Gianfranco Ferroni per www.tag43.it
giovanni grasso foto di bacco
Nelle segrete stanze della chiesa cattolica si parla di editoria. E in particolare di Avvenire, il quotidiano della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Le riflessioni di alcune personalità autorevoli circolano nella Capitale, come sempre quando c’è di mezzo Santa Romana Chiesa.
Alla guida del giornale c’è Marco Tarquinio, classe 1958, umbro, di Assisi, che vive ormai da molti anni tra Milano e Roma. Nel quotidiano nazionale di ispirazione cattolica, del quale è stato a lungo editorialista politico, ha guidato da caporedattore prima la redazione centrale milanese e poi quella romana, diventando vicedirettore nel 2007 e direttore nel 2009.
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Dal 2011 al 2016, sino alla cessazione dell’attività di quel dicastero della Santa Sede, è stato consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Ma l’anno prossimo non mancheranno i cambiamenti.
Nel 2022 sarà nominato il nuovo presidente della Cei, cambio anche per Avvenire?
Nel 2022 verrà scelto un nuovo presidente della Cei, dopo Gualtiero Bassetti, cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Cosa succederà? Per il giornale c’è chi ha in mente un “nuovo” direttore come Ferruccio De Bortoli, e l’ipotesi circola con favore tra alcuni “decisori”: si tratterebbe di una scelta più che altro “diplomatica”, dettata dalla voglia di apparire sulla scena istituzionale con una personalità dotata di una lunga storia professionale.
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Il problema è che Tarquinio, forte di un mandato che non ha mai influenzato la sua attività, non ha creato una sua linea di successione: infatti ad Avvenire non esiste nemmeno un vicedirettore. Il giornale è dotato di una struttura molto agile dove però dal direttore si salta alla funzione di caporedattore, senza nessun vicario (ruolo che nella chiesa cattolica ha sempre avuto un significato importante).
Per guidare il quotidiano cattolico si fa strada il nome di Giovanni Grasso
E dove potrà andare Tarquinio? Intanto ad Avvenire anche i pensionati continuano a scrivere, come Antonio Mira che non ha smesso di pubblicare articoli grazie a un contratto di collaborazione.
Giovanni Grasso
L’attuale direttore, nonostante la lunga carriera, è ancora giovane, ma c’è chi non esclude un per lui un futuro nel piccolo schermo, dove tra l’altro appare sempre impeccabile, anche nei contenuti.
Ma quale può essere l’identikit di un prossimo direttore del quotidiano cattolico? Alla Cei sanno benissimo che c’è un professionista destinato a tornare in redazione l’anno prossimo, con la fine del mandato di presidente della Repubblica Sergio Mattarella: è Giovanni Grasso, in aspettativa da quando segue il capo dello Stato.
giovanni grasso foto di bacco
Grasso al Colle ricopre il ruolo di direttore dell’ufficio stampa, oltre a essere consigliere per la stampa e la comunicazione, ed è sempre stato accanto a Mattarella con una dedizione e una fedeltà d’altri tempi, rese pubbliche nel momento più pesante del lockdown con quel «Giovanni, anche io non vado dal barbiere», pronunciato dal presidente. Un fuori onda che lo ha reso popolare e fatto conoscere a tutti gli italiani.
Terminando l’esperienza quirinalizia, Grasso rientra nei ranghi del giornale e, si mormora, «non si può non nominarlo direttore». Anche perché il mese scorso ha compiuto 59 anni, e per arrivare alla pensione gli occorre ancora qualche lustro.
marco tarquinio
Altrimenti bisognerà ideare qualche iniziativa di alto livello, «per valorizzare la straordinaria esperienza acquisita negli anni di lavoro al Quirinale», dicono i ben informati. Una fondazione? Chissà. Le vie del signore sono infinite. Certo è che se Mattarella venisse confermato al Quirinale il “caso Grasso” verrebbe facilmente risolto…
Marco Tarquinio