Franco Bechis per Libero Quotidiano
IL SINDACO DI BARI IL CELLULARE DI RENZI LE LETTERE DI PADOAN
antonio decaro leopolda
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, da poco diventato presidente dell' Anci, ha una piccola amarezza che ha confessato agli amici più cari. Alla Leopolda ha visto un breve video pubblicato da Libero che, grazie a uno zoom dispettoso, metteva in primo piano il telefonino del presidente del Consiglio, Matteo Renzi e la sua agenda telefonica.
«Così ho scoperto, spiega il sindaco pugliese, che dopo avere fatto una campagna elettorale anche con lui a spiegare perché le schede non fossero invalidate, che il mio cognome si scrive tutto attaccato, scopro che sull' agenda telefonica il presidente del Consiglio mi ha registrato come Antonio De Caro...».
PADOAN SMORFIE
Il povero sindaco è rimasto sbigottito anche dal ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, che non capisce più se ce l' ha o meno con lui e il suo comune di Bari. Nel giro di poche settimane, infatti, sono arrivate dal ministero dell' Economia due missive ufficiali, che sembravano scritte da qualcuno che aveva problemi bipolari. Nella prima si metteva in mora il Comune contestando il pagamento degli straordinari al personale in presunta violazione del patto di stabilità. Il periodo a cui si riferiva era assai lontano nel tempo, e relativo a una amministrazione di centrodestra. Ma Decaro se l' è presa lo stesso, perché le conseguenze per il Comune riguardano il presente, e piccato ha replicato difendendo le scelte fatte da altri e ingaggiando un braccio di ferro con il ministero.
padoan mps titoli di stato
Ormai era una questione di principio, e anche gli amici più cari sorridevano di questa battaglia con Padoan. Nemmeno un mese dopo altra lettera del ministero dell' Economia. Di tenore opposto: si invitava Decaro a un convegno dove gli sarebbe stato consegnato un premio perché il suo comune risultava fra i più virtuosi di Italia in tema di tempi di pagamento delle fatture della pubblica amministrazione. Prima all' inferno e poi in paradiso.
Tanto è che Decaro non ci ha creduto, e ha sorriso con gli amici: «Chi di voi mi ha mandato questo scherzo? Non dovete prendermi in giro!». Invece il premio era proprio vero.
IL MINISTRO GOLOSO BLOCCA ROMA FINO AL POSTO GIUSTO
Dopo avere finito un appuntamento istituzionale alla Camera dei deputati giovedì 17 novembre al ministro della Giustizia Andrea Orlando è venuta l' acquolina in bocca.
il ministro andrea orlando
Erano passate da un po' le due del pomeriggio, e i morsi della fame si facevano sentire. Il problema era dove andare a togliersi la più grossa. Anche perché il ministro non può passeggiare da solo e togliersi lo sfizio come e quando vuole.
In piazza di Campo Marzio, infatti, lo attendevano le due auto di servizio, la prima con autista collaboratori e un agente di scorta del ministro, la seconda con altri uomini di scorta. Orlando è salito a bordo e, dopo pochi metri, ha fatto fermare in mezzo a via delle Stellette la piccola carovana.
Agenti fuori, palette in vista e traffico bloccato con le prime code che si stavano formando. Orlando è sceso e ha fatto capolino in un piccolo esercizio, «Non solo pasta - specialità liguri». Lui viene da La Spezia, e pensava di trovare lì qualche prelibatezza di casa. Ma niente, il menù non era di suo gradimento.
matteo renzi andrea orlando
Tutti di nuovo a bordo e finalmente si è sbloccata la via. Carovana in marcia fino a corso del Rinascimento, a pochi passi dal Senato. Il ministro della giustizia intravede il posticino giusto e fa fermare di nuovo tutti. Giù gli agenti della scorta, traffico bloccato e subito in tilt, uomini in posizione da una parte all' altra della strada e finalmente il ministro della Giustizia può avere il suo fiero pasto. Il fortunato si chiama "Rosticcerì", ed è un localino con uno stanzino sul retro e piatti pronti da self service. Lì Orlando è stato raggiunto da un misterioso commensale e, protetto come una star, si è potuto sfamare.
