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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – SE NE VA A 90 ANNI DAVID MCCALLUM, UNA INTERA CARRIERA, E UN CASCHETTO DI CAPELLI BIONDI POI DIVENTATI BIANCHI, SPESI DIETRO IL CINEMA E IL SERIALE DI SPIONAGGIO E DI GRANDI CASI POLIZIESCHI – E’ STATO IN BEN 457 EPISODI DELLA SERIE “NCIS. UNITÀ ANTICRIMINE” IL DOTTOR DONALD “DUCKY” MALLARD – MA PER I SIGNORI DI UN’ALTRA GENERAZIONE È STATO SOPRATTUTTO LA SPIA SUPERCOOL RUSSA ILIYA KURYAKIN CHE, IN COPPIA CON L’ALTRETTANTO SUPERCOOL NAPOLEON SOLO DI ROBERT VAUGHN, AVEVA DATO VITA ALL’INCREDIBILE SERIE DI SPIE “THE MAN FROM U.N.C.L.E” … – VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Se ne va, a 90 anni precisi, David McCallum, una intera carriera, e un caschetto di capelli biondi poi diventati bianchi spesi dietro il cinema e il seriale di spionaggio e di grandi casi polizieschi tutti da risolvere. E’ stato in ben 457 episodi della serie “NCIS – Unità anticrimine”, dal 2003 a oggi, il dottor Donald "Ducky" Mallard.

     

    Ma per i signori di un’altra generazione è stato soprattutto la spia supercool russa Iliya Kuryakin che in coppia con l’altrettanto supercool spia americana Napoleon Solo di Robert Vaughn aveva dato vita all’incredibile serie di spie in tv prodotta dalla MGM, ideata da Sam Rolfe e supervisionata da Ian Fleming, “The Man From U.N.C.L.E”, 105 episodi tra il 1964 e il 1968, diretti da registi considerati minori, ma solidi artigiani, come Joseph Sargent, John Brahm, Alvin Ganzer, Alf Kjellin, Barry Shear, Richard Donner, Boris Sagal, Don Medford, Vincent McEveety, ma anche i più curiosi e moderni Michael Ritchie, Theodore J. Flicker.

     

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    Una serie che dette a McCallum e al suo personaggio una popolarità incredibile, al punto che riceveva più lettere di ammiratori, al tempo, di Elvis Presley o di Clark Gable. A differenza di tante serie americane, “The Man From U.N.C.L.E” non solo trattava temi come la Guerra Fredda, ma soprattutto si inseriva nel magico e geniale mondo dell’Eurospy, portandosi dietro guest star del calibro di Senta Berger, Sharon Tate, Vincent Price, Jack Palance, Janet Leigh, George Sanders, Joan Crawford, Luciana Paluzzi, Nancy Sinatra, Barbara Shelley, Joan Collins, Barbara Bouchet, Akim Tamiroff, Sonny e Cher, Telly Savalas, mischiando in un calderone pe-tarantiniano, la folle Europa degli anni ’60 e i rimasugli della Hollywood che fu.

     

    Un potenziale che lo scivolamento verso il comico della terza stagione, per adeguarsi a successi come il “Batman” tv, portò al calo di ascolti e quindi alla fine prematura della serie. Va detto che il potenziale venne nuovamente devastato anche dall’inutile remake cinematografico di pochi anni fa diretto da Guy Ritchie e interpretato da due belloni come Henry Cavill e Armie Hammer.

     

     

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    Ma quei 105 episodi degli anni ’60 segnarono così profondamente David McCallum nel suo ruolo che, pur attivissimo fino a oggi nel mondo del seriale, non riuscì mai più a uscire da quella dimensione e per lui il cinema rimase un sogno impossibile già nei primi anni ’70.

     

    Eppure per David McCallum, serio attore scozzese, nato a Glasgow, nel 1933, i primi passi, alla fine degli anni ’50, furono quelli di un attore portato al sicuro successo sia nel cinema inglese sia in quello di Hollywood. Come accadde a colleghi come Richard Harris, Laurence Harvey, Stanley Baker.

