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    ME NE ANDAVO UN MATTINO A SPIGOLARE, QUANDO HO VISTO DUE CHIAPPE IN MEZZO AL MARE – GIUSEPPE CONTE INAUGURA LA STATUA DELLA “SPIGOLATRICE DI SAPRI” IN CILENTO. POLEMICHE PER LE FORME: “È SESSISTA” – LA BOLDRINOVA TUONA DI “OFFESA ALLE DONNE” - LO SCULTORE EMANUELE STIFANO: “INUTILE DARE SPIEGAZIONI A CHI CI VEDE DEPRAVAZIONI”


     
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    Valentina Santarpia per corriere.it

     

    statua spigolatrice sapri statua spigolatrice sapri

     

    Seducente, lo è di sicuro. Che sia anche appropriata, la nuova statua dedicata alla spigolatrice di Sapri, è faccenda contestata. Da quando ieri sono circolate le foto dell’inaugurazione, con tanto di sguardo perplesso/ammirato di alcuni politici presenti, lo scultore Emanuele Stifano e la cittadina sul mare, una delle ultime della provincia di Salerno prima che inizi la tortuosa costa della Basilicata, sono diventati argomento di discussione. Con accuse di sessismo da una parte, e difesa del corpo rappresentato nell’opera d’arte, dall’altro. Ma andiamo per ordine.

     

    La figura leggendaria della spigolatrice è, per Sapri e dintorni, indissolubilmente legata alla poesia di Luigi Mercantini: «Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti. Me ne andavo un mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare». Chiunque frequenti il Cilento si è fermato a leggere questi versi sulla stele che ricorda la fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane (1857) che aveva lo scopo di innescare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie.

     

    Mercantini racconta la vicenda storica dal punto di vista di una lavoratrice dei campi, addetta alla spigolatura del grano, che si trova per caso ad assistere allo sbarco, incontra Pisacane e se ne invaghisce. La donna, la spigolatrice appunto, parteggia per i trecento e li segue in combattimento, ma finisce per assistere impotente al loro massacro da parte delle truppe borboniche.

     

    statua spigolatrice sapri statua spigolatrice sapri

    Un massacro che negli anni è stato rievocato con diversissime celebrazioni e rappresentazioni, con tanto di figuranti in spiaggia e simulazioni battagliere, e che è diventato un rito a metà tra storico e turistico. È per questo che la spigolatrice non è donna qualsiasi, ma un simbolo, un riferimento, una sorta di musa, per quelle terre che, a parte una natura selvaggia e strepitosa spesso maltrattata, non hanno avuto altre doti per procurarsi la fama ed entrare nei libri di storia.

     

     

    E forse è per questo che la statua appena inaugurata, che la mostra con un abito succinto, trasparente, assolutamente capace di non far immaginare nulla delle forme sinuose, ha sollevato più di qualche perplessità. Non che uno volesse immaginarsi la bella spigolatrice pura e casta e timorata di Dio.

     

    Ma almeno lasciarle quell’aura di figura aulica, quasi divina, poco terrena, leggendaria e sacra, sarebbe sembrato opportuno, almeno a sentire i commenti stupiti e indignati di chi ha assistito allo svelamento della statua sotto gli occhi di Giuseppe Conte, in città per un tour elettorale. E di chi, osservandone le fattezze sensuali, ha bollato l’opera d’arte come sessista. «È un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare - scrive su Twitter l’ex presidente della Camera ed esponente del Pd, Laura Boldrini - Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell’Italia».

     

    laura boldrini si mette i guanti 1 laura boldrini si mette i guanti 1

    «A Sapri uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati. Questa statua della Spigolatrice nulla dice dell’autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore borbonico. Sia rimossa!», chiede la collega di partito Monica Cirinnà. E le Donne democratiche Pd di Palermo sentono «il dovere di schierarci in modo netto e categorico per l’abbattimento di questa statua diseducativa e fuorviante che banalizza le donne e vanifica ogni comizio in favore della parità di genere urlato dalle poltrone politiche di ogni istituzione».

     

    Il sindaco di Sapri, Antonello Gentile, assicura che «al momento a Sapri nessuna parte sociale o politica ha criticato l’opera o distorto il concetto di opera realizzata dall’artista». E lo scultore cilentano Emanuele Stifano si difende: «Se fosse stato per me - scrive su Fb - avrei fatto una figura completamente nuda, lo stesso vale per il Palinuro di qualche anno fa e per le statue che farò in futuro, semplicemente perché sono amante del corpo umano in generale e mi piace lavorarci. Penso comunque che sia inutile dare spiegazioni a chi vuole assolutamente vederci depravazioni o cose varie».

     

    statua spigolatrice sapri statua spigolatrice sapri

    Allibito e sconfortato dalle «accuse di ogni genere» che gli sono piovute addosso, lo scultore ha provato a spiegarsi su Facebook: «Quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho “approfittato” della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo. Questo per sottolineare una anatomia che non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos. Aggiungo che il bozzetto preparatorio è stato visionato e approvato dalla committenza. A chi non mi conosce personalmente dico che metto in discussione continuamente il mio operato, lavorando con umiltà e provando sempre a migliorarmi, lungi da me accostarmi ai grandi Maestri del passato che rappresentano un faro che mi guida e mi ispira».

     

     

    La statua di Palinuro, nocchiero di Enea, dello scultore Stifano

    statua palinuro statua palinuro

    Tema sensibilissimo, quello toccato dallo scultore: senza andare a scomodare la copertura delle statue dei musei Capitolini in vista della visita del presidente dell’Iran a Roma- vicenda che portò ad un’indagine interna di Palazzo Chigi- dove finisce l’opportunità di una rappresentazione artistica e dove inizia la censura? Anche perché, a ben vedere, anche la statua della spigolatrice posta un po’ più in là, sullo scoglio dello Scialandro, non è così «coperta». Ma almeno è lontana dagli sguardi indiscreti, libera in mezzo al mare.

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