Marco Bresolin per “la Stampa”
Antonio Lopez-Isturiz White
«Il Movimento Cinque Stelle non utilizzi il nome del Ppe per pulire la propria immagine».
All' indomani delle aperture M5S a un dialogo con i popolari, i vertici del principale partito europeo sbattono la porta in faccia ai grillini. La chiusura, netta, arriva direttamente dal segretario generale del Ppe, lo spagnolo Antonio López-Istúriz White. «Non c' è alcun tipo di contatto con questa formazione politica - spiega a La Stampa il segretario, che è anche eurodeputato -. Il nome del Ppe è serio e importante in Italia per molte persone perbene. Non vogliamo che venga macchiato».
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L' operazione Tsipras
Eppure a fare il primo passo per sondare i grillini era stato proprio Jean-Claude Juncker, capo della Commissione europea, che del Ppe è esponente di spicco. Nel suo incontro della scorsa settimana con Giuseppe Conte, il lussemburghese aveva suggerito al premier di attivarsi per far giocare un ruolo ai Cinque Stelle all' interno della maggioranza che guiderà il prossimo Europarlamento.
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Anche perché diversamente il governo italiano rischia l' irrilevanza totale nella delicata partita delle nomine per i vertici Ue che si giocherà da giugno. Chi ha parlato con Juncker spiega che il presidente della Commissione vuole fare una sorta di «operazione Tsipras» con il capo del governo italiano. Lavorare su di lui per smussare gli angoli della forza politica di cui è espressione al fine di "trascinarla" nel campo moderato.
tsipras juncker
«Vi ricordate Tsipras? - spiega una fonte europea - Abbiamo rischiato che portasse la Grecia fuori dall' Euro e invece, grazie a un intenso lavoro diplomatico fatto da Bruxelles, si è trasformato in un partner affidabile. Oggi partecipa addirittura a tutte le riunioni dei leader socialisti prima dei summit». Juncker isolato Diverse fonti del Ppe, però, liquidano la mossa del lussemburghese come «un' iniziativa personale».
Anche perché agli esponenti del partito che ben conoscono la situazione italiana non sfugge un particolare: Conte non è Tsipras. O meglio: la leadership politica del premier non può essere paragonata a quella del suo collega greco. Ma la scommessa di Juncker è proprio questa: «investire» sulla figura di Conte per rafforzarne la leadership all' interno del Movimento. Tutto ciò, ovviamente, a scapito di Di Maio (che in dieci mesi non si è mai incontrato con Juncker).
LUIGI DI MAIO CON I SUOI ALLEATI PER LE EUROPEE - DA SINISTRA KAROLINA KAHONEN, PAWEL KUKIZ, IVAN VILIBOR SINCIC E EVANGELOS TSIOBANIDIS
Spazi limitati Antonio Tajani bolla questo scenario come «periodo ipotetico dell' irrealtà». Il presidente dell' Europarlamento ricorda che i Cinque Stelle «hanno tentato di entrare nei liberali e sono stati respinti con perdite».
Per questo ai piani alti del Ppe restano scettici di fronte all' ipotesi di un dialogo con il M5S: «Come possiamo considerare affidabile - prosegue un' altra fonte del partito - una formazione che negli ultimi due anni ha bussato alla porta dei liberali, poi è tornata da Farage, quindi ha cercato una sponda in Macron salvo poi stringersi nell' abbraccio con i Gilet Gialli?».
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C' è infine un altro ostacolo all' eventuale ruolo di «stampella M5S» nella maggioranza Ue: non hanno un gruppo in cui stare. Quello che stanno costruendo stenta a decollare e i partiti fin qui coinvolti tutto sono fuorché europeisti convinti. Gli spazi per una forza pro-Ue guidata dal M5S sono molto limitati.
LUIGI DI MAIO E ALESSANDRO DI BATTISTA INCONTRANO I VERTICI DEI GILET GIALLI
A Strasburgo, oltre ai Popolari e ai Socialisti, ci sarà infatti una terza formazione: ci stanno lavorando Guy Verhofstadt ed Emmanuel Macron. Un gruppo che andrà al di là dell' Alde e che punta a riunire tutte le formazioni centriste ed europeiste che non si riconoscono nei partiti tradizionali. E in questo contenitore, come aveva spiegato un mese fa Verhofstadt in un' intervista a La Stampa , «non ci sarà spazio per i Cinque Stelle».