andrea guerra matteo renzi leopolda
DAGOREPORT
Correva l’anno 1986 quando alla Fiera di Milano l’allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, parlò per primo di “Azienda Italia” per ridare slancio e competitività alla nostra economia. E sappiamo come è andata a finire. Adesso ci riprova lo statista di Rignano sull’Arno, Matte Renzi, a rilanciare il Paese azienda ingaggiando a palazzo Chigi l’ex Ceo di Luxottica, Andrea Guerra; e il neo presidente di Alitalia, Luca Montezemolo. Ma a dare voce al professor Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, i supermanager sono “quasi mai in grado di dare buoni consigli sulla gestione del Paese”. E lo spiega nel suo pamphlet “Un Paese non è un’azienda”, appena uscito da Garzanti).
montezemolo renzi foto carbone gmt
di PAUL KRUGMAN, premio Nobel economia
Gli studenti universitari che vogliono andare a lavorare in azienda si laureano spesso in economia, ma pochi di loro useranno veramente i concetti illustrati. Quegli studenti hanno capito una verità fondamentale: ciò che imparano nei corsi di economia non li aiuterà a gestire un’impresa.
RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA
Vale anche l’inverso: ciò che le persone apprendono sulla gestione di un’impresa non le aiuterà a formulare una politica economica. Un paese non è una grande azienda. Le abitudini mentali che caratterizzano un grande leader aziendale non sono, in linea generale, quelle che caratterizzano un grande analista economico (…) sono in tanti a credere che chi ha accumulato una fortuna personale sappia come rendere più prospera un’intera nazione. In realtà i suoi consigli risultano spesso disastrosamente fuorviati (…)
paul-krugman LIBRO DI PAUL KRUGMAN - UN PAESE NON E' UN'AZIENDA
(…) in effetti i grandi dirigenti aziendali danno sempre la sensazione di auto danneggiarsi quando tentato di formalizzare ciò che fanno, di metterlo per iscritto in una serie di principi. Iniziano a comportarsi come pensano che dovrebbero fare, mentre il loro successo precedente si basava sull’intuito e sulla disponibilità a innovare. Mi viene in mente la vecchia storiella dei millepiedi a cui avevo chiesto come riusciva a coordinare tutte le sue zampe: ha cominciato a pensarci su e non è mai più riuscito a camminare normalmente”