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    MOSCA AL NASO - IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA RISOLUZIONE IN CUI AVVERTE LA RUSSIA: “RITIRI IMMEDIATAMENTE I SUOI MILITARI DAL CONFINE CON L’UCRAINA”. CHISSÀ CHE PAURA HA PUTIN. CHE FARÀ L’EUROPA PER PROTEGGERE KIEV, VISTO CHE NON HA UNO STRACCIO DI ESERCITO COMUNE? - LA NATO: “STOP ALLE PROVOCAZIONI”. IL PRESIDENTE RUSSO INVADERÀ DAVVERO L’UCRAINA O È LA SOLITA MOSSA PER COSTRINGERE GLI ALTRI A DIALOGARE CON LUI?


     
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    vladimir putin vladimir putin

    1. UCRAINA: PE, MOSCA RITIRI IMMEDIATAMENTE I SUOI MILITARI

     (ANSA) - "Mosca ritiri immediatamente i suoi militari dal confine con l'Ucraina" e l'Ue sia pronta a inviare al Cremlino un avvertimento" sul fatto che "eventuali ostilità avranno un costo economico e politico elevato per la Russia". E' il messaggio contenuto nella risoluzione del Parlamento europeo approvata con 548 a favore 69 contrari 54 astenuti. Gli eurodeputati sottolineano che "il dispiegamento delle forze militari costituisce una minaccia per pace, stabilità e sicurezza dell'Europa" e che "la scelta delle alleanze da parte di qualsiasi paese non deve essere soggetta all'approvazione di un paese terzo". 

     

    La relazione chiede agli stati membri di essere pronti "a concordare rapidamente l'adozione di sanzioni economiche e finanziarie" contro la Russia e che tali sanzioni siano dirette contro gli ufficiali e gli ammiragli russi coinvolti nella pianificazione di un'eventuale invasione, così come contro persone "nell'orbita del presidente russo ed i suoi relativi familiari". 

     

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    Tali sanzioni dovrebbero anche comportare l'esclusione della Russia dal sistema di pagamento Swift. Il testo ha ricordato inoltre l'importanza di ridurre la dipendenza energetica dell'Ue da Mosca esortando a non rendere operativo il gasdotto Nord Stream 2, indipendentemente dalla sua eventuale conformità alle disposizioni della direttiva Ue sul gas naturale. Gli eurodeputati infine hanno espresso supporto alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina e invitato la Russia a rispettare i suoi obblighi internazionali, in particolare nell'ambito degli accordi di Minsk, concordati nel 2014 per porre fine alla guerra in Ucraina orientale .

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    2. UCRAINA: STOLTENBERG AVVERTE MOSCA, STOP ALLE PROVOCAZIONI 

    (ANSA) - "L'Ucraina è un valido partner della Nato. Con il presidente Zelenskyy. abbiamo parlato della concentrazione russa ai confini dell'Ucraina, una presenza che non si ferma e non si riduce ma continua. Tutto questo è ingiustificato, provocatorio e destabilizzante e minaccia la sicurezza dell'Europa". 

     

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    Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg alla conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. "Chiediamo alla Russia di tornare alla diplomazia, di avviare una de-escalation e rispettare l'integrità territoriale dell'Ucraina - ha aggiunto -. Ogni aggressione contro l'Ucraina avrà conseguenze serie".

     

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    3. STOLTENBERG, UCRAINA SCELGA DA SOLA SUA STRADA SU SICUREZZA 

    (ANSA) - "L'Ucraina ha il diritto di scegliere da sola la sua strada e soprattutto quale cammino intende intraprendere a livello della sua sicurezza". Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg alla conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. 

     

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    4. NATO, 'NESSUN COMPROMESSO SU SOVRANITÀ TERRITORIALE UCRAINA' 

    (ANSA) - "La Russia cambi il suo comportamento provocatorio. Noi non scenderemo mai a compromessi sul rispetto della sovranità territoriale dell'Ucraina". Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg alla conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy.

     

    5. L’UCRAINA MOSTRA I MUSCOLI

    Marco Bresolin per “la Stampa”

    volodymir zelensky con i soldati ucraini volodymir zelensky con i soldati ucraini

     

    Ursula von der Leyen ha preparato un «option paper» con la strategia per rispondere alla Russia in caso di aggressione all'Ucraina. Un documento con una serie di opzioni che prevedono diversi gradi di sanzioni ai danni di Mosca in base alla gravità delle sue azioni. 

     

    La presidente della Commissione lo annuncerà oggi al Consiglio europeo, ma i leader non discuteranno delle differenti opzioni. Per il momento l'Ue vuole tenere le carte coperte perché teme che la fuga di notizie possa trasformarsi in una provocazione per il Cremlino e quindi vuole evitare di far scattare la scintilla. 

    Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucraina Le aree di ammassamento delle truppe russe al confine con Ucraina

     

    «Se dovessero fare loro la prima mossa - spiega una fonte Ue - allora noi saremo pronti a reagire con un ventaglio di alternative». L'Ucraina però scalpita. Ieri il presidente Volodymyr Zelensky era a Bruxelles per il summit con i Paesi del partenariato orientale e prima del vertice ha incontrato Emmanuel Macron e Olaf Scholz. La sua richiesta è stata molto chiara: «È importante che le sanzioni vengano applicate prima di un conflitto, non dopo. Altrimenti diventerebbero prive di significato». 

    Volodymyr Zelensky Volodymyr Zelensky

     

    Ma sul fronte europeo c'è molta cautela, o almeno questa è la posizione dei principali Paesi. Italia, Francia, Germania e Spagna preferiscono avanzare con i piedi di piombo e la scelta di von der Leyen di alzare i toni, ma senza svelare le carte, va proprio in questa direzione. Certo non la pensano così gli Stati membri dell'Est, come i Baltici e la Polonia. «Diversi Paesi hanno espresso la volontà di applicare sanzioni alla Russia» ha confermato Zelensky, molti altri però predicano il dialogo. 

     

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    «Anche da parte ucraina c'è disponibilità a negoziati in qualsiasi formato possibile, noi siamo aperti al dialogo - ha aggiunto il presidente di Kiev -. Ma manca la volontà da parte russa». Un funzionario della sicurezza ucraino ieri ha detto che la Russia non accenna a ritirare le truppe ammassate al confine, ma al tempo stesso non ci sono segnali di un'invasione imminente. 

     

    Ieri Mario Draghi non era presente al summit (ha lasciato la sua delega a Emmanuel Macron): arriverà a Bruxelles solo questa mattina per il Consiglio europeo ordinario, che comunque ha in programma una discussione ad hoc sulla crisi ucraina. Il messaggio arrivato al termine della prima giornata è stato di «piena solidarietà a Kiev» e i leader hanno inoltre ribadito che un'azione militare ai danni dell'integrità territoriale dell'Ucraina avrebbe «conseguenze enormi e costi pesanti per Mosca». 

    Truppe russe al confine Truppe russe al confine

     

    Con l'Europa che si allinea alla posizione Usa, Vladimir Putin cerca la sponda di Xi Jinping. Ieri i due si sono incontrati per la terza volta in un anno (anche se virtualmente): una discussione di un'ora e mezza per rinsaldare l'asse tra Mosca e Pechino e mandare un messaggio all'Occidente. «Alcune forze internazionali - ha sottolineato il presidente cinese - stanno interferendo arbitrariamente negli affari di Cina e Russia con il pretesto della democrazia e dei diritti umani, e calpestano brutalmente il diritto internazionale e le norme delle relazioni internazionali». 

     

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    Per cercare di fermare Putin sull'Ucraina potrebbe intervenire anche Papa Francesco: nei prossimi giorni, forse già oggi, i due dovrebbero sentirsi al telefono. Ieri Zelensky ha anche insistito sulla necessità di bloccare il gasdotto russo NordStream2, questione che si intreccia con la crisi del gas che sta colpendo la ripresa economica europea. La Germania ha ribadito che darà l'autorizzazione soltanto quando ci sarà il via libera dell'Ue, che al momento è divisa sul progetto. C'è chi sostiene la necessità di accelerare, anche per aumentare le forniture verso l'Europa. Ma altri Paesi ritengono invece che questo progetto finirà per aumentare la dipendenza dalla Russia.

    alexander lukashenko alexander lukashenko

     

     La questione è dunque ancora aperta. Intanto ieri la Commissione ha presentato il piano che apre le porte all'acquisto congiunto di riserve comuni di gas, chiesto dall'Italia e dagli altri Paesi del Sud. Sarà solo su base volontaria e certamente non basterà per ridurre la dipendenza da Mosca. La Bielorussia è un altro dei temi caldi legati alla Russia che verrà affrontato oggi, viste le tensioni sui migranti. 

    alexander lukashenko vladimir putin alexander lukashenko vladimir putin

     

    Dato che anche Minsk fa parte del Partenariato Orientale, ieri i leader Ue hanno lasciato una sedia vuota (Lukashenko ovviamente non era presente): un chiaro segnale ai Paesi dell'area (Ucraina, Modavia, Azerbaigian, Armenia e Georgia) per evitare che seguano quella strada, avvicinandosi a Mosca e allontanandosi dall'Europa. L'Unione ha promesso un sostegno di 2,3 miliardi e ha donato 13 milioni di dosi di vaccini anti-Covid. Ma al momento non è in grado di garantire loro una prospettiva di adesione all'Ue.

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