Ugo Magri per la Stampa
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Adesso che finalmente ha deciso quale legge elettorale preferire, Renzi vuol fare tutto di corsa: dà 10 giorni di tempo alla Commissione affari costituzionali per esaminare la proposta Pd, depositata dal nuovo relatore Fiano. Esige che il 29 quel testo approdi in Aula e subito venga approvato, per poi passare la palla rapidamente al Senato.
Intima agli avversari di «non perdere altro tempo, diteci per favore dei sì o dei no» (repliche stizzite da Cinquestelle e Forza Italia: «Hai una bella faccia tosta»). Renzi è convinto che l' unica sua speranza di non essere trascinato, in futuro, a un abbraccio con Berlusconi passi per questa legge ideata (ironia della sorte) proprio da un ex fedelissimo del Cav, cioè Verdini. Addirittura, grazie al «Verdinellum» potrebbe conquistare la maggioranza nel prossimo Parlamento, e riprendersi da Gentiloni la «sua» poltrona.
VELENO PER I «CESPUGLI»
RENZI VERDINI
La sostanza della proposta Pd è che metà del prossimo Parlamento verrebbe eletta in tanti piccoli collegi dove vince il candidato che arriva primo (come una volta nel «Mattarellum»). L' altra metà sarebbe scelta in base alle percentuali, tot voti tot seggi assegnati, però solo a chi supera il 5 per cento. Sembrerebbe dunque un «mix» ben bilanciato di maggioritario e proporzionale, letale solo per i piccoli e non per i grandi partiti.
Invece, leggendo tra le pieghe del testo, si scopre che il sistema non è affatto neutro. Favorisce le liste con un netto radicamento territoriale, tipo Pd e Lega. Per M5S sarebbe viceversa una corsa a handicap, idem per Berlusconi. Inoltre nel testo dem non si prevede più lo «scorporo», tipico del vecchio «Mattarellum», quando i voti che servivano a eleggere i candidati nei collegi uninominali venivano scomputati dalla quota proporzionale.
angelino alfano 2
In futuro invece quei voti varrebbero doppio, col risultato di dare una forte spinta maggioritaria. Secondo certi studi riservati, con un 34-35 per cento il Pd sarebbe già in grado di sbancare il prossimo Parlamento. Nei sondaggi per ora è sotto, ma tra i politici di casa Renzi è senza dubbio quello che più sa prendersi i rischi.
BUFALE E «FAKE NEWS»
La proposta Pd prevede liste bloccate nella quota proporzionale: 3-4 nomi scelti dai leader che l' elettore può prendere o lasciare, senza facoltà di cogliere for da fiore tramite le preferenze. Anche questo si annuncia un tema forte dello scontro parlamentare. Rosato, capogruppo dem, dovrà battersi come un leone per rispettare i tempi alla Camera ed evitare stravolgimenti. La lotta si annuncia incertissima, ma Renzi crede di potercela fare, senza nemmeno bisogno di ricorrere a decreti legge che l' ex presidente Napolitano stoppa sul nascere, casomai al suo successore sul Colle venisse la tentazione di metterci la firma («Sarebbe una soluzione abnorme»).
MATTARELLA E NAPOLITANO
In questo clima si moltiplicano le «bufale». Il fittiano Palese ha messo in giro quella di un nuovo gruppo parlamentare che si starebbe formando in Senato a sostegno del «Verdinellum» . E i grillini, appassionati di «fake news», hanno immediatamente abboccato, protestando forte.