Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”
Menomale che durava solo una ventina di minuti e andava in onda a sera non troppo inoltrata, sennò l' effetto soporifero sarebbe stato assicurato. Eppure anche così molti telespettatori, per scacciare il sonno incombente, hanno cambiato canale, compiendo la scelta migliore: quella di non guardare La Scelta.
LA SCELTA GAD LERNER
Il programma condotto da Gad Lerner, intitolato La scelta. I partigiani raccontano, dedicato ai protagonisti della Resistenza e in onda da lunedì alle 20.20 su Rai 3, può già considerarsi l' ennesimo flop del giornalista. Lo dimostra la prima puntata di due giorni fa.
Certo, la concorrenza a quell' ora era spietata: il programma se la giocava in contemporanea coi tiggì della sera che infatti lo asfaltavano, ma aveva come competitor pure Stasera Italia su Rete 4 e la serie Instinct su Rai 2, con cui la partita era più aperta.
MINIMO SINDACALE
E invece niente, La scelta perdeva anche con loro e affondava al 4% di share, facendo meglio solo della serie The O.C. su Italia 1. E soprattutto il programma risultava il secondo meno performante di tutto il palinsesto di Rai 3 da pomeriggio a notte: tra il Tg3 (al 17,6%) e Report (al 9,2) c' era un buco nero chiamato La scelta. Una débâcle non limitata dal fatto di aver ottenuto poco più di un milione di spettatori: con gli italiani a casa e a quell' ora davanti alla tv, fare quei numeri è il minimo sindacale.
La sconfitta si pone in scia ad altri insuccessi tv di Lerner, come il talk show dello scorso anno L' Approdo, crollato dal milione e 174mila spettatori della prima puntata ai 353mila dell' ultima. E rappresenta un cortocircuito rispetto a un programma che dovrebbe raccontare le storie non dei vinti, ma dei vincitori.
GAD LERNER - I PARTIGIANI RACCONTANO
Alla performance negativa contribuiscono i ritmi lentissimi delle interviste, non aiutati dal fatto che gli interlocutori di Lerner siano partigiani ultranovantenni. Anche se, a tratti, sembrano più scattanti gli intervistati dell' intervistatore. Stona parecchio anche la retorica secondo cui partigiani in fondo si nasca, non lo si diventi; ossia l' idea per cui essi fossero antifascisti prima della Resistenza.
Lerner raccoglie così la storia di Tosca, staffetta partigiana, che dichiarò di non sopportare Mussolini sui banchi di scuola, scrivendo un tema contro il Duce. E quella di Ermenegildo che decise da che parte stare già da ragazzo, quando una squadraccia nera costrinse suo padre a ingurgitare dell' olio lubrificante. Storie vere, caratterizzate da umanità dolente e scelte coraggiose, ma che non rappresentano l' intero universo della Resistenza: sappiamo come molti partigiani divennero antifascisti solo dopo l' 8 settembre, facendo il salto della quaglia.
LA SCELTA GAD LERNER
TROPPO LUNGO
Più in generale, risulta incomprensibile la scelta di protrarre il programma per ben 8 puntate fino all' 8 maggio, analizzando la rava e la fava della Resistenza: dalle storie dei partigiani guerrieri alle donne partigiane, dai partigiani bimbi ai partigiani contadini, fino naturalmente agli amori partigiani.
E non mancherà neppure uno spazio di approfondimento extra l' 8 maggio a partire dalle 23.10. Va bene celebrare la Liberazione, ma protrarne la commemorazione per 2 settimane rischia d' essere un esercizio stucchevole. Dal 4 maggio saremo un po' più liberi di uscire. E molti, oltre che dalla quarantena, si libereranno pure dalla Liberazione. Con buona pace del partigiano Gad.