Federico Capurso e Ilario Lombardo per “La Stampa”
conte grillo ristorante marina di bibbona
Era necessaria una foto per dimostrare la verità della pace tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. La aspettavano i parlamentari del Movimento, che pochi minuti dopo la pubblicazione dello scatto si sono riversati sui social in dichiarazioni festanti. Ma ne aveva bisogno anche Conte, soprattutto lui, a dimostrazione della sua legittima incoronazione.
E non è un caso, infatti, che non sia stato Grillo a scendere a Roma questa settimana, ma l'ex premier a dover lasciare il suo soggiorno all'Argentario, in Toscana, e salire qualche chilometro più a nord, a Marina di Bibbona, dove il fondatore ha una villa sul mare. Un ultimo braccio di ferro, vinto da Grillo, lasciando a Conte che l'incontro si tenesse in un luogo "neutro", un ristorante poco distante. Un pranzo, con antipasto di pesce e secondo di spigola, per suggellare il patto.
conte grillo ristorante marina di bibbona
C'era innanzitutto da rompere il ghiaccio, nonostante le telefonate tra i due della scorsa settimana. È bastata una battuta, a Grillo, per rendere il clima più leggero e affrontare le successive due ore di confronto sulla rifondazione. La tabella di marcia è serrata. E infatti Conte, dopo aver attestato la «grande intesa» ritrovata, mette in fila le sue priorità, da centrare «senza perdere un minuto di più».
Dai lavoratori «che hanno perso il lavoro dopo la fine del blocco dei licenziamenti, alle imprese che chiudono, a chi fatica ad arrivare a fine mese. E poi c'è il tema della giustizia - sottolinea - su cui il Movimento deve con fermezza far sentire la sua voce». Per partire, però, serve il voto sul nuovo Statuto, che per le regole interne si può tenere solo due settimane dopo l'annuncio della votazione. E la prima data utile, se oggi stesso Grillo desse il via, è il 30 luglio.
grillo conte
Già al limite, per Conte, che vuole evitare un inciampo al primo passo. L'ex premier sogna un'acclamazione plebiscitaria e un evento di incoronazione, ma lo spettro di un voto in pieno agosto, con gli iscritti al mare o in montagna, mette a rischio ogni desiderio, persino il raggiungimento del quorum richiesto alla prima consultazione, che farebbe ritardare tutto di un'altra settimana.
E Grillo, cosciente del peso del tempo, oggi dovrebbe dare il via. A quel voto, d'altronde, si lega ogni cosa. Anche la battaglia sulla giustizia. Il premier Mario Draghi vorrebbe incontrarlo, per avere una risposta sul fronte della riforma Cartabia e provare a convincerlo che non è tutto da buttare, perché nei piani del premier il primo voto alla Camera arriverebbe entro fine luglio. Conte deve decidere, quindi, se andare a palazzo Chigi già la prossima settimana o se aspettare la sua investitura, ma di una cosa è convinto: non può arretrare.
GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA
Si aspetta una sponda da parte del Pd e punta a far rientrare l'appoggio di Enrico Letta nel quadro delle alleanze. Intesa cercata anche in difesa del reddito di cittadinanza, sul quale è intervenuto Luigi Di Maio, perché tutti hanno notato i rischi della nuova campagna di assalto per smontare la norma che Matteo Renzi insieme al centrodestra sta allestendo, magari con la complicità di una fronda del Pd.
Si è parlato anche di riorganizzazione interna. La struttura che ha in mente Conte parte dai vicepresidenti che lo affiancheranno. È in corsa la sindaca di Torino Chiara Appendino, anche se si dovrà trovare un escamotage per superare il problema della sua attuale sospensione dal Movimento. Pure Grillo la vorrebbe nel Comitato di garanzia, da lui nominato, magari al fianco di Roberto Fico e Di Maio.
GIUSEPPE CONTE BY OSHO
C'è poi da organizzare un altro Comitato, quello politico, che sarà una sorta di segreteria del Movimento. Il Comitato nazionale, questo il nome scelto da Conte, si sta gonfiando e al momento conterebbe circa 20 poltrone, con un posto per i capigruppo, per i capidelegazione a Bruxelles e al governo, dei consiglieri regionali e comunali, fino a rappresentanti del Nord, del Centro e del Sud. Un grande carro per evitare di scontentare qualcuno, almeno stavolta.
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