Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
Il premier della Macedonia del Nord Dimitar Kovacevski e quello albanese Edi Rama
Si dice «dispiaciuto» per l'Unione europea, non deluso. Ieri a Bruxelles il premier albanese, il socialista Edi Rama, ha fatto però molta fatica a nascondere la frustrazione e il nervosismo per uno stallo nel processo di adesione all'Ue che riguarda il suo Paese e la Macedonia del Nord. «È stato un brutto giorno per l'Unione», dice durante un'intervista con il Corriere .
Brutto giorno perché?
«Perché non è stato possibile liberare l'Albania e la Macedonia del Nord, ostaggi di un solo Paese Ue, la Bulgaria, che è pure membro Nato proprio come noi. Il tutto di fronte ad altri 26 Stati membri che sembrano inermi e con una guerra alle porte».
edi rama
Perché siete ostaggi della Bulgaria?
«Semplicemente per le loro questioni politiche interne, nulla di più».
Si aspettava un passo avanti per l'Albania e la Macedonia del Nord?
«L'Ue non ha mantenuto le promesse. E non lo dico io, lo ammettono gli stessi leader comunitari che ci riconoscono di aver fatto i compiti, ma nonostante questo siamo ancora fermi».
Ha discusso con il presidente francese Macron, con quello del Consiglio europeo Michel e della Commissione von der Leyen. Cosa vi siete detti?
Andrej Plenkovic Edi Rama Mario Draghi
«Ci siamo confrontati su come uscire da questa situazione e ho detto loro che appoggiamo l'idea di una nuova comunità europea».
Si dovrebbe togliere l'unanimità dalle decisioni Ue?
«Penso proprio di sì, al 100%. Mi rendo conto sia un tema sensibile per i Paesi membri, che ha una sua storia e una sua importanza. Ma è venuto il momento di toglierla».
Ne ha parlato con il premier italiano Mario Draghi?
«Certo. Abbiamo discusso di questa situazione, dell'urgenza di trovare una soluzione. Ci siamo confrontati anche sull'influenza russa nei Balcani».
edi rama
I Balcani rischiano infiltrazioni della Russia e della Cina con questo stallo?
«Non c'è dubbio che l'area rappresenti un punto debole del continente per quanto riguarda il rischio di penetrazione di altri soggetti. Se guardiamo alla Russia è ovvio che ha i suoi modi e i suoi canali che rendono vulnerabili i Balcani: per questo noi e altri Stati dell'area lavoriamo per i Balcani aperti in attesa di entrare nell'Ue».
Putin sarà contento di questo stallo...
«Putin forse non sta bene di salute, ma non è che l'Unione europea stia meglio».
edi rama luigi di maio
Come si cura allora l'Ue?
«Io su questo non posso dire nulla: non siamo ancora dentro l'Unione e non tocca a noi fornire la cura. Ma è emersa chiara tra i leader comunitari la necessità di avviare una profonda riforma dell'Ue, cosa che peraltro dicono da anni».
Lei sostiene l'idea di una Ue a due velocità?
«Penso che ogni cosa nuova dentro l'Ue sia meglio di questa situazione, di questo status quo inaccettabile».
L'apertura nei confronti dell'Ucraina mette in secondo piano le vostre sorti?
«Niente affatto. Sono due dossier separati. L'Ucraina merita di essere candidata membro dell'Ue, anche se lo status non porta molto di più, come dimostra la storia dell'Albania».
Gli albanesi vogliono ancora entrare nell'Ue?
«Non posso fornire delle percentuali, ma l'atteggiamento degli albanesi nei confronti dell'Europa non è cambiato: vogliono essere membri e protagonisti attivi dell'Ue».
Quando pensa, realisticamente, che l'Albania entrerà nell'Unione europea? «Onestamente? Impossibile da dire. Prevedere le mosse dell'Ue è come prevedere le grandi calamità naturali».