Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
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In bancarotta causa sessismo: è quanto succede al Comune di Birmingham, la seconda città britannica dopo Londra, portato al fallimento dalla causa intentata dalle dipendenti donne che reclamano parità salariale con gli uomini. Dichiarando la bancarotta, il Comune di Birmingham potrà assicurare da questo momento solo i servizi essenziali e si è affidato all’intervento del governo centrale per ripianare il buco di bilancio.
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Le finanze della città erano già sotto stress a causa dell’incremento della domanda di servizi di assistenza sociale e alla pressione dell’inflazione, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’entità delle compensazioni da corrispondere alle dipendenti donne. La Corte Suprema aveva già stabilito nel 2012 che il Comune di Birmingham aveva discriminato per decenni le impiegate, negando loro i bonus accordati agli uomini: la municipalità aveva dunque già sborsato 1,1 miliardi di sterline (circa un miliardo e 300 milioni di euro) in compensazioni a migliaia di donne.
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Per mettere assieme quella cifra, il Comune aveva messo in vendita beni-chiave, incluso il centro fieristico nazionale: ma adesso ha scoperto che deve alle dipendenti una ulteriore cifra che oscilla fra i 650 e i 760 milioni di sterline (da 750 a quasi 900 milioni di euro). Troppo per le finanze locali, anche facendo ricorso ai fondi di riserva: e così Birmingham si va ad aggiungere alla lista dei Comuni britannici che hanno dichiarato bancarotta.
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[…] Ma la tragedia, aggiungono, è che adesso i tagli ai servizi pubblici colpiranno particolarmente le donne , che più di tutti si affidano ad asili nido e assistenza sociale. […]
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