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Virginia Piccolillo per il Corriere della Sera
Mentre a Pyongyang esplodeva il test nucleare, lui una bomba l' ha tirata in porta.
Con l' unico effetto-terremoto di far balzare il Perugia in testa alla classifica, con 13 gol segnati in tre partite (2 di campionato e una di Coppa Italia).
Si chiama Han Kwang-Song il calciatore coreano diciannovenne già osannato come fenomeno del calcio. È estroso, folle, veloce, determinato, generoso e senza paura: è 1,78 e non ha esitato a sfidare il gigante Koulibaly, anche di testa. In spogliatoio fa morire dal ridere. Purché non si parli della Corea. «Fa battute, è autoironico, "c...zzeggia". Lo stuzzichiamo su come si veste.
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Sul suo italiano buffo. E lui ci sta. Come l' altro coreano Choe. Ma se scherziamo sulla Corea ride fino a un certo punto, poi si arrabbia», racconta Massimo Volta, colonna portante della difesa perugina.
A furia di sfottò ha cambiato un po' il look. Non ha tatuaggi, né fidanzate, ma ha allungato il taglio di capelli militaresco e indossa jeans, vietati in Corea.
Il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre, che lo ha avuto in prestito dal Cagliari, produce abbigliamento casual. Una sua fornitura? «No, no. Con lo stipendio che gli diamo se li può permettere».
I 1.500 euro dei calciatori esordienti? «Non direi. È una cifra a cinque zeri. Ma li merita. È un ragazzo d' oro. Grande velocità, grande tecnica, baricentro basso come i grandi calciatori, e grande umiltà, che potrebbe diventare la sua dote più importante». Sugli stipendi ai ragazzi della Corea c' è stata polemica politica. C' è chi ha paventato una violazione dell' embargo. «Stupidaggini. Han e Choe hanno un conto in una banca di Perugia, vengono pagati come gli altri e pagano le tasse. E non vediamo emissari del regime coreano che li controllano. È a Perugia da 4 anni e i suoi amici di qua. È un ragazzo come gli altri. Solo più determinato. Di quelli che hanno il fuoco dentro. Sa fare tutto. A palla ferma dribbla, secco, un difensore avversario.
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Quando ti aspetti che vada a destra, si ferma e va a sinistra.
Grande forza nelle gambe.
Stupefacente», assicura il direttore tecnico, Roberto Goretti, che lo ha voluto.
Conferma Alessandro Dominici, che nel 2014 lo ha accolto nella sua ISM Academy, assieme a tutta la squadra coreana under 18. «Dopo le due interrogazioni parlamentari sui loro stipendi, alcuni ragazzi coreani erano entrati in crisi. Lui no. È instancabile e furbo: ha sempre evitato discorsi politici. Parla italiano meglio di me, ma a chi gli chiede del suo Paese finge di non capire».
Il senatore Antonio Razzi rivendica la scoperta: «In Italia, all' Academy, l' ho portato io.
Kim era rimasto impressionato dal Milan e dall' Inter e voleva una squadra con la tecnica italiana. E con la musica e lo sport si può raggiungere la pace». Non è un po' tardi? «Se mi mandano faccio fare l' accordo in quattro e quattr' otto».
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