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    IL PAESE DEI TAROCCHI – COME LEGGERLI E IL SIGNIFICATO DI OGNI SINGOLO ARCANO DI QUESTO GIOCO DI CARTE APPARSO NELLE CORTI ITALIANE NELLA PRIMA METÀ DEL 1400 – FONDAMENTALE È MISCHIARE BENE LE CARTE ED È NECESSARIO NON AFFIDARSI A UNA SINGOLA STESA – ATTENZIONE A CHI LEGGE I TAROCCHI E SE LA CARTA È ROVESCIATA…


     
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    Lorenza Cerbini per “Liberi Tutti - Corriere della Sera”

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    «Secondo Carl Gustav Jung, per interpretare i simboli dei tarocchi occorre far riferimento al significato che l' umanità ha attribuito loro nei secoli». Andrea Vitali, presidente dell' associazione Le Tarot, medievalista, studia le discipline ermetiche e simboliche da quarant' anni. Per lui i tarocchi sono amici fedeli e intimi a cui affidare pensieri e sentimenti. Loro rispondono.

     

    «Sono dei buoni consiglieri», dice. E avverte: «Esprimono la loro opinione, ma spetta sempre all' uomo la decisione finale». Nell' immaginario collettivo, i tarocchi sono considerati uno strumento per predire il futuro, ma non è sempre stato così. Da dove si origina questo loro presunto e potentissimo potere? Come dobbiamo comportarci di fronte a queste carte dai tanti significati spesso ritenuti oscuri? Una stesa è sufficiente per comprendere il proprio destino?

     

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    Ventuno carte più il matto (definito anche il folle, al quale vengono attribuiti vari significati tra cui istinto e insuccesso), questi sono i tarocchi. Messi lì, uno accanto all' altro, danno vita agli arcani maggiori (o trionfi).

     

    Hanno un ordine d' apparizione e il primo della lista è il bagatto, o giocoliere. Non è lì per caso. «Rappresenta l' uomo peccatore», dice Vitali. E proprio quell' uomo sarebbe stato al centro di questo «gioco di carte e di memoria apparso nelle corti italiane nella prima metà del 1400.

     

    I tarocchi racchiudevano le meraviglie del mondo visibile e invisibile e fornivano ai giocatori istruzioni di ordine fisico, morale e mistico per far comprendere le vie per avvicinarsi al divino», spiega Vitali, considerato per le sue scoperte iconografiche tra i maggiori esperti italiani. Con le sue vesti importanti, la papessa è la seconda carta degli arcani, seguita dall' imperatore, l' imperatrice e il papa.

     

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    «Formano la serie delle condizioni umane e rammentano la gerarchia alla quale è soggetto l' uomo. Se l' imperatore e l' imperatrice rappresentano le guide temporali, la papessa e il papa rappresentano la fede e fungono da guide spirituali».

     

    Con o senza corona, con o senza scettro, sono figure riconoscibili. «Le stesse riscontrabili negli affreschi delle cattedrali, dei palazzi pubblici e nei trattati enciclopedici e astrologici del tempo. Gli arcani parlano una lingua non fatta di parole, ma di immagini», dice Vitali.

     

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    Desiderio di amore e tentazione, la sesta carta è quella degli amanti, seguita dal carro che indica la brama di successo, un arcano da interpretare non sempre in senso negativo, poiché può simboleggiare anche la spinta motivazionale che porta gli uomini ad agire.

     

    Se forza, giustizia e temperanza formano la serie delle virtù e ricordano i precetti etici più importanti, la ruota insegna che ogni successo è effimero e anche i potenti sono destinati a sottostare al tempo e a diventare polvere. Come l' eremita, l' uomo deve meditare sul valore reale dell' esistenza. E può cadere in tentazione come l' appeso. «È simbolo di tradimento - riprende Vitali - ma anche di sofferenza e di sacrifico, dato che si trova legato a testa in giù».

     

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    Stelle, luna e sole sono le forze celesti che assoggettano gli uomini chiamati al giudizio finale, rappresentato dall' angelo, la ventesima carta. Ultimo degli arcani è il mondo, un simbolo tendenzialmente positivo che «può simboleggiare la conclusione di un progetto o di un' azione».

     

    Prima di essere stese e lette, le carte devono essere ben mischiate. Un passaggio importantissimo, è in questa fase che gli arcani ricevono l' energia che arriva dal pensiero del consultante e se ne impregnano.

