Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
lukashenko putin
Propaganda, provocazioni e l'evidente obiettivo di mostrarsi uniti in un'alleanza inossidabile. Si può riassumere così l'incontro di ieri tra Putin e Lukashenko: il primo dopo la rivolta dei mercenari della Wagner. A San Pietroburgo, i dittatori di Russia e Bielorussia hanno definito «fallita» la controffensiva ucraina e hanno rassicurato sullo stato di salute delle economie dei loro Paesi.
Poi Lukashenko ha rilasciato una dichiarazione che pare a metà strada tra una battuta di pessimo gusto e una velata minaccia: «I mercenari della Wagner iniziano a stressarci, chiedono il permesso di andare a Ovest», ha detto, sostenendo che i miliziani vorrebbero fare «un'escursione a Varsavia e a Rzeszow» ma che lui li trattenga «nel centro della Bielorussia, come concordato».
mercenari wagner a rostov sul don
Il satrapo di Minsk avrebbe detto queste parole in tono scherzoso e la Reuters sottolinea che non ci sono elementi che facciano pensare che stia davvero valutando un'idea del genere. «Un'aggressione militare diretta contro la Polonia è impensabile, sia da parte della Russia sia da parte della Bielorussia», ha spiegato la politologa dell'Ispi Eleonora Tafuro Ambrosetti, aggiungendo che Minsk però «ha ormai una tradizione di provocazioni, di tentativi di destabilizzare». […]
lukashenko putin
Lo scontro verbale tra la Polonia da un lato e Mosca e Minsk dall'altro si è riacceso nei giorni scorsi, dopo il presunto arrivo in Bielorussia di alcuni mercenari della Wagner (in teoria previsto dal misterioso accordo che ha messo fine al loro ammutinamento). La Polonia ha annunciato di voler rafforzare il confine con la Bielorussia schierando altri mille militari, e Putin ha affermato che un'eventuale aggressione contro la Bielorussia equivarrebbe a un'aggressione contro la Russia.
soldato della brigata wagner per le strade di rostov sul don
Ma il leader del Cremlino non si è fermato qua: ha dichiarato che le regioni occidentali della Polonia sono state «un dono di Stalin» e poi ha accusato Varsavia di voler rivendicare i territori dell'Ucraina occidentale. La Polonia ha quindi convocato l'ambasciatore russo per esprimere le sue rimostranze.
Ma ieri Putin e Lukashenko hanno ripetuto la stessa accusa provocando l'intervento del ministro degli Esteri ucraino: «I tentativi di Putin di seminare discordia tra Kiev e Varsavia - ha tuonato Kuleba - sono futili quanto la sua fallimentare invasione dell'Ucraina». […]