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    IL NONDECALOGO DI “DAGO IN THE SKY” - DIECI EPISODI CHE SONO COME I “DIECI NON COMANDAMENTI” DEL RAPPORTO TRA SOCIETÀ E ARTE - ALT ALL’IPOCRISIA, ALT AL POLITICALLY CORRECT: COME ANCHE I GRANDI DEL PASSATO, NOI SIAMO QUESTO: CARNE E SANGUE, RAGIONE E PETTEGOLEZZO, CULTURA E RIVOLUZIONE DIGITALE – SI PARTE STASERA ALLE 21.15 SU SKY ARTE CON “L’ARTE DEI VIDEOGAMES”


     
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    di Pierluigi Panza - http://fattoadarte.corriere.it/2019/02/28/il-nondecalogo-di-dago-in-the-sky/

    pierluigi panza pierluigi panza

     

    Dieci episodi che sono come i “dieci non comandamenti”, semmai sono orientamenti del rapporto tra società e arte contemporanea. Un Nondecalogo “fuori canone” e “fuori regola” è “Dago in the Sky” (Sky Arte, canale 120, 400 di Sky, dal 7 marzo, ogni giovedì alle 21.15) il programma giunto alla quarta stagione che è anche un esperimento di smaterializzando e ibridazione tra i mezzi di comunicazione: tv, internet e nuovi media.

     

    dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 7 dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 7

    “La condizione post-televisiva è un magma di incertezza, disordine, mescolanza e tramonto delle gerarchie estetiche”, afferma Roberto D’Agostino.  Alto e basso si fondono sia nell’approccio, che nei testi e nella rappresentazione visiva. D’Agostino e la coautrice, Anna Cerofolini, hanno preso in prestito, come motto del programma, la frase del poeta beat statunitense John Giorno, “You got to burn to shine” (“Per risplendere devi bruciare”). Ce ne sarebbe anche un’altra di Giorno,  “Nessun cazzo è duro come la vita”, che ben s’addice all’intelligente e spregiudicata,  funambolica messa a nudo del reale (senza sconti) di D’Agostino.

    dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 4 dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 4

     

    Alt all’ipocrisia, alt al politically correct: Signori, noi – come anche i grandi del passato – siamo questo: carne e sangue, ragione e pettegolezzo, cultura e rivoluzione digitale “Dago in the sky” brucia la sintassi e la narrazione di ieri “per sostituirla, attraverso un gioco di rimandi e connessioni, con la ridefinizione di una nuova estetica”. E se nelle passate edizioni sul video appariva un racconto squadrato alla Mondrian, oggi l’immagine si scioglie in un caleidoscopio barocco come per gocciare, spumeggiare, evaporare.

    dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 3 dago in the sky quarta stagione 'l'arte del gioco' 3

     

    Si parte giovedì 7 marzo con “L’arte del gioco”, ovvero con i videogiochi, una delle “espressioni artistiche più eccitante dei nostri tempi, un medium che vive proprio dove l’arte incontra la tecnologia e il design”. Il legame fra gioco e arte è stato oggetto di esplorazione dapprima del Dadaismo, del Surrealismo, poi del Neo-Dadaismo, di Fluxus, del Concettualismo.

     

    francesco bonami francesco bonami

    “L’arte è un gioco, e i giochi sono arte”, diceva Marcel Duchamp un secolo fa. Tuttavia, il famoso creatore di videogiochi Hideo Kojima, alla domanda se i sofisticati videogiochi  da lui realizzati fossero arte rispose di no. La distinzione, secondo Kojima, nasceva dal fatto che l’obbiettivo ideale dei videogiochi è di raggiungere la soddisfazione al 100% dei giocatori. Quindi, i videogiochi sono intrattenimento o attività artistica? La distinzione ha senso?

     

    GIAN ARTURO FERRARI GIAN ARTURO FERRARI

    Le altre puntate sono sul fascino del satanico (14 marzo, con Gian Arturo Ferrari e Luigi Ficacci), sugli scandali più celebri nell’arte (21 marzo, con Francesco Bonami e Alessandra Mammì) e il 28 si passa dal bordello alla tela, un passaggio lungamente testimoniato dalla vita stessa dei pittori.

    GUY DEBORD - LA SOCIETA DELLO SPETTACOLO GUY DEBORD - LA SOCIETA DELLO SPETTACOLO

    Una puntata è sul viaggio di Ulisse ma tutto il programma è un viaggio di Ulisse tra sirene e ciclopi, Circe e una Penelope. E Penelope siamo noi che, da quando le certezze sono finite, tessiamo e disfiamo la tela della conoscenza ogni giorno, nell’attesa che accada qualcosa che non arriva.

     

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    Un po’ Beckett e un po’ Situazionista alla Debord, un po’ pop e digitale il programma di D’Agostino interroga personaggi che sono alla ricerca, sono senza verità preconfezionate. Il suo è un Relativismo che tende l’arco dal gossip alla filosofia. Gossip e filosofia non sono la stessa cosa, ma oggi non sappiamo dove far finire l’una e iniziare l’altra. Sono le “conseguenze del pragmatismo” di Richard Rorty.

    john giorno john giorno

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