Fosca Bincher per open.online - Estratti
de luca schlein
Il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è tornato ad attaccare la segretaria del Pd, Elly Schlein, a Bari dove sabato pomeriggio ha presentato il suo libro «Nonostante il Pd» davanti al collega governatore della Puglia, Michele Emiliano e al sindaco della città, Antonio Decaro, tutti del Pd. «Il Partito democratico» ha sostenuto De Luca, «se vuole avere una funzione nazionale deve avere due cose: deve essere un partito serio, rispettato.
E deve avere un programma politico tale da persuadere la maggioranza del popolo italiano. Se l’obiettivo è governare l’Italia. Se invece l’obiettivo è dare vita a un partito che è una via di mezzo fra Lotta Continua e lo Zecchino d’oro, allora va bene così». E ha strappato così risa e applausi nella platea del teatro “Anche cinema” del capoluogo pugliese.
vincenzo de luca 1
(…) Il governatore della Campania non si è limitato però a un excursus storico, ed è tornato sulla segreteria Schlein: «Abbiamo oggi dentro il partito un meccanismo di selezione dei gruppi dirigenti che a me sembra al contrario. Cioè più perdi, più vai avanti.
Qui abbiamo amministratori importanti come Michele che si è sempre esposto personalmente. Abbiamo Decaro, uno dei migliori sindaci di Italia. Beh, voi non troverete grandi afflati e grande solidarietà nel Pd: vi romperanno le scatole. Così è capitato a me, e passeranno il tempo a rompervi le scatole».
vincenzo piero de luca
La polemica è ovviamente acuita – ma De Luca non ne fa cenno – dalla vicenda personale per il no secco che la segreteria Pd mostra verso l’ipotesi di un terzo mandato elettorale, e come il governatore della Campania sono a fine corsa anche Emiliano e De Caro.
De Luca attacca ancora, dicendo che oggi il partito «è una organizzazione auto referenziale, con il 90% del gruppo dirigente composto da anime morte». Ma spiega anche il suo modello di Pd: «un partito politico vive se è una organizzazione utile a cambiare la vita dei cittadini e delle persone nei territori. Se è utile per l’Italia, per le persone normali, per le famiglie, per le imprese».
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FINE VITA E MEDIO ORIENTE, BUFERA NELLE CHAT DEL PD DOPO LE PAROLE DI ELLY SCHLEIN
Maria Teresa Meli per corriere.it - Estratti
(…) Quando Schlein ha accusato Israele di crimini umanitari in platea i deputati che hanno applaudito si potevano contare sulle dita di una mano. Il giorno dopo, l’effetto di quelle parole si fa ancora sentire. Ma se sono in molti a mugugnare col favore dell’anonimato, nessuno apre pubblicamente lo scontro con la segretaria su questo punto. Solo Piero Fassino sembra parlare a nuora perché suocera intenda quando commenta gli scontri di Vicenza tra centri sociali e polizia: «Quello che è accaduto indica quanti danni stiano producendo la criminalizzazione di Israele e la diffusione delle pulsioni antisemite».
VINCENZO DE LUCA
Non potendo riversare i loro strali all’indirizzo delle affermazioni della segretaria su Israele, i dem che mal sopportano l’atteggiamento di Schlein optano per un altro terreno di scontro.
A Gubbio la leader ha attaccato la consigliera regionale Anna Maria Bigon, che con il suo voto ha affossato in Veneto la legge sul fine vita. Il suo gesto per Schlein è «una ferita» perché «se il Pd ti chiede di uscire, esci». Già, perché alla consigliera il Pd Veneto aveva chiesto di non votare, viste le sue posizioni. Le parole di Schlein sono sembrate quasi un benservito a Bigon. E i cattolici e riformisti dem si sono rivoltati. «Se puniscono Bigon mi autosospendo dal partito», ha minacciato su Avvenire Graziano Delrio. E ha aggiunto: «Su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la coscienza».
luigi di maio piero fassino lorenzo guerini foto di bacco
Nella chat dei senatori dem sono diversi a commentare le sue parole: «La libertà di coscienza ha rappresentato un tratto identitario del Pd sin dalla sua fondazione», osserva Alessandro Alfieri. Su questo punto il solitamente cauto Lorenzo Guerini è netto ed esprime pubblicamente il suo dissenso dalla linea della segretaria secondo cui Bigon avrebbe dovuto disertare il voto
MATTEO RENZI - AUGUSTO MINZOLINI - VINCENZO DE LUCA
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