Roberto Mallò per www.davidemaggio.it
enrico ruggeri bianca guaccero
Lo speciale su Lucio Battisti, andato in onda su Rai 1 nel corso della terza puntata di Una Storia da Cantare, non è proprio piaciuto ad Andrea Barbacane, il nipote del celebre cantautore. Il figlio di Albarita Battisti si è scagliato fortemente contro la trasmissione condotta da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero che, lo scorso 30 novembre, ha cercato di dare omaggio – a suo dire in maniera pessima – alla memoria dello zio.
andrea. barbacane
“Lo speciale di Raiuno dedicato a mio zio Lucio Battisti è stato un disastro. E’ stato reso un servizio pessimo da cantanti come Ruggeri, Morgan, Arisa, che hanno fatto morire zio Lucio per la seconda volta. Mi stupisce che Mogol fosse presente e li abbia ringraziati. Rispetto a Dieci ragazze cantata da Ruggeri sono molto meglio le canzoni dello Zecchino d’Oro“.
andrea. barbacane
ha inveito, senza mezzi termini, Barbacane sulle pagine di Chi, non risparmiando critiche ai cantanti che hanno eseguito il repertorio di Lucio, né tanto meno a Mogol, autore di molte delle canzoni portate al successo dallo scomparso interprete. In uscita con il libro Quel gran genio di mio zio e quel che non è stato detto su Lucio Battisti, Andrea ha anche voluto smentire una serie di leggende metropolitane legate alla figura di Battisti:
andrea barbacane
“Il Battisti politico non è mai esistito perché zio Lucio non votava neanche, lasciava a casa di nonno le cartoline elettorali. Il Battisti laziale nasce dalla fantasia dei tifosi suffragata da nonno Alfiero: l’unica volta che zio Lucio andò allo stadio fu una domenica pomeriggio, quando accompagnò mio padre a vedere la partita che avrebbe decretato lo scudetto della Lazio: era curioso dell’evento, non era tifoso”.
lucio battisti
Polemiche a parte, Barbacane ha inoltre espresso la sua felicità sulla caduta caduta dell’obbligo che imponeva la diffusione delle canzoni dello zio solo attraverso i vinili e le cassette:
“Lucio Battisti è un patrimonio di tutti e non è proprietà di nessuno, nemmeno dei famigliari“.
andrea barbacane