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Schumacher dirigerà poi “Flawless” con Robert De Niro e Philip Seymour Hoffman, “Tigerland” con Colin Farrell, “Veronica Guerin” con Cate Blanchett, l’operistico “Il fantasma del palcoscenico” con Gerald Butler, l’ottino thriller “Number 23” con Jim Carrey ossessionato dal numero 23. “Blood Creek”, dove Michael Fassbender è uno scienziato nazista zombi che combatte con Henry Cavill, “Twelve”, fino a “Trespass”, che è il suo ultimo film.
Dirigerà poi due episodi della celebre serie “House of Cards”, prima di ammalarsi qualche anno fa. “Penso di essere una delle persone più fortunate che siano mai vissute”, dirà commentando la sua carriera. “Ho il mio sogno. L'ho ottenuto molto più grande di quanto avrei potuto nemmeno immaginarlo. In fondo, sono solo un bambino i cui genitori sono morti molto giovani, che era da solo ed è cresciuto dietro un cinema prima della TV, e volevo raccontare quelle storie e guardare cosa succedeva”.
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Su twitter leggo quello che ha scritto Jim Carrey, che lo ebbe come regista in “Batman” e in “Number 23”: “Joel Schumacher se ne è andato. Lui ha visto cose molto più profonde in me di quante ne vedesse la gente e ha vissuto una vita meravigliosamente creativa e eroica. Sono grato di averlo avuto come amico”.
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