Stefano Bartezzaghi per “la Repubblica”
GRILLO VAFFA
Se lo dice Beppe Grillo allora i tempi devono essere davvero cambiati. Che in Italia si fosse ormai generalmente stanchi di un linguaggio pubblico torvo e violento lo si avvertiva già verso la fine dell' estate, con la fuoriuscita di Matteo Salvini da Palazzo Chigi e dal Viminale.
Se non era un' avvisaglia, ne aveva almeno l' apparenza. Adesso è la fine dell' autunno e sul suo blog Grillo saluta le Sardine come portatrici di opportuna igiene semiotica: "Reclamano una convalescenza vigorosa dall' attuale malattia delle lingue e delle menti che fa sembrare certe espressioni pubbliche un vociare roco di hooligan pronti al balzo, oppure un minacciare gradasso di un capobanda". Sarà il caso di ripeterlo: a scrivere così è davvero Beppe Grillo.
beppe grillo vaffa
La Storia ha le sue malizie, e non sempre sono proprio casuali. La prima piazza che le Sardine, poco più di un mese fa, hanno sperato e quindi ottenuto di affollare come una scatoletta, era la bolognese piazza Maggiore. La stessa cioè in cui l' 8 settembre di dodici anni fa lo stesso Grillo celebrava il suo primo V-Day, il big bang di quel movimento che si è poi proposto (e ha ottenuto) di trattare il Parlamento nazionale come un' altra scatoletta di conserva, però di tonno. La V del V-Day non stava certo per "Volemose bene" o per "Viva la gente".
Lo ricorda peraltro lo stesso Grillo, anche se il tempo deve avere attenuato la vividezza delle sensazioni: "Anche noi in passato abbiamo un po' esagerato. Ma ora non lo facciamo più. E le nostre esuberanze erano un raffreddore rispetto alla peste che osteggiano le sardine".
attivisti al vaffa day gay
Cosa consente a Grillo, ora diagnosta, di definire un "raffreddore" la sua passata iniziativa di riempire piazze per mandare a fare in culo, e all' unisono, politica e istituzioni italiane tutte? Allora lui intendeva trasformare la sua audience di comico in elettorato. Ha radunato persone che si sentivano dimenticate, rinfocolato risentimenti di ogni tipo, pettinato lo scompigliamento sociale dandogli una piega e una direzione. Il gioco è riuscito bene, però troppo.
E dato che i vaffanculo sono gratis, a emulare Grillo non sono stati solo i suoi seguaci. Non c' è più stata una piazza che inveisce contro il Palazzo: tutto è diventato piazza e palazzo, tutto è diventato invettiva e il raffreddore si è mostrato essere un prodromo della peste.
Stefano Bartezzaghi
Grillo ora parla di dignità da ritrovare. La sua è sempre rimasta al sicuro perché la dignità di un comico, per definizione, sta nella risata del suo pubblico. Per tutti i politici - quelli che hanno adottato i moduli espressivi del comico come quelli che non l' hanno fatto - la dignità della parola sta invece sempre e solo nella responsabilità con cui la si pronuncia, cioè nella doverosa disponibilità a risponderne.
Di annunci, promesse, invettive e vaffanculi del passato, qualcuno risponderà? E per il futuro, oltre che al turpiloquio, si intende rinunciare anche a proclami e panacee, che del linguaggio turpe sono il lato luminoso? Per l' igiene pubblica sarebbero passi avanti, piccoli ma significativi.