Monica Colombo per corriere.it
PIATEK
Effetti collaterali dell’uragano Ibra. L’arrivo del vecchio campione svedese a Milano — che Pioli non esclude in futuro di utilizzare con un’altra punta al suo fianco («Può essere una soluzione») — ha prodotto due conseguenze.
La prima è la fiducia cresciuta nei confronti di Leao, talento acerbo da sgrezzare e giovane in cui Boban ripone grande stima: sotto l’ala protettiva dell’esperto Zlatan non potrà che crescere. Non è un caso che i due attaccanti ieri siano stati mandati in campo insieme al 10’ del secondo tempo e che il baby, rincuorato in campo da Ibrahimovic, lo abbia ringraziato pubblicamente sui social per l’appoggio mostratogli. In due mesi con Ibra può sbocciare come normalmente avverrebbe in due anni, fanno notare dal quarto piano di Casa Milan. Perciò Leao nella finestra di mercato di gennaio non si tocca.
ibrahimovic
Diverso è il caso di Piatek, il Pistolero che ha perso la mira: 4 gol in campionato, avulso dal gioco, fantasma del giocatore che fu. Sa che con Ibra ha perso il posto da titolare, ma non è disposto a lasciare Milano per qualsiasi destinazione a ogni costo. Ha già rifiutato il ritorno a Genova e il Crystal Palace. Chiede una piazza di prestigio per abbandonare il Milan, per non risultare un pacco da scaricare. In sede sono arrivate le offerte di West Ham, Aston Villa e Bayer Leverkusen. Boban è pronto a prenderle in considerazione. Resta da capire cosa intenderà fare il polacco che si sta rendendo conto di essere sceso dal primo al terzo posto nella gerarchia degli attaccanti.
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