NOTA DALLA DAGO-REDAZIONE: Caro Bechis, il ministro Orlando (così come noi e molti altri che bazzicano il rione di Campo Marzio) si sfama spesso e con gusto da ''Nonsolopasta'': evidentemente, nel giorno in cui è stato avvistato dalla tua fonte, le teglie della tavola calda ligure erano già state spazzolate dagli affamati avventori. E di sicuro non si trattava di un'offerta ''non di suo gradimento''. Ci sentivamo in dovere di precisare...
antonio razzi in versione canterina (3)
QUELLA TELEFONATA CHE PUÒ CAMBIARE IL REFERENDUM
Antonio Razzi da qualche giorno gira con una busta trasparente sotto il braccio e faldoni con nomi e indirizzi. È l' ambitissima lista degli elettori italiani all' estero che, chissà come, lui è riuscito a procurarsi marcando da quel momento stretto stretto Matteo Renzi e le sue lettere che hanno creato grande polemica. Razzi ha un vantaggio in più: essendo stato eletto all' estero, conosce gran parte dei vertici delle comunità italiane. E dal suo ufficio in Senato li chiama uno a uno e fa campagna per votare NO al referendum.
un brindisi e un bacio alla moglie maria da antonio razzi
Che deve avere una sua efficacia, perché a metà novembre la comunità italiana riunita in una assemblea in Colombia l' ha chiamato per avere delucidazioni in viva voce. Erano abbastanza orientati per il Sì, ma Antonio Razzi è riuscito a fare cambiare loro verso: «Ma l' avete capito», ha detto loro, «che nel nuovo Senato voi non avrete più rappresentanti? E anche alla Camera conterete come il due di picche, visto che potete votare per il primo turno, ma non è previsto che votiate per il ballottaggio...». Telefonate che possono cambiare le sorti del referendum.
RENATO GUERINO TURANO
IL SENATORE PD USA CHE SI È MESSO A DIFENDERE TRUMP
Il suo nome è Renato Guerino Turano. È presidente dei panettieri americani, e proprietario insieme alla famiglia di una catena di esercizi commerciali nel settore - la Turano Baking co. - con sede a Chicago. Eletto grazie al diritto di elettorato passivo e attivo nel Senato della Repubblica italiana, Turano si è candidato nelle liste del Pd nella circoscrizione nordamericana ed è stato fedele al gruppo guidato da Luigi Zanda. Ai colleghi di partito è venuto un brivido quando il senatore italo-americano ha preso la parola nella seduta del 15 novembre. Perché Turano ha fatto i complimenti a Donald Trump che va di traverso a tutta la sinistra italiana.
RENATO GUERINO TURANO1
«Voglio tornare indietro nel tempo di una settimana», ha spiegato il senatore Pd, «e rivivere con voi l' elezione di Trump a Presidente degli Usa, intanto, per rivolgergli i migliori auguri di buon lavoro a nome degli italiani residenti in America». E giù fendenti all' intellighentia della sinistra radical chic di gran parte della stampa italiana: «Anche in Italia, così come negli Stati Uniti, l' elezione di Trump è stata accolta con troppo stupore dalla stampa più influente. Le tv italiane per mesi hanno spiegato come tutti i sondaggi puntassero in maniera univoca sulla vittoria della Clinton, un po' come hanno fatto le principali emittenti americane nell' ultimo mese di campagna elettorale, seppur con un tono leggermente più prudente rispetto a quanto letto e visto in Italia».
RENATO GUERINO TURANO
Lezione di Turano a stampa e colleghi: «Gli organi di informazione non dovrebbero neppure pensare ai sondaggi. Dovrebbero informare, spiegare realmente come stanno le cose, anziché provare a influenzare il voto e l' opinione pubblica. Per le strade delle principali città americane il termometro politico segnava temperature diverse da quelle registrate da sondaggisti e opinionisti, troppo impegnati a inseguire l' audience anziché ascoltare la gente. Il voto, invece, non perdona; non è frutto di supposizioni, ma è la concretizzazione di un ideale, di una protesta o della semplice voglia di cambiare».
Sferzatina indiretta a Renzi: «Quando si pensa troppo alla politica e ci si illude che occupare spazi televisivi e pagine di giornale possa radicalmente cambiare le convinzioni delle persone, spesso si va a sbattere contro il muro della sconfitta...».
ROSSO SPIEGA LA REALPOLITIK DELL' APPENDINO
Roberto Rosso
Roberto Rosso, politico torinese gran navigatore fra le formazioni politiche del centrodestra, ha deciso di unirsi al gruppo Conservatori e Riformisti di Fitto, portando in dote i quasi 20 mila voti che si è preso correndo da solo alle ultime comunali. Arrivato alla Camera per incontrare i compagni, è subissato di domande sulla nuova sindaca di Torino.
APPENDINO 11
E racconta: «La nuova giunta è fatta di brava gente. Per loro amministrare una città significa fare piste ciclabili, prestare cura alle colonie feline, stare attenti alle deiezioni dei cani. Tutti meno una: Chiara Appendino. Lei è una furbacchiona, introdottissima nel gruppo di potere storico della città. E si è visto subito: prima del voto aveva giurato che non avrebbe fatto un solo metro cubo di cemento. Poi la sua prima variante al piano regolatore ha concesso 100 mila metri cubi alla costruzione di nuovi ipermercati, e la torta più grossa se l' è aggiudicata Auchan. Una che sa stare al mondo».
AUCHAN