Estratto dell’articolo di Giusy Franzese per “Il Messaggero”
IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI ALLA CAMERA PER LA FIDUCIA
La parte più complessa e difficile arriva adesso. Perché «finora si sono per lo più rendicontate opere già avviate in passato, cosa che non si potrà continuare a fare nei prossimi anni». E dato che gran parte delle risorse non «cadono dal cielo», ma sono un prestito, e nel frattempo è scoppiata la crisi del caro energia e del caro materiale, è doveroso concordare «con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa». Il rischio, altrimenti, è che «le gare vadano deserte».
Lo aveva detto in campagna elettorale, Giorgia Meloni. Lo ha ribadito ieri in aula a Montecitorio, in quanto premier, nel discorso programmatico del suo governo: il Pnrr non è intoccabile, e lei ha tutta l'intenzione di avviare una trattativa con Bruxelles per introdurre delle modifiche.
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
Alla base di tutto due linee guida: la consapevolezza che il Pnrr «è un'opportunità straordinaria di ammodernare l'Italia» e quindi «abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio»; la necessità di «spendere in modo efficace» i fondi a disposizione, «senza ritardi e sprechi».
«Le risorse del Pnrr sono state distribuite su dati macroeconomici, non sono soldi che vengono dal cielo, sono a debito. Per questo devono essere spese in modo efficace. Sbagliato dire che niente deve essere toccato, altrimenti le gare vanno deserte» ribadisce nel pomeriggio nell'Aula della Camera in sede di replica alle tante perplessità evidenziate dall'opposizione. […]
Una posizione, questa del nuovo governo, che in realtà inizia già a trovare sponde a Bruxelles. È il commissario il commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, in audizione presso la commissione Budget all'Eurocamera, a spiegare che «le scadenze non cambiano» e quindi i piani devono essere attuati entro il 2026, ma aggiornamenti, soprattutto se «in sinergia» con il programma Repower, sono possibili. E l'Italia non è certo l'unica a porre il problema. […]
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Anche Veerle Nuyts, portavoce dell'esecutivo europeo, non chiude completamente la porta ad aggiornamenti, pur limitando la possibilità a «casi eccezionali». «I Paesi devono dimostrare che non ci sono le condizioni oggettive» per l'attuazione di alcuni obiettivi e «c'è una valutazione rigorosa delle richieste, caso per caso, da parte della Commissione Ue» precisa.
Nel frattempo proprio ieri l'Ance, l'associazione nazionale costruttori edili, ha evidenziato che i cantieri del Pnrr sono già in ritardo di sei mesi. Entro il 2023 è prevista l'aggiudicazione di appalti legati al Pnrr per oltre 20 miliardi di investimenti in costruzioni. Ma a bocce ferme ci potrebbero essere criticità nelle gare. Soprattutto per il caro-materiali.
ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 1
«Dei 10 miliardi stanziati con il Dl aiuti ad oggi - si legge nel rapporto dell'Osservatorio Ance - circa il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto nessuna risorsa e quelle che l'hanno ricevuta hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti». L'aggiornamento dei listini è indispensabile, altrimenti - è l'allarme dei costruttori - la prosecuzione dei cantieri nel 2023 potrebbe essere a rischio.
Un'altra tegola in bilico sul settore costruzioni è la fine del superbonus al 110%, prevista per le villette unifamiliari al 31 dicembre prossimo. L'Ance evidenzia come proprio questa misura abbia trainato il settore negli ultimi due anni. […]
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