Marco Giusti per Dagospia
Gianni Bonagura
Un altro grande caratterista della commedia all’ italiana se ne va. Gianni Bonagura, nato a Milano nel 1925, ma così attivo nel mondo dello spettacolo romano da diventare non solo il massimo lettore delle poesie del Belli, ma addirittura uno dei Soci fondatori del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli.
Allievo dell'Accademia Nazionale Drammatica "Silvio D'Amico", conosce lì Nino Manfredi e Tino Buazzelli, che diventeranno suoi cari amici e colleghi di palcoscenico e di set. Esordisce prestissimo al cinema in ruoli di secondo piano, come Contro la legge di Flavio Calzavara, 1950, con Marcello Mastroianni e Tino Buazzelli, Due clandestini a Trieste di Guido Salvini, ma è nella commedia che trova la sua strada.
Lì incontra, oltre a Nino Manfredi, allora comico emergente, le bellissime Marisa Allasio e Sylva Koscina, in film semplici ma molto divertenti e popolari, come Susanna tutta panna e Femmina tre volte di Steno o Carmela è una bambola di Gianni Puccini.
Assieme a Nino Manfredi appare ne L’audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy, sequel del capolavoro di Mario Monicelli, mentre lo ritroviamo diretto da Gianni Puccini nei primi film di Manfredi protagonista, L’impiegato, I cuori infranti. Con Manfredi appare anche nel primo film diretto da Luciano Salce di ritorno dal Brasile, Le pillole di Ercole, mentre recita con Totò e Anna Magnani in Risate di gioia di Monicelli. Volto nuovo del nostro cinema appare in molti film degli anni ’60, in ruoli un po’ alla Aroldo Tieri.
BONAGURA FERRARI MANFREDI
Eccolo in Le massaggiatrici, I soldi, Marcia nuziale. Ma fa anche molto tv, come le serie Giallo Club o, più tardi, Sherlock Holmes come Dottor Watson a fianco di Nando Gazzolo protagonista. Direi che il suo Watson è una delle cose che ricordiamo più delle sue tante apparizioni televisive in programmi e sceneggiati. Piccolo, nervoso, con gli occhi tondi e i capelli ricci e chiari, una sorta di Everett Sloane italiano, Bonagura fece molte volte il poliziotto, l’impiegato, l’amico del protagonista, l’avvocato.
BONAGURA
Giorgio Capitani lo scelse per le sue notevoli commedie gialle con Catherine Spaak di fine anni ’60, Che notte, ragazzi e La notte è fatta per rubare e lo richiamò poi nei più ricchi La schiava e La pupa del gangster. Nanni Loy lo volle a fianco di Alberto Sordi in Detenuto in attesa di giudizio, poi Sergio Corbucci lo diresse in Sono un fenomeno paranormale, ancora con Sordi.
Gianni Bonagura
Molto elegante, naturale, venne chiamato più volte da Carlo Vanzina, Tre colonne in cronaca, ma anche da Luigi Magni per Tosca e In nome del popolo sovrano. Attivissimo anche alla radio e come doppiatore, fu la voce di Danny De Vito, Ian Holm, del Marty Feldman – Igor in Frankenstein Junior, di Mel Brooks, ma anche quella di Rod Steiger negli anni ’60, e del San Giuseppe del Vangelo secondo Matteo di Pasolini, cioè Marcello Morante. Tra le sue ultime apparizioni al cinema Prestazione straordinaria di Sergio Rubini e Ferdinando e Carolina di Lina Wertmüller
BONAGURA