Giacomo Amadori per “la Verità”
becciu
La storia del cardinale Angelo Becciu, della dama sarda Cecilia Marogna e della società di intelligence e sicurezza inglese ingaggiata dalla segreteria di Stato vaticana per non meglio precisate mission ha varcato il Canale della Manica. Dopo il nostro scoop, ieri il Times di Londra ha scritto: «La Verità afferma che la Santa Sede, su consiglio della signora Marogna, ha pagato 500.000 sterline in due rate a una società chiamata Inkerman Training. L' azienda fa parte del gruppo Inkerman». Una presunta «multinazionale» con i conti in rosso e soli 30 dipendenti.
In questi giorni abbiamo provato ripetutamente a metterci in contatto con l' amministratore dell' azienda, il sessantaseienne Gerald Moor. La segretaria della sede di Londra, ma anche il contatto Whatsapp del quartier generale di Ashford, nel Kent, sono stati evasivi e non ci hanno passato nessun responsabile. Lasciando che il mistero si infittisse ulteriormente.
Cecilia Marogna img
La Marogna, nel frattempo, sembra sparita dai radar dei media, dopo aver rilasciato per giorni un profluvio di dichiarazioni.
Nei giorni scorsi, con noi, ha ammesso di non essersi occupata solo di questioni geopolitiche, mentre lavorava al fianco di Becciu. Per esempio ci ha raccontato di conoscere bene le vicende di Francesca Immacolata Chaouqui, la cosiddetta «Papessa», protagonista nel 2016 del cosiddetto scandalo Vatileaks 2, in cui venne condannata per il mancato rispetto dell' impegno di fedeltà.
«Ce l' ha a morte con Becciu», ci ha spiegato la Marogna. «Ma non è stato lui a licenziarla. È stato il Papa. Il cardinale era solo l' esecutore. Se il Santo Padre dice "questa persona si è comportata male", anche perché ci sono carte però stranamente di quelle carte non esce mai niente. Io so cosa scriveva nei messaggi a Becciu, perché ho il fascicolo.
Io non vado in giro a chiedere la tessera per fare la spesa, la benzina e andare in farmacia».
La Marogna ha anche preso parte a un incontro con monsignor Tommaso Stenico, il prelato finito nei pasticci nel 2007 per un servizio realizzato con la telecamera nascosta dalla trasmissione tv Exit.
TOMMASO STENICO
Nel video Stenico, teologo e psicologo, rivolgeva a un giovane semidraiato sul divano del suo ufficio apprezzamenti come «sei molto carino» e «quanto sei bbono». E lo congedava così: «Qui finisce la nostra storia perché ti sento molto prevenuto. Non facciamo niente perché vedo che hai tante preclusioni [] Se vuoi mi chiami tu o mi mandi un messaggio». Stenico si difese spiegando di essersi finto gay per smascherare la lobby omosessuale che imperversava in Vaticano. Tema scabroso che aveva approfondito nella sua veste di psicoterapeuta. In tanti, negli anni, hanno provato a mettere le mani sui fascicoli personali dei suoi pazienti, ma lui, a quanto ci risulta, ha sempre mantenuto il segreto professionale.
Eppure quella trasmissione gli costò un provvedimento disciplinare che gli fece perdere il lavoro nella Congregazione del clero, dove era stato a capo dell' ufficio catechistico.
Ma perché Becciu e la Marogna incontrarono Stenico?
La trentanovenne sarda ci ha dato questa spiegazione un po' confusa sull' argomento del colloquio avvenuto in «un monastero di fianco al Vaticano»: «Stenico voleva dire la sua rispetto al fatto che era stata mossa una pedina contro di lui». Il motivo? Il suo lavoro da psicoterapeuta.
ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO
«L' avevano messo all' angolo perché avevano paura che potesse divulgare dati sensibili su chi non aveva avuto una vita del tutto morale. Ha sofferto tantissimo []. Sa quanti giornalisti sono andati da lui offrendo denaro per avere informazioni? Ma lui mai, fino alla tomba». Per i segreti che custodiva, il monsignore sarebbe stato «denigrato» e «umiliato». Ma cosa voleva il prelato trentino da Becciu? «Voleva poter dire la sua, anche perché aveva scritto più volte lettere sia a Becciu che al Papa. Epistole che forse non sono mai arrivate a destinazione [] Probabilmente il fascicolo con le prove della sua innocenza veniva messo sempre in fondo alla pila».
I due che accordo trovarono? «Non ci fu un accordo. Finalmente, però, Stenico aveva potuto dare la sua versione, con tanto di carte []. Aveva potuto levarsi questo peso». Per la Marogna la trasmissione tv era stato solo «uno sputtanamento» e il monsignore incontrando lei e Becciu aveva voluto dimostrare che in Vaticano «non avevano aggiornato la sua cartella personale, anche se erano cadute tutte le accuse ed erano state trovate state le prove inconfutabili sul suo corretto operato». Menzogne e dimenticanze per cui sarebbe stato «sospeso dallo stipendio per dieci anni». Alla fine, grazie a Becciu, le cose sarebbero andate a posto: «Stenico ha riottenuto tutto, perché le carte parlavano chiaro».
TOMMASO STENICO
Ieri abbiamo provato a chiedere al prelato la sua versione su quel singolare summit a tre. «Mi deve scusare, la questione era personale e non intendo dire nulla», è stata la risposta. Non ci siamo arresi e abbiamo provato a fare qualche altra domanda.
Ha trovato normale la presenza della consulente geopolitica al vostro incontro?
«Quello è un problema tra Becciu e la signora. Io non posso andare da una persona e imporre delle condizioni. Sia gentile, si fermi qua perché non posso dire nulla».
Come è finita la vicenda della trasmissione? «Basta che lei si guardi intorno. Tutto quello che io ho detto 13 anni fa si sta verificando puntualmente». In realtà noi ci riferivamo al procedimento «Io non ho mai avuto procedimenti. Sono stato io a portare nei tribunali le persone che mi hanno fatto del male».
Allora come si sono concluse queste battaglie legali? «Ero un povero fringuello contro un' aquila, che potevo fare?». Una fonte ci ha riferito che quando Stenico si rivolse a Becciu, in Vaticano stavano per togliergli appartamento di servizio e assicurazione. Chiediamo conferma al diretto interessato. Ma anche in questo caso il monsignore fa catenaccio: «Perché deve preoccuparsi di me? Viva sereno. Sono questioni di 15 anni fa, perché le andate a rivangare?».