Marco Giusti per Dagospia
Pino Caruso
pino caruso
Comico di punta della tv, del cabaret e del teatro degli anni ’70, Pino Caruso, che se ne è andato a 85 anni, avrebbe potuto ottenere maggiore fortuna e anche maggiore considerazione sia dal cinema che dalla tv. Soprattutto dal cinema, che iniziò a frequentare sin da giovane attore al doppiaggio, iniziando addirittura con Salvatore Giuliano e Il gattopardo, e dando poi voce, lui palermitano, perfino a corregionali siciliani come il catanese Aldo Puglisi, La ragazza con la pistola, e il messinese Tano Cimarosa, Per grazia ricevuta.
Ma, da virtuoso della parola, poteva dare voce davvero a chiunque. Arrivato al successo a Roma grazie a Castellacci e Pingitore e ai suoi monologhi al Bagaglino, Pino Caruso si ritrova presto a dover scegliere fra tv e cinema. Ma se in tv bastava riproporre i suoi monologhi, al cinema la cosa si faceva più complessa.
Dopo qualche piccolo ruolo alla fine degli anni ’60, da La coppia più bella del mondo di Camillo Mastrocinque a Gli infermieri della mutua di Giuseppe Orlandini, o in coproduzioni italo-francesi come La mano di Henri Gleaser e Un elmetto pieno di… fifa, arriva finalmente al primo film da protagonista nel 1970, Quella piccola differenza, diretto da un maestro del cinema di genere come Duccio Tessari.
pino caruso
Ma film e esperienza saranno un disastro. “E’ il film più brutto che sia mai stato girato”, dichiarerà a più riprese Pino Caruso, “Mi vergogno di averlo fatto e la responsabilità è soltanto mia. Se potessi acquisterei la matrice della pellicola e la brucerei”. La storia di questo disastro annunciato è complessa. Il film era stato pensato, col titolo Può capitare anche a te, da Sergio Corbucci per Enrico Montesano, allora star del Bagaglino assieme a Caruso, come protagonista.
Quando Dino De Laurentiis opziona Montesano, allora noto in tv come N’apocalisse, per fargli fare una serie di film in coppia con Alighiero Noschese, Corbucci pensa a Pino Caruso. Ma presto esce dal film e entra Duccio Tessari come regista. Ma il problema non è il regista. E neanche il protagonista. E’ la storia del film. Addirittura un cambio di sesso. Non voluto, inoltre. Quindi un personaggio di maschio italiano medio, neanche gay, che diventa misteriosamente una donna. Poteva funzionare nel 1970? Mah… Diciamo che era troppo avanti…
pino caruso paolo villaggio
“Ho deciso di realizzare un film anti sexy,” disse allora Tessari, “contro, cioè, un certo tipo di gallismo e di prevaricazione maschile nei confronti del sesso opposto”. E Caruso: “E’ assurdo, disumano, cretino che un uomo viva tutta la sua vita pensando solo ed esclusivamente al sesso”. Nel pieno del gallismo italiano cinematografico buzzanchiano, ci si lancia quindi in una commedia controcorrente. Commedia, inoltre. Leggi: da ridere. Per la prima del film il celebre ufficio stampa Mario Natale organizza una gran festa al Bagaglino di Roma dove si esibiscono, assieme a Caruso anche Lino Banfi e Pippo Franco.
Il film è visto come esordio del cabaret nel cinema. E Pino Caruso è davvero lanciato. Al punto che si parla di lui come protagonista di Paolo il caldo, da girare subito dopo questo Quella piccola differenza. Ma non solo il film è un disastro come incassi, imbarazza pure fortemente il pubblico. Nel ricordo di allora, ricordo una prima assolutamente defilata dalle prime visioni, con pochissimi spettatori perplessi in sala. Non si rideva mai e non si capiva neanche il senso del film con questo assurdo e non voluto cambio di sesso.
pino caruso
Pino Caruso ne usciva a pezzi. Per questo, credo, volesse bruciare il negativo. Si riprese un po’, ma da caratterista siciliano, cosa che forse avrebbe voluto evitare, grazie al successo di Malizia di Salvatore Samperi a fianco di Turi Ferro e Laura Antonelli, dove aveva il ruolo del prete, Don Cirillo. E così lo ritroviamo subito dopo nel simile La seduzione di Fernando Di Leo con Lisa Gastoni e, ancora con Turi Ferro lo troviamo ne La governante di Gianni Grimaldi, versione cinematografica, molto manomessa di un testo di Vitialiano Brancati che era decisamente drammatico.
Cambiando il finale e altre cose, Grimaldi ne aveva fatto una commedia erotica secondo i modelli del tempo. Forte del successo televisivo e della nascita dei nuovi filoni legati alla Sicilia, si presenta all’inizio del 1975 con un nuovo film da protagonista che gli hanno scritto proprio Castellacci e Pingitore. E’ L’ammazzattina, mafia-movie comico diretto da Ignazio Dolce. «Sì, è il mio primo film da protagonista”, dirà presentando il film alla stampa.
“In realtà ne ho girati altri due che preferisco dimenticare. L'ammazzatina invece me lo sento addosso. Il film, che è un giallo grottesco, diventa una specie di giostra di omicidi, specchio dei nostri tempi in cui c'è una vera inflazione di morti ammazzati. Questa carneficina spiega il titolo: in palermitano "ammazzatina" significa strage, è un vezzeggiativo che non si usa per meno di dieci morti”. In realtà, non funzionerà nemmeno L’ammazzatina, e Pino Caruso tornerà a interpretare ruoli da caratterista nelle commedie del tempo.
LUCA E PAOLO GIASS PINO CARUSO
Ovviamente da caratterista siciliano. Si va da Il belpaese con Paolo Villaggio, Il marito in collegio con Enrico Montesano, Il ficcanaso con Pippo Franco. Alla fine degli anni ’70 è protagonista e addirittura regista di un episodio di Ride bene… chi ride ultimo. Nell’episodio, dal titolo “Sedotto e violentato”, Pino Caruso è violentato da ben tre ragazze. Lo troviamo poi in Gegé Bellavita di Pasquale Festa Campanile con Flavio Bucci, dove interpreta un duca sposato con la provocante e non fedelissima Marina Frajese.
Nel 1985 ritorna alla regia per un film televisivo che non ha lascia, purtroppo, lasciato grande traccia di sé, Lei è colpevole, si fidi, dove recitano molti amici, da Enrico Montesano a Renzo Arbore, da Gigi Proietti a Luciano Salce, da Tuccio Musumeci a Nanni Loy. Negli anni si è perso un po’ nella fiction, ha fatto molto teatro, prima di essere recuperato con vero amore da Ficarra e Picone in La matassa. Sono i due palermitani a indicarlo come grande maestro di comicità e come illustre palermitano fuori dalle regole.
GIANFRANCO DANGELO PINO CARUSO