Marco Giusti per Dagospia
Louis Gossett
Se ne va a 87 anni Louis Gossett jr, uno degli attori neri più amati dal pubblico americano. Macho, duro, con grande personalità,è impossibile non ricordarlo come il sergente di ferro Emil Foley in “Ufficiale e gentiluomo” di Taylor Hackford.
Non solo quell’anno Louis Gossett Jr vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista, ma lo vinse per un ruolo ben lontano dai soliti che venivano affidati agli attori neri del tempo, il magnaccia, il cameriere, lo spacciatore. Questo per il pubblico nero del tempo era fondamentale. Emil Foley era il ruolo che doveva interpretare Jack Nicholson, il sergente durissimo che forma gli ufficiali americani. Un ruolo da bianco? In realtà un ruolo al di là del colore della pelle.
Louis Gossett - ufficiale e gentiluomo
Ma quando Louis Gossett Jr vinse l’Oscar nel 1982 era già una vecchia conoscenza. Sapevamo benissimo chi era e il suo valore. Nato a Brooklyn nel 1936, aveva esordito a Broadway a 17 anni e si era spostato a Los Angeles per fare tv e cinema molto presto. Bravo, preparato, esordisce nel cinema con un ruolo importante, quello di George Murchinson, in “Un grappolo di sole” di Daniel Petrie a fianco di Sydney Poitier e Ruby Dee.
Ma il primo successo è nel cinema della New Hollywood, con un ruolo importante, da coprotagonista, quello di Copee in “Il padrone di casa” di Hal Ashby a fianco di Beau Bridges, Pearl Bailey e Lee Grant. Già qui Gossett, con la sua presenza così forte, suppliva alla debolezza del protagonista bianco, cosa che ritroveremo spesso nei film che lo vedono in coppia con un attore bianco.
E’ bravissimo anche nello strano western bianco/nero “Il magliaro a cavallo”(“The Skin Game”) del 1970, iniziato da Paul Bogart e completato da Gordon Douglas, dove fa coppia con James Garner in una sorta di commedia, scritta da Peter Stone, dove il bianco vende come schiavo il nero, che poi libererà, solo per far soldi.
Louis Gossett - premio oscar 1983
Ma ha un ruolo importante anche nel favoloso “In viaggio con la zia” di George Cukor con Maggie Smith, nell’ottimo thriller di Stuart Rosenberg “The Laughing Policeman” con Walter Matthau e in “The White Dawn” di Philip Kaufman con Warren Oates. Gossett offre sempre al pubblico nero dei personaggi forti, da leader in un cinema ancora dominato dai bianchi. Anche se non farà mai parte del genere blaxploitation. Ma non per scelta. Ha sempre detto.
Se nel 1971 il produttore David L. Wolper aveva dovuto sostituirlo, perché si era rotto una gamba, con Billy Dee Williams nel film tv “La canzone di Brian” con Robert De Niro, si ricorderà di lui per “Radici” offrendogli un ruolo importante, quello di Fiddler, che gli farà vincere un Emmy. A “Radici”, primo kolossal americano sullo schiavismo visto dalla parte degli schiavi, che sarà un successo in tutto il mondo, seguirà “Abissi” di Peter Yates con Jacqueline Bisset e il bellissimo “I ragazzi del coro” di Robert Aldrich.
Louis Gossett - ufficiale e gentiluomo
Ovvio quindi che quando arriverà a “Ufficiale e gentiluomo”, Louis Gossett Jr è già una star. L’Oscar lo porterà a ruoli ancor più da protagonista, come “Lo squalo 3”, dove sostituirà Roy Scheider, o “L’aquila d’acciaio” o il notevolissimo “Il mio nemico” (“Enemy Mine”), iniziato da Richard Loncraine, ma poi completamente rigirato da Wolfgang Petersen, dove interpreta il nemico alieno Jeriba che se la vede con il terrestre Dennis Quaid. Gossett diventa contemporaneamente quindi alieno-nero e perfino un personaggio transgender, dal momento che partorirà.
Anche se non avrà più negli anni successivi lo stesso status di star che aveva avuto negli anni ’70, gira una marea di film e serie tv fino all’ultimo. Nella strepitosa serie “Watchmen”, dedicata alle radici della cultura nera americana, ha il ruolo fondamentale di William Reeves, per il quale verrà candidato a un Emmy.
Louis Gossett
Lo troviamo perfino nel recente remake musicale di “Il colore viola”. Ma ha girato una decina di film anche in questi ultimissimi anni. A 87 anni Louis Gossett jr chiude una vita piena di successi, un Oscar, un Emmy, due Golden Globes, uno per “Ufficiale e gentiluomo” e uno per “The Josephine Baker Story”, perfino un Razzie, per “Lo squalo 3”, ovviamente, 212 titoli tra film, film-tv e serie.
Louis Gossett Louis Gossett