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    IL PALLONE DI DIO - REPORTAGE DI “TIME” FRA I FOLLI TIFOSI BRASILIANI CHE CONSIDERANO IL CALCIO UNA RELIGIONE, SI TATUANO IL CORPO COI RISULTATI DELLE PARTITE E NON SI PRESENTANO AL PROPRIO MATRIMONIO SE COINCIDE CON IL MATCH


     
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    Altrove chi si tatua la squadra del cuore è considerato un esaltato del calcio. A Rio de Janeiro sarebbe invece un tifoso medio. D’altronde qui abita Delneri Martins Viana, che da quindici anni, ogni giovedì, va ad aggiungersi un po’ di inchiostro sulla pelle e ora ha 83 tatuaggi del “Botafogo”, tra nomi dei giocatori, risultati delle partite, versi dell’inno ufficiale. Una volta a settimana si fa disegnare il simbolo della squadra sulle unghie. 

     

    in pausa a sao cristovao in pausa a sao cristovao

    Questo lo rende il tifoso più folle? Non se c’è in giro il devotissimo Desirée Rogério de Carvalho, che ha i colori del “Fluminense” disegnati sui denti. Non si presentò al suo matrimonio perché coincise con la partita. Carlos Eduardo Araujo ha invece la casa e la macchina rossoneri, come il “Flamengo”.

     

    Se il Brasile è la patria spirituale del calcio, queste persone sono i suoi preti. E Carlos Henrique do Nascimento, detto “Caíque”, prende sul serio il suo ruolo da vicario, visto che la squadra “Vasco da Gama” è convinta che la sua presenza aiuti la vittoria. Così lui si presenta puntualmente con un cartello al collo con su scritto “Fede”, tenendo in mano una pianta portafortuna. 

     

    Il calcio qui è ovunque. Sulle sculture in spiaggia o nelle discoteche, dove è apparso un Cristo Redentore che indossa la maglia verdeoro, nei graffiti delle città, tipo quello che rappresenta Messi, Ronaldo e Rooney, ma soprattutto si trova per le strade e nei campetti delle favelas, dove sin da piccoli si sogna di diventare grandi calciatori.  

     
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