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    IL PEGGIORE PAGATORE D’ITALIA? LO STATO! – NONOSTANTE LE PROMESSE E LE RIFORME REALIZZATE NEGLI ANNI SCORSI PER VELOCIZZARE IL SALDO DELLE FATTURE NEI CONFRONTI DEI FORNITORI, I TEMPI SI SONO ULTERIORMENTE DILATATI. TANTO CHE NEL 2021 SOLO 2 MINISTERI SU 14 HANNO RISPETTATO I TEMPI DI PAGAMENTO - LO STOCK DEI DEBITI COMMERCIALI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CONTINUA A CRESCERE E LO SCORSO ANNO HA TOCCATO LA CIFRA RECORD DI 55,6 MILIARDI DI EURO…


     
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    Michele Di Branco per “Il Messaggero”

     

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    Lo Stato cattivo pagatore conferma la sua pessima fama. Nonostante le promesse e le riforme realizzate negli anni scorsi per velocizzare il saldo delle fatture nei confronti dei fornitori, i tempi si sono ulteriormente dilatati. Tanto che nel 2021 solo 2 ministeri su 14 hanno rispettato i tempi di pagamento. Un’indagine della Cgia rimanda l'immagine plastica di una palude amministrativa e finanziaria: lo stock dei debiti commerciali di parte corrente della Pubblica amministrazione continua ininterrottamente a crescere e lo scorso anno ha toccato la cifra record di 55,6 miliardi di euro.

     

    Una cifra che, rapportata al nostro Pil nazionale, è pari al 3,1 per cento. Nessun altro Paese dell'Ue - sostiene la Cgia - registra uno score così negativo.

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    Per dare un'idea della situazione, i debiti di parte corrente sul Pil della Spagna sono pari allo 0,8 per cento, nei Paesi Bassi all'1,2 per cento, in Francia all'1,4 per cento e in Germania all'1,6 per cento. Persino la Grecia presenta un'incidenza dei debiti commerciali sul Pil quasi la meta' della nostra: 1,7 per cento.

     

    Secondo lo studio della Cgia, nel 2021 tra i ministeri con portafoglio, solo 2 su 14 hanno rispettato le scadenze di pagamento previste dalla norma (Transizione Ecologica, Istruzione, Università e Ricerca). Tutti gli altri, invece, hanno pagato in ritardo. Le situazioni più critiche si sono registrate al ministero dell'Interno (+67 giorni rispetto alla scadenza prevista per legge), alle Politiche Agricole (+ 42 giorni), alla Difesa (+33 giorni) e ai Beni Culturali (+21 giorni).

     

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    La situazione è addirittura in peggioramento: nei primi 3 mesi di quest' anno, infatti, dei nove ministeri che hanno aggiornato l'Indice di Tempestività dei pagamenti, solo quello delle Politiche agricole ha pagato in anticipo (-37,07 giorni). Tutti gli altri, invece, presentano un ritardo medio dei pagamenti: i più penti nel saldare le fatture sono stati il ministero della Difesa (+18 giorni), quello delle Infrastrutture (+27 giorni), quello del Lavoro (+29 giorni) e quello dell'Interno (+47 giorni).

     

    LA STIMA

    Non sono poche - denuncia la Cgia - le imprese che anche in questi ultimi 2 anni sono fallite; non per debiti, ma per crediti con lo Stato che non sono riuscite a riscuotere, dimostrando come la macchina pubblica fatichi a rispettare i tempi di pagamento dei beni e servizi erogati dai propri fornitori, così come previsto dalla legge (di norma 30 giorni dall'emissione della fattura o 60 giorni per alcune tipologie di forniture, in particolare quelle sanitarie).

     

    dirigente pubblica amministrazione dirigente pubblica amministrazione

    La Cgia riconosce comunque che negli ultimi anni i ritardi di pagamento, misurati con l'Indice di Tempestività dei pagamenti, sono mediamente in calo. Tra le realtà amministrative pubbliche più in difficoltà nel saldare i fornitori, la Cgia segnala i Comuni del Sud. Nel 2021, infatti, emerge che l'amministrazione comunale di Lecce ha pagato le fatture ricevute con 50 giorni di ritardo (dato riferito al 3 trimestre 2021), a Salerno dopo 61 giorni, ad Avellino dopo 72 giorni, a Reggio Calabria dopo 154 giorni e a Napoli con 228 giorni di ritardo.

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