Estratto dell’articolo di Liana Milella per “la Repubblica”
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Grido di battaglia delle donne sui social contro il neo presidente della Consulta Augusto Barbera. Colpevole di aver usato nella prima conferenza stampa un aggettivo – «impazienti» – rivolto al mondo femminile alla ricerca di un’effettiva parità di genere e di norme che mettano fine alla violenza degli uomini fino all’omicidio. Barbera si meraviglia della reazione che via via monta, e ieri nel tardo pomeriggio decide di chiarire.
«Non mi sognerei mai di pensare che l’impazienza di reclamare un diritto possa in qualche modo avere un’accezione negativa. Al contrario, le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti». Aggiunge che «anche grazie alla Corte, si è profuso il massimo impegno per raggiungere un giorno l’obiettivo, purtroppo ancora lontano, della piena parità dei generi». […]
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Solo un malinteso per Barbera, il costituzionalista bolognese che nella sua vita, per ben cinque legislature, è stato deputato del Pci prima e del Pds poi. Un uomo di sinistra. E da questo non si può prescindere. Ma tant’è, basta scorrere i social per rendersi conto che contro di lui l’arrabbiatura delle donne è forte.
Ricostruiamo allora cos’è accaduto martedì alla Corte durante il discorso di insediamento. Una giornalista interroga Barbera sulle donne. Lui replica a lungo. Ricorda le battaglie e le vittorie femminili ottenute grazie alla Corte, a partire dall’ingresso negli uffici pubblici e in magistratura dopo la sentenza del 1962. […]
Poi ecco la frase che dopo solleva le proteste: «Lo dico a molte donne impazienti, che nell’auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti».
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Quella parola, a chi ascolta tutto il discorso e non solo quella frase, non suona come una critica, della serie “voi donne non dovete avere fretta”, ma come l’esortazione a tenere conto dei progressi che ci sono già stati. Quelli che nella stessa sala sono stati ricordati dalla prima presidente donna della Consulta, Marta Cartabia, che l’11 dicembre 2019 pronunciò una frase divenuta poi una sorta di mantra, «è caduto il tetto di cristallo che impediva alle donne di giungere a questo ruolo». E c’erano voluti 63 anni dalla nascita della Corte.
Ma quell’ «impazienti» di Barbera, preso da solo, circola subito sui social e assume il valore di una critica, quasi un invito ad avere pazienza. Detto proprio dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. C’è chi si chiede se «davvero Barbera abbia fatto questa dichiarazione». E chi gli risponde così: «Direi che sono impaziente e un po’ allibita all’idea che il presidente della Corte parli di “tempi” da rispettare. Per cosa? Per riconoscere l’uguaglianza di cittadini e cittadine??? Inconcepibile » dice una magistrata in un messaggio. […]
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