Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
silvio brusaferro foto di bacco (3)
«Siamo in partita», indossa i panni del giocatore Slvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità. La partita è quella cominciata a febbraio del 2020 contro il virus Sars-CoV-2 che oggi ci tiene ancora inchiodati in campo a rispondere ai suoi colpi di avversario trasformista. L'ultimo affondo è la sottovariante Omicron 5, più trasmissibile anche se meno aggressiva.
Avrà la meglio?
«Noi la stiamo monitorando attentamente. La raccolta dei dati è fondamentale per comprendere e contenere le sue evoluzioni . In altre parole, siamo sul pezzo».
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Come?
«Abbiamo una larga fascia di popolazione immune e questo è fondamentale per poter prevenire le conseguenze gravi dell'infezione e l'impatto sui servizi sanitari»
Quanti sono gli immuni?
«L'86% degli italiani oltre 5 anni d'età si sono vaccinati con ciclo completo. Vanno aggiunti tutti coloro che hanno contratto il virus naturalmente e hanno sviluppato la protezione indotta dall'infezione, direi che superiamo certamente il 90%. La copertura è ampia».
Mascherine in spazi aperti 2
Però?
«I casi gravi restano contenuti, i ricoveri in ospedale evidenziano una crescita limitata. Se non fossimo difesi dallo scudo delle immunità la situazione sarebbe ben diversa e non potremmo guardare all'estate con la stessa prospettiva. La priorità anche oggi resta la tutela delle persone fragili, sopra gli 80 anni e delle persone affette da malattie croniche, soprattutto se anziane e immunodepresse»
Il virus non è pericoloso e si esprime con forme lievi, non converrebbe lasciarlo correre per facilitargli la strada verso l'endemia?
«Non è corretto sottovalutarlo, occorre monitorarlo ed affrontarlo modulando le azioni. Oggi credo che la popolazione abbia imparato a usare precauzioni nelle situazioni a rischio. Però dobbiamo proteggere i fragili e mantenere elevata l'immunità.
Noi monitoriamo giorno per giorno, confrontandoci con i colleghi europei per intercettare subito i segnali di allarme anche con attività di sequenziamento dei patogeni».
SILVIO BRUSAFERRO
Quarta dose necessaria?
«È prioritario in questa fase garantire una immunità elevata ai fragili per proteggerli soprattutto dalle forme gravi di malattia. Le raccomandazioni esistenti vanno in questo senso: anche i dati pubblicati questa settimana mostrano una protezione all'86% dalla malattia grave e negli over 80 la percentuale sale al 91%».
A che punto siamo della pandemia?
«Siamo ancora in fase pandemica e di questo dobbiamo essere consapevoli. Al momento tutto il sistema di controllo è pienamente operativo ».
I casi sono in risalita esplosiva?
Mascherine in spazi aperti 3
«Non la definirei così. L'incidenza settimanale è salita dai 310 casi per 100mila abitanti della scorsa settimana agli attuali 504. È un rialzo molto significativo accompagnato da un indice di replicazione, l'Rt, superiore all'unità. Questa ondata epidemica crescerà ancora come stiamo vedendo in altri Paesi. È partita dal Portogallo e sappiamo che ciò che succede in Europa prima o poi interesserà anche noi».
A cosa è dovuta la ripresa?
«Omicron 4 e 5, le ultime due sottovarianti, sono più trasmissibili. Costituiscono rispettivamente il 18% e 34% dei ceppi circolanti, secondo l'ultimo monitoraggio. La stagione estiva favorisce i contatti e la vita sociale».
SILVIO BRUSAFERRO
Poi ci sono le reinfezioni.
«Superano l'8%. Sappiamo che oggi chi, pur essendosi vaccinato e avendo avuto l'infezione, potrebbe contrarre una seconda volta il virus che però colpisce in modo meno grave dal punto di vista clinico»
Mascherina ancora utile?
«Indossiamola nelle situazioni a maggior rischio».
Funziona ancora il «contact tracing», il sistema di tracciamento dei contatti dei positivi?
«In questa fase è molto difficile. Il numero dei casi è troppo elevato e presumibilmente quelli notificati sono inferiori ai reali. Chi scopre autonomamente di essere positivo dovrebbe dichiararlo ed essere consapevole che può trasmettere il virus».