Noemi Azzurra Barbuto per “Libero Quotidiano”
La libera circolazione delle merci, dei capitali, delle persone e dei servizi all’interno dell’Ue ha agevolato anche il mercato del sesso per la trasmigrazione di clienti e prostitute.
WELLCUM CLUB
Oggi quella del piacere costituisce un’industria fiorente, che prospera alla luce del sole, anche in Europa, e produce miliardi di euro ogni anno nei Paesi che hanno scelto di legalizzare la prostituzione come Germania, Olanda, Grecia, Austria. Qui le prostitute vengono regolarmente registrate, controllate settimanalmente a livello sanitario. E pagano le tasse.
In questi Paesi il business del sesso ha portato all’apertura di un numero impressionante di “bordelli”, sorti nelle grandi città ma anche in zone periferiche eppure strategiche. Come quelle di confine con gli altri Stati membri che non hanno ancora intrapreso la strada della legalizzazione e della regolamentazione e della prostituzione.
Ed è tra questi ultimi che si colloca l’Italia, dove da un lato la morale cattolica esclude che si possa ammettere l’apertura delle case chiuse, e dall’altro padri di famiglia, cattolicissimi, non disdegnano di ricevere prestazioni sessuali a pagamento.
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Sono circa 9/10 milioni i clienti delle prostitute in Italia, per un giro d’affari calcolato tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Tutto esentasse.
Ed è in costante aumento una nuova tipologia di consumatore del sesso: quello che sceglie di recarsi ai confini italiani, proprio in quegli Stati che hanno liberalizzato la prostituzione.
«Sicurezza a livello sanitario, igiene, comodità, garanzia di riservatezza e professionalità» sono i motivi che portano gli italiani a preferire il sesso ai confini secondo Cristiano Fabris, agente per l’Italia presso Wellcum, centro benessere di 7000 metri quadrati con albergo e ristoranti annessi per soli uomini, in Austria, in mezzo ai boschi, proprio al confine con il nostro Paese - precisamente a Hohenthurn, a 3 km dal valico di Coccau. Insomma, siamo un Paese che va a puttane sì, ma oltre frontiera.
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Padri di famiglia, imprenditori, avvocati, politici, uomini del mondo della cultura e dello spettacolo (non mancano nomi celebri), ma anche semplici ragazzi che decidono di trascorrere una serata divertente con gli amici: sono questi i clienti italiani del Wellcum, tra i 18 e gli 80 anni, i quali ogni giorno si recano in Austria per trasgredire in piena libertà e sicurezza. Lì, pronte ad accoglierli in abiti succinti, un centinaio di ragazze, sempre nuove, dai 18 ai 35 anni, provenienti da tutta Europa (soprattutto dell’est) Italia compresa.
Ce n’è per tutti i gusti: dalla classica svampita, almeno apparentemente “senza cervello”, alla donna colta, con cui è possibile intrattenere anche interessanti e piacevoli conversazioni. E non di rado ci si ferma solo a questo. «A volte i clienti vengono da noi solo per avere un po’ di compagnia, il rapporto sessuale non è sempre la finalità prioritaria», racconta l’agente.
Le ragazze non sono dipendenti del centro benessere del piacere. Anche loro pagano, esattamente come i clienti, 85 euro al giorno per l’accesso al club. Poi ognuna stabilisce e applica le sue personali tariffe. Il guadagno medio è di circa 1000 euro al giorno, ma può anche essere più elevato, dato che ognuna determina il proprio corrispettivo.
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E se da un lato «gli ottantenni sono spesso i più attivi e prestanti, si perdono meno in chiacchiere», commenta l’agente, dall’altro sono le diciottenni le più accanite nel loro lavoro, tanto da vivere il sesso come se fossero macchine programmate con l’unico obiettivo del denaro. «Sono diverse le ragazze italiane, molte delle quali appena maggiorenni, che raggiungono il club nel weekend per tirare su lo stipendio mensile, a volte anche per pagarsi gli studi», racconta Fabris.
Ancora più numerose sono le straniere che hanno vissuto qualche anno in Italia e che, a causa delle ripercussioni della crisi economica sul mercato del sesso, hanno deciso di trasferirsi a 10 km dal confine per continuare a prostituirsi. D’altro canto, farlo per strada è sempre più pericoloso per ragioni di sicurezza, ed ecco che per queste giovani donne diventa più conveniente spostarsi, approfittando delle politiche di liberalizzazione degli Stati vicini. Inoltre, questo consente loro di sottrarsi al controllo e alla violenza delle mafie che gestiscono il business della prostituzione.
Insomma, ormai sia la domanda che l’offerta si danno appuntamento al di là della frontiera. Perché in Italia, in fondo, tutto è lecito, purché nessuno lo sappia.
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Questo mese, in occasione del terzo anniversario del centro ludico per soli uomini, il consiglio di amministrazione del Wellcum aveva deciso di investire circa 100 mila euro in attività di promozione in Italia, e aveva individuato in Milano la città in cui avviare la campagna pubblicitaria.
Il Comune di Milano però ha rigettato l’offerta. «Considerata la direttiva comunale sulla tutela dell’immagine della donna nell’ambito dei messaggi pubblicitari che possano in qualche modo ledere la dignità, non si ritiene di poter accogliere la Vostra istanza per l’affissione di manifesti sugli impianti pubblici comunali e relativi alla promozione dei servizi del Wellcum Club», si sono sentiti rispondere in Austria.
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Ci risiamo: ecco il solito problema della doppia morale all’italiana. Milano, considerata la metropoli delle escort, dove il sesso viene venduto in ogni angolo ed in ogni locale 7 giorni su 7, la città delle ragazze-immagine in cui il corpo della donna è un mezzo di promozione di qualsiasi attività o prodotto, dove ci si prostituisce seminude per strada di notte e spesso anche di giorno, ritiene lesivo della dignità della donna il manifesto raffigurante un viso femminile con un dito equivoco tra le labbra e la scritta: «Wellcum, spa-centro benessere solo per gentlemen». Tutto il resto no.