     

    «In alcuni casi il simbolo è in grado di percepire il percorso di vita che, secondo la dottrina platonica, la nostra anima avrebbe scelto prima di entrare nel corpo, oppure secondo Jung ciò che il nostro inconscio ha già preparato per il futuro», dice Vitali. Un momento misterioso, in cui le carte entrano in collisione, si legano per dare forma a storie di vita crocevia di amori, fortune, malattie e dolore. Diavolo, temperanza e mondo: la domanda è stata formulata.

     

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    L' uomo con cui vivo ora mi vorrà sposare? Mio marito mi tradisce? Cambierò presto lavoro? Le prime tre carte sono sul tavolo. «Ogni arcano è stato informato nel tempo - dice Vitali : Significa che gli sono stati attribuiti dei significati. Tra il simbolo e il pensiero si è creata una fortissima connessione.

     

    Prendiamo la carta del sole. È legata alla luce, al giorno e al calore. La morte invece al cambiamento. E l' energia simbolica che ogni carta ha ricevuto nel tempo è magia. Ed è in questa funzione che ai tarocchi possiamo rivolgerci con qualsiasi domanda anche per questioni complesse della sfera della spiritualità e della psicologia».

     

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    Imperatrice, giustizia, torre e imperatore. Altre quattro carte sul tavolo. Vitali cita ancora Jung. «Lo psicologo sostiene, in Ricordi, sogni e riflessioni , che il futuro è preparato nell' inconscio già molto tempo prima e perciò può essere indovinato dai chiaroveggenti.

     

    Le carte sono il tramite per decifrare il futuro, ma si esprimono con degli enigmi, che vanno sciolti. Utile dunque, effettuare più stese, per ottenere delle conferme e sciogliere l' enigma».

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    Nuova stesa: riappare l' imperatrice. «Non rappresenta solo il potere temporale, ma anche il successo». Matto e imperatore. «Il primo implica uno stato di sofferenza. Il secondo è portatore di un atteggiamento deciso, tipico di chi dà ordini e viene obbedito».

     

    Ancora, si tagliano le carte. Entrano di nuovo in collisione. Giustizia, morte, appeso, ruota, matto. «Dicono che ci sarà un cambiamento». Temperanza, forza, diavolo. «E un ostacolo sarà rimosso». Amanti, stelle, mondo. «Verranno fatte delle scelte in base al proprio interesse. Il mondo rappresenta ciò che ci sta più a cuore».

     

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    Sono pericolosi i tarocchi? «È pericoloso farseli fare dalla persona sbagliata. Occorre dunque fare un distinguo tra coloro che leggono i tarocchi per fini lucrativi e coloro che hanno rispetto per il prossimo.

     

    Il simbolo va letto nel suo reale significato, scegliendo fra i molteplici quello aderente alla vicenda legata al consultante. Le carte danno consigli, esprimono pareri e possono influenzare chi ascolta, chi chiede e cerca soluzioni o ha sete di sapere».

     

    Come riconoscere il bravo lettore di tarocchi? «In base alla domanda posta, dovrà attribuire a ciascuna carta il giusto significato e fermarsi quando avrà ottenuto la risposta. A volte occorrerà stendere tutti gli arcani maggiori per averla. Inoltre, deve possedere un buon vocabolario e una buona dialettica.

     

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    Le carte sono simboli, ma per formulare una tesi, servono frasi compiute, servono le giuste parole». Il consiglio dei tarocchi va sempre seguito? «Starà al consultante decidere se mettere in pratica quanto il simbolo avrà rilevato oppure distaccarsene. Oggi purtroppo osserviamo persone che della cartomanzia, sia essa svolta con i tarocchi o con le carte popolari, sono divenute schiave. Occorrere avere buon senso».

     

    Se durante una stesa una carta appare rovesciata, ha un significato diverso? Negativo?

     

    «La lettura delle carte diritte o rovesciate corrisponde a una moda che si riferiva ai giochi cartomantici fatti in società, giochi da salotto, oppure a visioni dell' esoterismo che nulla hanno a che vedere con l' atteggiamento junghiano dell' energia simbolica.

     

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    Se visitando un museo ci accorgessimo che un quadro è capovolto di certo avviseremo i custodi, ma non daremo a quel dipinto un significato diverso dall' originale». Necessario pagare chi legge le carte? «Sarebbe meglio dire che occorre lavorare per costruire una professionalità, prima di parlare di compensi. I professionisti sì, andranno poi pagati».

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