mohammed bin salman
Anna Guaita per “il Messaggero”
Nuovi inquietanti sviluppi in Arabia Saudita riportano alla ribalta internazionale la figura del principe ereditario Mohammed bin Salman. Il 34enne erede al trono, che di fatto già governa il Paese nonostante re Salman sia ancora in vita, ha ordinato l'arresto di tre figure di primo piano della famiglia reale, accusandoli di tentato colpo di Stato. In prigione sono finiti il principe Ahmed bin Abdulaziz al Saud, fratello del re, oltre al principe Mohammed bin Nayef bin Abdulaziz al Saud, e suo fratello Mohammed bin Nawaf, nipoti di re Salman.
mohammed bin salman
PROBLEMI DI SALUTE
Non è la prima volta che il principe ereditario imprigiona membri della famiglia reale, ma questa volta la sua azione fa sospettare che la salute di re Salman non sia ottima e che lui stia facendo piazza pulita di possibili rivali al trono. Mohammed bin Salman è stato nominato principe ereditario nel 2017, scalzando Mohammed bin Nayef. Il noto analista americano Howard Feineman, che lo ha conosciuto, lo definisce «un dottor Jekyll e mister Hyde», un individuo con una doppia personalità, che desidera lanciare riforme e essere oggetto dell'ammirazione della sua gente e dell'opinione pubblica internazionale, ma davanti al dissenso diventa intollerante e durissimo.
mohammed bin salman
E' entrato in politica nel 2009, come assistente del padre che era allora governatore di Ryad. Poi il padre è diventato re, e ha cambiato l'ordine di successione al trono, togliendo il titolo ereditario al nipote Mohammed bin Nayef, e passandolo a lui. E Mohammed ha subito fatto capire quali erano i suoi piani per l'Arabia Saudita del futuro, nella sua «Visione 2030», e cioè un Paese non più dipendente solo dal petrolio, ma anche centro della finanza internazionale e della ricerca avanzata, un Paese più moderato in materia religiosa, con un ammorbidimento delle regole sociali al punto da poter diventare anche una meta turistica internazionale.
SALMAN E AHMED BIN ABULAZIZ AL SAUD
E in politica estera un Paese dominante nel firmamento sunnita, al posto dell'Egitto in crisi. Non tutti i suoi piani sono andati in porto in modo liscio. È vero che ha aperto le sale cinematografiche, e ha concesso alle donne il diritto di prendere la patente, che ha tolto alle guardie della religione il diritto di arrestare a piacere chiunque, che queste riforme gli sono valse il plauso soprattutto dei giovani, ma è anche vero che ha messo in prigione dissidenti, intellettuali, scrittori, femministe. Sul campo internazionale, la sua scommessa contro l'Iran sciita, che odia in modo viscerale, lo ha portato ad allacciare una stretta amicizia con il genero di Trump, Jared Kushner, e poi con Trump stesso. Ma lo ha anche spinto a sostenere il governo yemenita cacciato dai ribelli Houti sostenuti dall'Iran.
mohammed bin salman mohammed bin zayed
L'ERRORE
Il suo errore più appariscente rimane comunque di aver comandato (come credono sia la Cia che l'Onu) o semplicemente tollerato (come vorrebbe far credere lui) l'assassinio di Kashoggi, il giornalista ucciso nel consolato saudita a Istanbul nel 2018. Dopo il processo e la condanna di cinque individui, a dicembre, gli Usa hanno comunque reagito tiepidamente, limitandosi a negare il visto a 21 cittadini sauditi legati al caso.
Ma non hanno diminuito gli aiuti militari al Paese, in funzione anti-Iran. Anzi, il segretario di Stato Pompeo è andato in visita, fermandosi nella Prince Sultan Air Base, dove sono dislocati 2500 soldati americani, per riconfermare la «importante alleanza» fra Usa e Arabia Saudita. Il prossimo luglio a Ryad si dovrebbe tenere l'appuntamento annuale del G20, quando MbS dovrebbe rivelare al mondo il suo Paese rinnovato e ammodernato. Per il momento tuttavia il Palazzo non ha rilasciato nessun chiarimento sugli arresti eccellenti, e cosa rischino i tre principi.
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