Bernardo Basilici Menini per “la Stampa”
laura castelli foto di bacco
Il ribaltone alla vigilia della consegna delle liste è servito, ed è un blitz romano di prim' ordine, per le modalità e il risultato: Laura Castelli sarà candidata nelle file del centrosinistra in Piemonte. Il suo nome è apparso nelle liste della coalizione ieri sera, paracadutato dalla capitale. Correrà per l'uninominale della Camera a Novara e Verbania, scalzando la Pd Milù Allegra.
Non è l'unico nome saltato all'ultimo in Piemonte, ma è quello che conta di più per distacco: Laura Castelli per il centrosinistra piemontese è sempre stata un'acerrima nemica. Sei anni fa, infatti, la viceministra dell'Economia - ai tempi parlamentare - aveva preso di mira una candidata alle amministrative del Pd, insinuando che avesse un legame con l'allora sindaco Fassino e per questo nel 2021 Castelli è stata condannata per diffamazione aggravata.
Milu? Allegra
Non è un caso che tra i dem subalpini si sia sparso il panico appena Castelli è uscita dal M5S per seguire Di Maio: proprio come nel caso del ministro degli Esteri, si è intuito subito che il Pd l'avrebbe in qualche modo dovuta blindare per garantirle la rielezione. «Non la vogliamo qui», è sempre stato il leit motiv della base e dei dirigenti Pd. E ancora nel convulso 15 agosto, segnato a Torino da una levata di scudi contro i paracadutati da Roma, Laura Castelli non compariva in lista. Ieri, la doccia fredda.
laura castelli con mascherina
Il suo nome è spuntato a sorpresa, trasmesso da Roma, senza che il territorio potesse più opporsi, visto i tempi strettissimi per la consegna delle liste al Viminale. «Siamo allibiti», confessa un dirigente Pd. Se il centrosinistra piemontese si era già sentito particolarmente sacrificato dalle logiche nazionali, ieri Roma ha compiuto l'affronto definitivo, peraltro sparando il fuoco amico alle spalle di una esponente Pd del territorio, la novarese Milù Allegra, sacrificata per la big di Di Maio. Un "ufficiale" dem ieri commentava sconfortato: «Se a Roma vogliono perdere le elezioni a questo punto sono fatti loro».