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    IL CIELO E’ RUSSO SOPRA I BERLINER - IL NUOVO DIRETTORE MUSICALE SARA’ L’ANTIDIVO SIBERIANO PETRENKO (SI INSEDIERA’ DAL 2018) - IL VOTO CONTRO THIELEMANN? UNA BOCCIATURA POLITICA. I BERLINER DEVONO AVERE UN’IMMAGINE POLITICAMENTE CORRETTA


     
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    Leonetta Bentivoglio per “la Repubblica”

     

    KIRILL PETRENKO BERLINER KIRILL PETRENKO BERLINER

    Giungono al Ravello Festival i “12 Violoncelli” dei Berliner Philharmoniker, e interroghiamo questi magnifici solisti sulla recente, inattesa “incoronazione” di Kirill Petrenko come direttore musicale (s’insedierà dal 2018) della Filarmonica di Berlino.

     

    Il suo nome non era mai comparso nel ventaglio di previsioni azzardate dalla stampa internazionale sui campioni “papabili” per la futura guida dell’orchestra sinfonica più prestigiosa al mondo, oggi capeggiata da Simon Rattle, che a sua volta ha preso il posto di Claudio Abbado.

     

    Strano che il geniale e indecifrabile maestro siberiano abbia conquistato il ruolo, sgominando candidati quali Barenboim, Thielemann e Dudamel. È accaduto nell’ultima riunione dell’orchestra, fedele a un peculiare meccanismo di elezioni democratiche.

     

     

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    Ne racconta i retroscena Martin Menking, che insieme a undici “colleghi” suonerà a Villa Rufolo sabato, presentando un programma dove figurano tra l’altro Fauré e Villa- Lobos. Menking sottolinea l’alto livello e l’identità pluriennale di questo piccolo ensemble dei Berliner, «che debuttò nel 1972 a Salisburgo, e per il quale vari compositori hanno scritto dei brani». Riguardo al “caso” Petrenko, Menking confessa che «in realtà di lui parlavamo da tempo tra noi...

     

    Negli ultimi anni ha diretto i Berliner in soli tre concerti, ma ci sono bastati per comprenderne il valore. Si è dimostrato presto un fuoriclasse, tra l’altro affrontando meravigliosamente il Ring wagneriano a 28 anni. Conosce Berlino, dove ha guidato la Komische Oper, e sembra avere sempre idee concrete sul suono da ottenere».

     

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    Tuttavia Petrenko, il quale ha reagito alla notizia dicendosi «felice, onorato e preoccupato», resta un’opzione sorprendente: è sfuggente, anti-divo, non rilascia interviste. Non si comprende come possa essere associato a un’orchestra super-mediatica come i Berliner: «Forse noi lo abbiamo voluto proprio perché non è mediatico», esclama Menking.

     

    «È timido, introverso. Ci piace il suo riserbo. Anche Abbado era così. C’è chi ha paragonato la personalità di Petrenko a quella misteriosa di Carlos Kleiber. Oggi Petrenko dirige l’Opera di Monaco, e i musicisti dell’orchestra bavarese sono disperati all’idea di perderlo».

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    Nel maggio scorso il meeting dei Berliner per indicare il successore di Rattle finì con un imbarazzante nulla di fatto. A questo proposito Menking spiega che, tra i Berliner, «c’è chi è interessato solo alla musica e chi ha a cuore pure la politica. Io sto nella seconda categoria.

     

    Durante quell’incontro si discusse di Thielemann e ci furono alcuni, come me, che si opposero alla sua nomina, convinti che i Berliner debbano avere un’immagine politicamente corretta. Perciò si è creato uno stallo».

     

    Certo, un’istituzione profondamente attenta ai propri orientamenti come i Berliner deve nutrire chiare aspettative su quella che sarà la linea Petrenko: «Rattle ha puntato su programmi didattici e molta modernità», replica il violoncellista. «Da Petrenko vorremmo un po’ meno titoli moderni. Bisogna coltivare la specificità del suono e il grande repertorio tradizionale».

    Philharmoniker Berliner Philharmoniker Berliner

     

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