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    IL PD HA BISOGNO DI UNA SPALLA AL CENTRO: SE NON SI ATTREZZA CON UN’AREA CENTRISTA DIVERSA DAGLI INAFFIDABILI RENZI E CALENDA, I DEM NON VINCERANNO MAI LE ELEZIONI – IL RISULTATO IN BASILICATA PARLA CHIARO: “AZIONE” E LA LISTA RENZIANA “ORGOGLIO LUCANO” HANNO SUPERATO ENTRAMBE IL 7%, E FORZA ITALIA HA PRESO IL 13 – ELLY HA VOLUTO ESCLUDERE MARCELLO PITTELLA, MA SENZA “CACICCHI” È ANDATA A SBATTERE SULL’ALTARE DELL’ALLEANZA CON GIUSEPPE CONTE (IL M5S TRACOLLA SOTTO L’8%)


     
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    1. BARDI VINCE GRAZIE AI VOTI DI AZIONE E IV. PER PD E M5S È STATO UN SUICIDIO ANNUNCIATO

    Estratto dell’articolo di Gianluca De Rosa per www.ilfoglio.it

     

    VITO BARDI VITO BARDI

    […] il governatore uscente Vito Bardi, sostenuto dal centrodestra, è in vantaggio sul candidato di Pd e M5s, il dem presidente della provincia di Matera Piero Marrese, di oltre 14 punti percentuali (56,5 a 42,3). Vola al 13 per cento Forza Italia, ma i voti decisivi vengono dalle due liste centriste. Quella di Azione e Orgoglio lucano, la lista dei renziani, entrambe sopra il 7 per cento. Esultano Meloni, Tajani e Salvini. Mentre il generale ringrazia “Adesso al lavoro per i prossimi cinque anni”. Sconfitti Pd e M5s.

     

    ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY USBERGO ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY USBERGO

    Per una settimana i due partiti avevano ingaggiato un improbabile braccio di ferro con Angelo Chiorazzo, il capo delle coop bianche lucane, sponsorizzato dall’ex ministro Roberto Speranza, che, dopo aver fatto impazzire la maionese campo  largo, ha deciso di farsi da parte e restare lo stesso nella coalizione.

     

    Una partecipazione inutile vista la sconfitta. Alla fine di questa storia, l’uomo decisivo sembra essere un altro. Uno di quelli che Schlein definirebbe “cacicchi”, l’ex presidente della regione proprio del Pd Marcello Pittella, oggi tutto fare di Azione in terra lucana. Il partito di Carlo Calenda risulta poco sotto l’8 per cento, in un testa a testa con la Lega per essere il terzo partito della coalizione a sostegno di Bardi.

     

    PIERO MARRESE PIERO MARRESE

    Schlein e Conte non hanno voluto Pittella, lo hanno escluso dal tavolo delle trattative, e alla fine lui è stato determinate. Senza cacicchi e gente capace di prendere voti sui territori, sembra un po’ la morale di questa storia, si sarà anche puri, ma governare diventa complicato. Soprattutto quando a votare è meno della metà degli aventi diritto, il 49,8 per cento (nel 2019 fu il 53,5).

     

    […] Esulta Forza Italia, che supera l’obiettivo europeo, il 10 per cento e riconferma il suo governatore, che per un breve periodo la Lega aveva provato a silurare. Bene anche Italia Viva, Orgolgio lucano, la lista messa a punto da Raffaella Paita con i consiglieri regionali ex Pd Luca Braia e Mario Polese supera il 7 per cento.

     

    Per il campo largo invece si tratta dell’ennesima sconfitta. A bene vedere, trionfante fino a oggi solo in Sardegna. Da quando lo teorizzò Nicola Zingaretti nel 2020 invece le sconfitte sono state moltissime: Umbria, Calabria, Friuli, Molise e più recentemente Lombardia e Abruzzo. Il risultato? Sono lontani i tempi, era il 2015, in cui il Pd governava 15 delle 20 regioni italiane. Oggi ai dem restano l’Emilia-Romagna, la Toscana e le regioni del sud: la Campania di Vincenzo De Luca e la Puglia di Michele Emiliano […]

     

    VITO BARDI - GIORGIA MELONI VITO BARDI - GIORGIA MELONI

    Infine il voto dimostra un altro fatto: ogni volta che il M5s va in coalizione perde voti. I grillini prendono meno dell'8  per cento, contro il 20 delle regionali del 2019, quando correvano da soli e il 25 per cento delle politiche del 2022. Surclassati anche dalla lista di Chiorazzo, Basilicata casa comune, che fa l'11 per cento.

     

    2. BASILICATA, LA NUOVA SCONFITTA DEL CAMPO LARGO. E I 5 STELLE ARRETRANO

    Estratto dell'articolo di Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

     

    VITO BARDI - MARCELLO PITTELLA VITO BARDI - MARCELLO PITTELLA

    Erano il partito principe della Basilicata, primi in ogni elezione da sei anni a questa parte. Erano, appunto. Il voto alle Regionali per i Cinque Stelle suona come un brusco risveglio dopo un «dominio elettorale» che durava dalle Politiche del 2018. 

     

    All’epoca da soli presero il 44,36%. L’anno seguente alle Regionali ottennero il 20,27% e alle Europee sfiorarono il 30%. Solo due anni fa alle Politiche si confermarono al 25%. Ora, il Movimento pare uscire a pezzi. A spoglio ancora in corso gli stellati cercano di strappare un risultato a doppia cifra, tenendo un occhio fisso su un numero: l’8,97%, ossia la percentuale più bassa della storia M5S in Basilicata (relativa alle Regionali 2013).

     

    nicola zingaretti si scaccola nicola zingaretti si scaccola

    [...] proprio il rapporto con il Pd rischia di diventare una spina nel fianco. I dem in Lucania, seppur a fatica, tengono (a metà scrutinio il Pd ha il 14,78% contro il 7,95% del M5S). Il campo largo negli ultimi sedici mesi ha incassato cinque sconfitte (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo e Basilicata) a fronte di una sola vittoria, peraltro al fotofinish, in Sardegna. Il Movimento, spesso, è uscito ridimensionato. Ora le inchieste e gli strappi in Puglia e Piemonte minano gli orizzonti del progetto. E la sconfitta in Basilicata rischia di alimentare nuove tensioni.

     

     

    [...] Ma non è solo il campo largo a uscire minato dal voto. Proprio nel giorno in cui Giuseppe Conte annuncia i nomi del suo listino per le Europee, il risultato elettorale getta un’ombra sulle scelte del leader per la corsa a Bruxelles. [...]

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