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    IL PAN DI SPAGNA VA DI TRAVERSO ALLA COMMISSIONE UE - LE PREOCCUPAZIONI PER IL POSSIBILE STALLO CHE SEGUIRÀ LE ELEZIONI SPAGNOLE SONO FORTI. NELLA STANZA DEI BOTTONI UE LA SOLUZIONE PREFERITA SAREBBE QUELLA DI UN’ALLEANZA SOCIALISTI-POPOLARI - SENZA UN ESECUTIVO IN CARICA IN SPAGNA SAREBBE INFATTI DIFFICILE FAR AVANZARE I PIÙ IMPORTANTI DOSSIER LEGISLATIVI IN CONSIGLIO - I CASI BELGIO E AUSTRIA


     
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    Marco Bresolin per “la Stampa”

     

    pedro sanchez pedro sanchez

    Proprio nel momento in cui Ursula von der Leyen inizia a intravedere uno spiraglio per poter entrare in carica dal 1° dicembre, il voto in Spagna allunga ulteriormente l' ombra della paralisi sulle istituzioni dell' Unione europea. La nuova Commissione è ancora nel limbo, le incertezze per la Brexit restano e almeno tre Paesi sono ancora senza un governo pienamente in carica: con questi ingredienti non è affatto facile trovare la ricetta necessaria per rilanciare l' Ue a quasi sei mesi dalle elezioni.

     

    Certo l' esito delle urne spagnole non ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori di Bruxelles, ma le preoccupazioni per il possibile stallo che seguirà sono forti. L' incertezza a Madrid prosegue ormai da mesi e questo ha portato Pedro Sanchez a perdere il «momentum» in cui avrebbe potuto giocare un ruolo da protagonista in Europa.

     

    von der leyen vestager von der leyen vestager

    Dopo le elezioni di aprile, il leader del Psoe veniva indicato come l' uomo giusto per guidare il rilancio dei socialisti europei. Ma anche come il capo di governo capace di riportare la Spagna nella stanza dei bottoni Ue accanto a Francia e Germania, approfittando dell' isolamento italiano dovuto all' atteggiamento dell' esecutivo targato Lega-M5S.

     

    sanchez sanchez

    Poi però lo stallo nelle trattative ha tagliato le gambe a Sanchez. E ora le prospettive a breve termine non promettono nulla di buono. La strada della coalizione progressista non è facile e viene considerata ad alto rischio dall' establishment di Bruxelles, che ha sempre guardato con diffidenza un movimento come Podemos. Anche se nessuno si spinge a dirlo ufficialmente, la soluzione preferita da chi siede nelle stanze dei bottoni Ue sarebbe quella di una grande coalizione tra i popolari e i socialisti.

     

    casado casado

    Il nodo Austria e Belgio Dalla Commissione spiegano che continueranno a «monitorare attentamente» la situazione al di là dei Pirenei, «sperando che si proceda quanto prima alla formazione di un governo». Senza un esecutivo pienamente in carica in Spagna sarebbe infatti difficile far avanzare i più importanti dossier legislativi in Consiglio, considerato che Madrid non è sola. Da maggio, ossia dal giorno delle elezioni, anche il Belgio è senza un governo: i tentativi di intavolare una discussione tra i partiti sono falliti. C' è poi l' Austria, dove finalmente ieri i popolari di Sebastian Kurz hanno accettato di avviare le trattative per un inedito governo con i Verdi. Ma l' ex cancelliere ha già messo le mani avanti, dicendo che il percorso è pieno di sfide e che ci vorranno mesi per un accordo. Nel frattempo la nuova macchina europea resta ferma ai box.

    kurz kurz

    Con il motore spento.

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