Dall'account Facebook di Sandro Ruotolo
Guardate questo video. E’ stato girato ieri pomeriggio nel consiglio comunale di Castellammare di Stabia. Non aggiungo altro se non fermatevi ad ascoltare la dichiarazione del neo presidente dell’organo comunale. Qui di seguito è la mia nota. Leggetela dopo aver ascoltato Emanuele D’Apice: “È inaccettabile quello che è accaduto ieri pomeriggio nell'aula del Consiglio comunale di Castellammare di Stabia, la maggioranza guidata dal sindaco Gaetano Cimmino elegge presidente del consiglio Emanuele D'Apice, figlio del pregiudicato di camorra, deceduto Luigi D'Apice conosciuto con il soprannome di 'o ministro.
emanuele d'apice
Il neo presidente prende la parola e tra gli applausi e la commozione dice '...infine
permettetemi di ringraziare la mia famiglia in particolar modo mio padre, il mio faro che mi ha insegnato tutto : i valori, l'educazione, il rispetto oggi devo a lui l'uomo che sono'. Concetto ribadito dal neopresidente anche sui social. Ciò che è accaduto rappresenta un vero insulto alle istituzioni, alle persone perbene. Il ministro dell'Interno, il Prefetto di Napoli non devono attendere un minuto in più per la nomina della commissione d'accesso al comune di Castellammare di Stabia come più volte abbiamo richiesto in
SANDRO RUOTOLO IN SENATO
interrogazioni e question time. Già a fine marzo un'ordinanza di 16 arresti emerse in alcune intercettazioni che il clan D'Alessadro avrebbe sostenuto Forza Italia alle ultime amministrative. Occorre fare chiarezza e capire attraverso la commissione d'accesso se la camorra condiziona le scelte politiche dell'amministrazione”.
D'APICE
Gimmo Cuomo per corrieredelmezzogiorno.corriere.it
gaetano cimmino
Nella bufera il Comune di Castellammare di Stabia in particolare la maggioranza di centrodestra che sostiene l’amministrazione del sindaco Gaetano Cimmino. A far scoppiare il caso le dichiarazioni nell’aula consiliare del neoeletto presidente dell’assemblea civica Emanuele D’Apice che ha ringraziato il defunto padre Luigi. Il fatto è che quest’ultimo, nel 2004, è stato condannato per associazione camorristica.
Durante il discorso pronunciato dopo l’elezione il figlio ha dedicato il traguardo raggiunto al genitore, attribuendogli il merito di avergli trasmesso «valori ed educazione». A quel punto dai banchi della maggioranza si è levato un applauso. Tanto è bastato per suscitare lo sdegno dell’opposizione.
E le parole di spiegazione pronunciate successivamente dal sindaco non hanno riportato la serenità. «Le colpe dei padri - ha detto il primo cittadino - non cadano sui figli. Non ho dubbi sulla trasparenza, sul senso delle istituzioni, sui valori morali e professionali di Emanuele D’Apice. Gli errori di un genitore non possono e non devono ricadere sui figli. Emanuele è un giovane serio e perbene, cresciuto con valori sani, ed è un professionista stimato da tutti. Il vero insulto alle istituzioni arriva da chi strumentalizza l’antimafia per ragioni politiche. Queste accuse sono infamanti nei confronti di una persona che si è sempre battuta per il bene dei cittadini e si è conquistato passo dopo passo, con onestà e impegno, il suo spazio nel mondo della politica».
Le opposizioni
gaetano cimmino
Ma l’interpretazione di Cimmino non è bastata a placare gli animi. In prima linea contro le esternazioni del presidente del Consiglio comunale, il Movimento 5 Stelle, nelle persone dei consiglieri Francesco Nappi e Laura Cuomo, del consigliere regionale Luigi Cirillo e delle deputate Carmen Di Lauro e Teresa manzo.
«È vero — ricordano — che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma pur comprendendo l’affetto umano che lega un figlio al proprio genitore, tali dichiarazioni all’interno di uno spazio istituzionale e i successivi applausi da parte della maggioranza risultano assolutamente inopportuni a fronte di comportamenti estremamente gravi, sanzionati dalla comunità». Il senatore del gruppo Misto, Sandro Ruotolo, che già nelle scorse settimane aveva invitato il prefetto di Napoli ad inviare la Commissione di accesso in Comune, ora reitera la richiesta anche inconsiderazione delle inchieste che pendono sull’ente.
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La replica
D’apice cerca di spiegare. ma alla fine non fa un solo passo indietro. «Sono grato — ripete — a mio padre per gli insegnamenti che mi ha dato nel segno del riscatto: non cedere mai all’illegalità, andare sempre a testa alta. Sono fiero di ciò che questa amministrazione sta mettendo in campo. Non temiamo alcunché, i nostri sforzi in materia di trasparenza, cultura e lotta a ogni tipo di malaffare sono sotto gli occhi di tutti. Chi strumentalizza queste posizioni mi fa solo schifo. Sono questi i mezzi che usano per fare politica? Siamo veramente stufi».
L’episodio è destinato ad avere delle ripercussioni inevitabili sul clima che si respira in Consiglio comunale. Il consigliere di Italia Viva Andrea Di Martino confida: «È stato molto imbarazzante ascoltare quelle parole pronunciate subito dopo l’elezione. Sinceramente non sapevo cosa fare. La prima pulsione che ho avuto è stata di abbandonare l’aula. Poi mi sono accontentato di mostrare che non ero tra quelli che applaudivano. Non si è trattato di una bella pagina della vita pubblica cittadina». L’ipotesi dell’invio a Castellammare della Commissione di accesso prende, insomma corpo. E se arrivasse lo scioglimento sarebbe la prima volta.
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