     

    Inizia nel 1957 con piccoli ruoli in una serie di film abbastanza importanti, “Colpo di mano a Creta” di Powell & Pressburger con Dirk Bogarde, “I piloti dell’inferno” di Cy Endfield con Stanley Baker, dove ha un buon ruolo di giovane ribelle alla James Dean, “La grande rapina” di Jack lee con Peter Finch, “L’incendiario” di Basil Dearden dove è l’antagonista, piromane, di Stanley Baker, “A Night to Remember” di Roy Ward Baker, la versione inglese del Titanic.

     

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    In pochi anni David McCallum riuscì a ritagliarsi dei ruoli di prestigio nel cinema inglese del tempo, in film che per i tempi, erano certamente moderni e innovativi. In “Criminal – Sexy” di Charles Saunders è protagonista assieme a sua moglie, la bionda Jill Ireland, che sposerà poi, alla fine degli anni ’60, in seconde nozze, Charles Bronson. Ma lo troviamo anche in film molto ricchi come “Billy Budd” diretto da Peter Ustinov con Robert Ryan e un giovanissimo Terence Stamp, o “Freud – Passioni segrete” di John Huston con Montgomery Clift, dove interpreta il paziente col complesso di Edipo e dove Huston lo aiuta a svoltare davvero, presentandogli il suo agente, che lo porta a un ruolo importante in “La grande fuga” di John Sturges con Steve McQueen, che girerà in Europa e lo porterà a Hollywood nel 1962.

     

     

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    Mentre sta girando “La grande fuga” gli arriva la proposta di diventare Giuda nel kolossal mammuth “La più grande storia del mondo” di George Stevens. E parte a Hollywood, dove non era mai stato, per il provino. “Ogni attore ha fatto uno studio su Giuda, è il personaggio dal cuore nero più buio che si possa pensare”, dirà. Non gli dicono niente, torna in Germania per completare il film. Riparte per Londra e il giorno dopo lo richiamano a Hollywood.

     

    Sotto contratto con la Metro Goldwyn Mayer. Piccolo, solo 1 metro e 70, non fisicato, bello, nervoso, ma senza il ghigno di Richard Widmark, più adatto a fare da spalla al protagonista che non il protagonista, Hollywood lo prova in una commedia girata in Italia a fianco di Sylva Koscina e un bel gruppo di attori nostrani, Fabrizi, Garrone, Modugno, cioè “Tre morsi nella mela" di Alvin Ganzer, che venne mal distribuito. E non sarà un successo.

     

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    La mossa giusta della MGM, che lo aveva sotto contratto, sarà invece unirlo a un altro attore lanciato da John Sturges come Robert Vaughn nella serie spionistica “The Man From U.N.C.L.E”, che farà il suo esordio nel 1968 e avrà un immediato successo in tutto il mondo. Se il nome di Napoleon Solo era idea di Ian Fleming, che collaborò alla nascita della serie, quello di Iliya sembra che venga da una commedia di Jules Dassin. Da ragazzini rimanemmo colpiti dal fatto che vari episodi della serie vennero distribuiti da noi come film e, ovviamente, ci andammo subito.

     

    Fa parte del mondo a metà tra cinema e tv anche “Con le spalle al muro”, un film diretto da Brian G. Hutton dove McCallum interpreta il protagonista, Sol Madrid, a fianco di nomi forti come Telly Savalas, Rip Torn e Stella Stevens.

     

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    Prova anche il film di guerra, il quasi televisivo “La squadriglia dei falchi rossi” di Boris Sagal e l’italiano “La cattura” di Paolo Cavara dove divide la scena con la cecchina russa di Nicoletta Machiavelli. Un buon film che non ebbe forse il successo sperato. Di fatto, i vari tentativi di Hollywood di fare di David McCallum un protagonista non funzionarono. Forse per il fisico, forse per la troppa riconoscibilità che gli aveva dato la tv, ma tutti i tantissimi film che farà negli anni successivi saranno di destinazione televisiva. Fino al clamoroso successo di “NCIS”.

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