Estratto dell'articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
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Un popolo di allergici un po' a tutto. Latte e latticini, glutine, crostacei, carni bianche e rosse, frutta, spezie e chi più ne ha più ne metta. A dar retta a quel che dicono gli italiani malati di allergie alimentari saremmo oramai venti milioni, secondo le ultime statistiche riportate dall'Istituto Veronesi. E così si finisce per perdersi per strada chi un problema ce l'ha realmente, fino al punto da rischiare la vita.
Perché fatta la tara sottraendo chi si dichiara allergico per moda, chi confonde una semplice intolleranza con una cosa ben più sera come l'allergia e i tanti che si sottopongono a test inaffidabile, secondo le statistiche Istat i veri allergici a un qualche alimento sono un milione e 800 mila, dei quali 300 mila allergici al latte e 600 mila al glutine.
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«[…]Ma molti scambiano per allergia una semplice intolleranza alimentare, che al contrario non genera pericolose reazioni del nostro sistema immunitari fino alle estreme conseguenze dello choc anafilattico», spiega Marco Silano, direttore dell'unità operativa nutrizione e salute dell'Iss.
Però sommando chi rischia la vita a coloro che comunque soffrono di disturbi da intolleranza alimentare, come mal di pancia o reazioni cutanee, resta il fatto che secondo l'Istat gli italiani che hanno problemi con il cibo sta aumentando. E di molto. Erano il 2,9% della popolazione, ossia circa un milione e mezzo, negli Anni '80, sono ora il 12,7% (sei milioni). […]
«Al netto di chi si dichiara allergico per seguire una moda non c'è prova che i casi effettivi siano in aumento […]», afferma ancora Silano. Che sottolinea anche come «sia ancora oggi estremamente difficile arrivare a una diagnosi certa di allergia alimentare».
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Questo perché «i test non sono standardizzati, sia quelli cutanei che quelli sul sangue danno spesso risultati di diversa interpretazione poiché l'abnorme reazione del sistema immunitario varia da persona a persona. […]». Dei test affidabili ci sarebbero e sono i cosiddetti "test di provocazione orale in doppio cieco". In pratica il medico somministra capsule contenenti dosi di singoli alimenti, tra cui quelli indiziati di scatenare la reazione allergica, senza che né il paziente, né il dottore, sappiano in quale capsula si trovi. Lo stesso medico verificherà poi se si scatena una reazione di tipo allergico.
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«Ma si tratta di test che devono essere eseguiti in ospedale, con un dose di adrenalina a portata di mano per evitare il rischio di chock anafilattici", spiega l'esperto dell'Iss. Il problema, come denunciano gli esperti medici della Fondazione Veronesi, è che molti italiani si affidano a test fai da te o semplicemente inutili, ma costosi, visto che i prezzi vanno da 90 a 500 euro. Ma che in nove casi su dieci danno esito di "falso positivo". Attestano cioè una reazione spesso inesistente. […]
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