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    IL POZZO TELECOM - A TELEFONICA, GENERALI, INTESA E MEDIOBANCA È COSTATO CARO IL CONTROLLO DELLA EX MONOPOLISTA: 10 MILIARDI IN 5 ANNI, POCHI DIVIDENDI, MOLTI DEBITI - TELCO SVALUTA ANCORA IL SUO VALORE, E I QUATTRO SOCI SBORSERANNO ALTRI 2,3 MLD SOLO PER MANTENERE IL CONTROLLO - LO TSUNAMI SIM FALSE (A BREVE IL RINVIO A GIUDIZIO) TRAVOLGE IL BRAVO LUCA LUCIANI, AL SUO POSTO ANDREA MANGONI…


     
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    1- IL CONTROLLO DI TELECOM PAGATO A CARO PREZZO: 10 MILIARDI IN CINQUE ANNI - TELCO SVALUTA ANCORA IL 22,5%. PER TELEFÓNICA, GENERALI, MEDIOBANCA E INTESA NUOVO IMPEGNO DA 2,3 MILIARDI

    FRANCO BERNABE AD TELECOMFRANCO BERNABE AD TELECOM

    Gian Maria De Francesco per "il Giornale"

    GIOVANNI PERISSINOTTOGIOVANNI PERISSINOTTO

    Come si possono sintetizzare i cinque anni «italo-spagnoli» di Telecom? Ricorrendo ai numeri. Il passaggio del controllo da Olimpia a Telco nel 2007 è stato pagato da Telefonica 4,1 miliardi, altri 230 milioni sono serviti per stabilizzare la compagine nell'immediato dopo-acquisizione e altri 2,6 miliardi sono stati impegnati nel 2010 per sistemare l'indebitamento della scatola di controllo.

    Ieri, infine, il debito è stato nuovamente risistemato con un impegno maggiore dei quattro soci (Telefonica, Generali, Intesa e Mediobanca) di un miliardo. E i dividendi? Praticamente l'esposizione debitoria di Telco li ha mangiati tutti al ritmo di 130-140 milioni all'anno.

    Un primo conto, perciò, è possibile realizzarlo. In questo quinquennio la «presa» su Telecom ha costretto i soci a movimentare circa 8,5 miliardi di euro ai quali però non è corrisposto un adeguato ritorno in termini di investimento. Il calcolo non comprende la partecipazione iniziale all'impresa di Mediobanca e Generali che conferirono alla holding le quote già detenute in Telecom e che comunque comportarono in diverse epoche un esborso complessivo superiore al miliardo.

    Enrico CucchianiEnrico Cucchiani NAGEL E SIGNORANAGEL E SIGNORA

    Per comprendere meglio le dinamiche finanziarie, è necessario partire dall'ultimo atto, cioè dal cda di Telco svoltosi ieri. La società ha registrato nei primi nove mesi dell'esercizio 2011-2012 terminati il 31 gennaio una perdita di un miliardo perché ha deciso di svalutare nuovamente la sua quota a un prezzo unitario di Telecom di 1,5 euro da 1,8 con una perdita di 900 milioni (ieri a Piazza Affari il titolo ha chiuso in rialzo del 2,16% a 0,6495 euro). Nel bilancio di Telco quel 22,5% dell'operatore tlc vale 4,5 miliardi e ne rappresenta il patrimonio. Ma come spiega Mediobanca (11,2% di Telco) nella sua semestrale «ai corsi di Borsa (2,55 miliardi; ndr)il valore contabile del patrimonio Telco sarebbe nullo».

    Ebbene sì perché a fronte di quella quota fino a ieri vi era un esposizione nominale di 3,4 miliardi dei quali 2,1 miliardi verso le banche (1,2 miliardi con Unicredit, 600 milioni con Mps e 260 milioni con Ge Capital tutti in scadenza quest'anno) e 1,3 miliardi di un bond sottoscritto dai 4 soci nel 2010. Quest'ultimo sarà rimborsato integralmente e sostituito da uno nuovo da 1,75 miliardi. Ai quali si aggiungerà un aumento di capitale da 600 milioni. Entrambi pro quota. Il che significa che Telefónica (46,2%) dovrà tirar fuori 1,1 miliardi, Generali (30,5%) 719 milioni e Intesa e Mediobanca 263 milioni a testa.

    TelefonicaTelefonica

    Che al netto del rimborso del bond si traduce in un maggiore impegno complessivo per un miliardo. Al quale si accompagnerà un finanziamento bancario in pool (Unicredit, Mediobanca, Intesa, Hsbc e SocGen) da 1,05 miliardi, la metà di quello precedente ma sicuramente a un tasso sostenibile. Il presidente di Telecom, Franco Bernabé, ha tagliato la cedola per riportare il debito sotto quota 30 miliardi.

    luca lucianiluca luciani

    L'azionariato dell'operatore tlc continuerà a essere stabile, pur con qualche contraddizione. Il socio industriale Telefónica vedrà contenuto il suo spazio di manovra e i soci finanziari come Generali continueranno a essere esposti al rischio-svalutazioni come quella da 628,6 milioni effettuata nel 2011 che ha inciso sul taglio del dividendo del Leone.


    2- INCHIESTA SULLE SIM FALSE: LUCIANI VERSO LE DIMISSIONI DAL VERTICE DI TIM BRASIL
    MZ per "il Giornale"

    RICCARDO RUGGIERORICCARDO RUGGIERO

    Rimbalzano dall'Atlatico le voci sulle dimissioni, forse già oggi, del numero uno del gruppo Telecom in Brasile, Luca Luciani, capo di Tim Brasil.

    Ad alimentare le indiscrezioni è stato il sito Veja.com, testata dell'autorevole settimanale Veja. Il gruppo Telecom non ha confermato la notizia, ma da fonti finanziarie l'esito è dato per certo. Luciani, noto anche per aver parlato in pubblico di Napoleone come il vincitore di Waterloo, è indagato a Milano per truffa per l'emissione di false carte sim nel periodo 2007-2009. La richiesta di rinvio a giudizio è attesa a ore, essendo necessari 20 giorni dalla chiusura dell'inchiesta, avvenuta il 20 aprile. Secondo Veja.com il cda di Telecom avrebbe già individuato il successore: sarebbe Andrea Mangoni, attuale direttore finanziario di Telecom .

    ANDREA MANGONIANDREA MANGONI

    Per Luciani si tratterebbe comunque di dimissioni: su questo si starebbe trattando, per l'esigenza del maager di occuparsi a tempo pieno delle proprie vicende personali e giudiziarie. Che potrebbero però riguardare anche la società, ai sensi della legge 231 che sancisce la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L'inchiesta ipotizza oltre 5,3 milioni di schede sim false che l'allora ad Riccardo Ruggiero, con Massimo Castelli direttore operativo di Tim Italia e Luciani responsabile marketing, attraverso vari meccanismi, avrebbero calcolato come attive. Si tratterebbe di 223mila schede per il 2007 con un incremento dei clienti dello 0,7%; 2,7 milioni nel 2008 (+8%) e 2,3 milioni 2009 (+7%).

     

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